Buso del Valòn: il ghiacciaio scomparso sui monti Lessini

 
 

Covering climate now è l’iniziativa mondiale che chiama a raccolta ogni soggetto legato al mondo della comunicazione per mantenere alta l’attenzione sul tema del cambiamento climatico; non occorre scomodare i poli per cercare esempi di tale calamità: basta andare sui monti Lessini per trovare un ex-ghiacciaio.

Daniele Avesani e Leonardo Latella (Museo civico di Storia naturale di Verona) hanno condotto uno studio triennale sulla presenza e distribuzione delle mosche della neve (genere Chionea) all’interno del Buso del Valòn (monti Lessini, 45°N, 11°E), una delle poche grotte nel Veneto, all’interno della quale si nota la presenza di un glacionevato.

Le mosche della neve sono, dunque, testimonianza della presenza del ghiacciaio? “ – spiega Latellale mosche della neve, come altre specie nivicole che abbiamo trovato all’interno, si trovano in grotta poiché è fredda e c’è il ghiacciaio (in realtà il nome scientifico di questo tipo di ghiacciaio è “glacionevato”); la usano, in pratica, come rifugio estivo. Una delle ipotesi (ancora da verificare) fatta dai glaciologi è che sia un residuo dell’ultima piccola éra glaciale, ma rimane un’interrogativo, perché non è ancora stata fatta la datazione; nel veronese ci sono altre grotte con ghiaccio e glacionevati interni sul monte Baldo, che abbiamo in programma di cominciare a monitorare“.

Glacionevato nel periodo dell’anno di massima espansione, alla fine dell’inverno.
Glacionevato alla fine dell’estate nel 2015: ora è praticamente scomparso e una nuova ricognizione è prevista per ottobre 2019. Nonostante le abbondanti nevicate invernali di alcuni degli ultimi anni, il caldo ha poi fuso (fuso, non sciolto) tutto il ghiaccio e la neve caduta.

Il territorio lessinico si estende per oltre 820km² tra la provincia di Verona e quella di Trento, nella parte sudorientale della catena delle Prealpi venete. I suoi confini sono ben delineati dal solco della valle glaciale dell’Adige ad ovest, dalla profonda incisione della val dei Ronchi a nord e dai centri urbani e aree agricole della pianura veronese a sud; l’estremità orientale, meno netta, si situa lungo la dorsale che separa la val d’Alpone dalla vicentina valle del Chiampo. Geologicamente il luogo è caratterizzato dalla Dolomia principale (220 – 210 milioni di anni), basamento dell’intera propaggine prealpina dei Lessini, dal gruppo dei Calcari grigi, divisi in diverse formazioni (tra i 200 e i 185 milioni di anni) con presenza diffusa di fossili di bivalvi e impronte di dinosauri, coeve a quelle più famose di Rovereto, presenti sul versante orientale della Bella Lasta a ridosso della Valle di Revolto. I Calcari oolitici (185 – 175 milioni di anni) mostrano depositi carbonatici, frammisti a elementi organici, residui fossili tipici della barriera corallina.

Un lungo periodo, dai 175 ai 135 milioni di anni, segna il deposito di quella che è forse la formazione peculiare del territorio lessinico, il Rosso ammonitico veronese: stratigrafia rocciosa, mediamente dura e compatta, ricchissima di fossili di ammoniti, ovvero antichi cefalopodi che popolavano i mari poco profondi.

In corrispondenza delle stratigrafie di Calcare oolitico e Rosso ammonitico, l’azione erosiva dell’acqua e degli agenti atmosferici ha portato alla formazione di grandi monumenti naturali come il ponte di Veja e il covolo di Camposilvano, particolari fenomeni carsici quali doline, inghiottitoi e grotte e singolarità geologiche come le tante città di roccia tra gli alti pascoli, di cui la più famosa è la valle delle Sfingi, nei pressi di Camposilvano.

Più recente è la formazione della Maiolica (o Biancone), tra i 135 e i 90 milioni di anni fa in mari profondi: è stratigrafia costituita da rocce regolari biancastre, frammiste a noduli di selce, residui di gusci di antiche diatomee. Tra i 90 e i 70 milioni di anni si sono depositati strati di Scaglia (variegata e rossa) di colore rosa-rosso per gli ossidi di ferro in essa contenuti. Infine i calcari del Paleocene e dell’Eocene – di colore bianco-giallastro – affiorano in molte delle zone collinari lessiniche, anche vicino a Bolca nella parte nordorientale. A completare il panorama si inseriscono le rocce eruttive di tipo basaltico (Paleocene) e presenti in particolare in alcune parti della Valpolicella e, soprattutto, nelle vallate della Lessinia orientale.

 
 
Sono nata a Verona sotto il segno dei Pesci; le mie radici sono in Friuli. Ho un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso. Sono giornalista pubblicista dell’ODG Veneto e navigo nel mondo della comunicazione da anni, tra carta, radio, tv, web, uffici stampa. Altro? Leggo, scrivo, cucino, curo l’orto, visito mostre, gioc(av)o a volley. No, non riesco a fare tutto, ma tutto mi piacerebbe fare. Corro contro il tempo, ragazza (di una volta) con la valigia.

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