Bridge Film Festival: edizione dedicata a Leonardo e al turismo slow&green

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Arrivato alla 6a edizione, il Bridge Film Festival continua a portare performance e documentari d’avanguardia a Verona: organizzato da Diplomart in collaborazione con Canoa Club Verona e Adige Rafting Verona, il festival si terrà dal 10 al 13 luglio nel meraviglioso scenario dell’antica dogana nel quartiere Filippini.

Anche quest’anno la tematica è doppia: il genio di Leonardo Da Vinci da un lato e il turismo lento e sostenibile dall’altro, legato al lento fluire del fiume, che ha mosso persone, commerci, idee.

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Le quattro giornate sono dedicate ciascuna a un momento: l’aurora, il meriggio, il crepuscolo e la notte e vedono la presentazione di documentari in anteprima, workshop gratuiti, discese in gommone sull’Adige, concerti e altri tipi di performance, grazie alla collaborazione di molte associazioni veronesi e non, ovvero UP – Ubs Picta, Circolo del Cinema, Barbacàn, Copeam – Conférence Permanente de l’Audiovisuel Méditerranéen, Film Festival della Lessinia, ABAVerona – Accademia di Belle Arti di Verona, ZeLIG School di Bolzano, Concorto Film Festival, Manifesto delle Visioni Parallele, Debora Lyaa Scandolara, Bam Bam Teatro, ADT Advanced Dance Training, Spazio Bedeschi, oio musica sottocutanea, River, Sdv.

Al premio, determinato, come ogni anno, dal voto del pubblico, si aggiunge quello di una giuria d’eccezione, composta da Angelo Milano, regista e fondatore di Studio Cromie a Grottaglie, dallo sceneggiatore Cristiano Bolla, da Marco Triolo, giornalista e critico, e dalla blogger Francesca Moscardo.

Mercoledì 10 luglio è dedicato all’aurora. Dopo la performance elettronica del compositore veronese Zeno Baldi e la proiezione dei due cortometraggi Fauve di Jérémy Comte e Shadow Nettes di Phillip Barker, nella giornata di inaugurazione si proietta in anteprima regionale il documentario Ryuichi Sakamoto: Coda di Stephen Schible, che racconta il grande musicista giapponese. «Ryuichi Sakamoto è una figura molto simile a Leonardo, perché basa la sua ricerca sull’osservazione ed è profondamente calato nel suo periodo storico e nel sociale. Quindi rappresenta secondo noi quello che un artista dovrebbe essere oggi giorno» afferma Ginevra Gadioli di Diplomart. A seguire, nella zona bar, la perfomance di danza “L’incanto”.

Giovedì 11 luglio parla del meriggio ed è pensato in collaborazione con il Circolo del Cinema. «Giovedì è il meriggio, il picco, perché rappresenta quelle che oggi sono le tematiche più scottanti in Italia, ma non solo» continua Gadioli. Dopo un concerto dei C+C=Maxigross con brani tratti dal nuovo album Deserto, l’attenzione sarà dedicata a due lungometraggi di registi italiani. Aprirà Selfie di Agostino Ferrente, seguito da Normal di Adele Tulli: il primo racconta come oggi la comunicazione e i documentari possano essere realizzati da chiunque possieda uno smartphone, il secondo affronta l’attualissima questione di genere.

Venerdi 12 luglio rappresenta il crepuscolo e si aprirà con una performance che mescola elettronica e strumenti dal vivo delle musiciste Federica Furlani e Marta del Grandi, alle 19. Poi, dalle ore 21, lungo il fiume verranno proiettati in sequenza i cortometraggi La tigre della Tasmania di Vergine Keaton e Ligne Noire di Mark Olexa e Francesca Scalisi, per chiudere con Dusk Chorus del giovane regista veronese Alessandro D’Emilia. Il documentario segue il progetto di un sound designer che si impegna a registrare nelle foreste pluviali i suoni degli animali in via di estinzione, che un giorno magari non sentiremo più nel loro luogo naturale, ma arricchiranno il materiale espositivo nei musei di scienze naturali, proprio grazie a questo progetto. «La serata è dedicata al crepuscolo, a ciò che sta scomparendo, ma che possiamo ancora salvare se ci mettiamo d’impegno. Questa, come anche le altre, è una tematica che ci sta particolarmente a cuore e a cui stiamo attenti da tutti i punti di vista. L’evento in generale, infatti, sarà plastic free» precisa Gadioli.

