Bracconieri “cecchinati” dai controlli della Polizia Provinciale

 
 

Sorpreso a cacciare con una carabina ad aria compressa “trasformata” in arma. Gli agenti della Polizia Provinciale di Verona hanno individuato un cinquantenne, in una località collinare nel territorio di Negrar, intento a cacciare da una postazione fissa in prossimità di un capannone con un fucile di libera vendita modificato per aumentarne sensibilmente la potenza. Obbiettivo del bracconiere, che aveva applicato anche un silenziatore e attirava le prede utilizzando richiami acustici elettromagnetici vietati, gli uccelli che si posavano su alcuni arbusti poco distanti.

La Polizia ha dunque proceduto a inviare le notizie di reato alla Procura della Repubblica per violazione penale della legge sulla caccia e della normativa sulle armi (porto abusivo d’arma, alterazione d’arma e caccia con mezzi vietati). Nel corso del controllo è stata sequestrata anche una gabbia posizionata per la cattura della fauna selvatica. La pena prevista per la violazione in materia di armi prevede da uno a tre anni di reclusione e una multa da 309 a 2.065 euro.

Nel mese di novembre è stato, inoltre, sorpreso dagli agenti un secondo bracconiere nel territorio di Tregnago mentre ispezionava una rete per la cattura di volatili – strumento vietato – per recuperare un pettirosso intrappolato. Le indagini hanno poi portato a sequestrare al settantenne anche un esemplare di capinera, sempre specie particolarmente protetta.

All’uomo sono stati contestati i reati previsti dalla legge 157/1992 per attività venatoria con mezzi vietati a specie non cacciabili. Rischia l’arresto fino a un anno o un’ammenda da 774 a 2.065 euro.

 
 

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