Sabato 13 luglio la notte. Dopo un warm up a base di colonne sonore per opera di oio – musica sottocutanea, come ogni anno la serata di chiusura vedrà una serie di cortometraggi, selezionati con l’aiuto di Copeam – Conférence Permanente de l’Audiovisuel Méditerranéen. Le nazionalità di provenienza dei registi sono varie, dalla Polonia alla Palestina agli Stati Uniti, ma la tematica di tutti i lavori ruota intorno al mare, all’acqua. «Quella dei corti – conclude Gadioli – è di solito la serata più leggera, con cui ci piace chiudere per lasciare il pubblico con una nota positiva. In ogni caso, pensiamo che il cortometraggio sia una forma d’arte molto interessante, che spesso è il primo passo di giovani registi. Quindi come vogliamo spingere il documentario, ci piace dare voce anche a voci nuove, fresche, ma non per questo prive di spessore». A seguire la festa di chiusura, con alcuni dj veronesi, avrà luogo all’AMEN, dalle 23.30 alle 3.00.

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Ginevra Gadioli offre una riflessione generale sul festival: «Quest’anno ci siamo dedicati a una tematica legata alla lentezza e all’osservazione. Riscoprire il piacere dell’attesa che dilata le ore, dell’osservazione del fiume è come tornare con il pensiero all’antica navigazione fluviale, in cui l’obiettivo era raggiungere un luogo sulle rive rispettando il ritmo del fiume. Il desiderio di arrivare da qualche parte, di rivedere qualcosa di dimenticato si accompagnava alla capacità di aspettare, che noi tutti, nella nostra corsa quotidiana, abbiamo perduto. E come noi aspettavamo, Leonardo aveva pazienza. Perché ogni ricerca, ogni invenzione, richiede dedizione. Leonardo è l’intuito geniale, certo, ma anche lo studio dovizioso e attento. Uno studio che ha coinvolto anche il fiume nel suo lavoro per gli Sforza a Milano: come addomesticare il corso delle acqua, deviarle con delle chiuse, placarle in letti artificiali. Ecco, il fiume per noi, quest’anno, è la calma dell’osservazione e la forza del progetto».

Nel corso di tutta la manifestazione avrà luogo una serie di attività alternative, fra cui la discesa in gommone organizzata da Adige Rafting Verona, un pomeriggio di relax sul fiume con Shiatsu e Reiki grazie all’associazione Barbacàn, un workshop cinematografico con il regista Piero Facci, numerose performance artistiche e video installazioni. Fra queste, l’installazione Untitled di Francesca Finotti, realizzata con materiali concreti come vetro, ferro e alluminio per un approccio che privilegi sensi altri rispetto alla vista, animerà per tutte e quattro le giornate un’ala dell’antica dogana grazie al supporto di UP – Urbs Picta e Spazio Bedeschi.

Per scoprire tutti gli eventi e le attività del festival si consiglia di consultare il programma dettagliato. L’evento è riservato ai soci Diplomart, previo pretesseramento online su www.diplomart.org.

 

 
 
Sono nata a Verona sotto il segno dei Pesci; le mie radici sono in Friuli. Ho un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso. Sono giornalista pubblicista dell’ODG Veneto e navigo nel mondo della comunicazione da anni, tra carta, radio, tv, web, uffici stampa. Altro? Leggo, scrivo, cucino, curo l’orto, visito mostre, gioc(av)o a volley. No, non riesco a fare tutto, ma tutto mi piacerebbe fare. Corro contro il tempo, ragazza (di una volta) con la valigia.

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