Bisogna cambiare musica

 
 

A distanza di mesi dallo sciopero unitario indetto durante il Festival areniano 2021, che ha sancito un giudizio preciso della quasi totalità dei lavoratori sulla gestione di Fondazione Arena, i temi che hanno innescato la massiccia protesta delle maestranze risultano ancora irrisolti”.

Si è tenuta oggi la conferenza stampa “bisogna cambiare musica”, indetta dalle Segreterie provinciali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Fials per fare il punto della situazione sul difficile momento dell’Ex Ente Lirico.

Secondo le organizzazioni sindacali, il 2021 ha fatto registrare il punto più basso nelle relazioni sindacali con Fondazione Arena e il nuovo anno rischia di peggiorare la situazione.

“Nell’ultima assemblea generale – chiariscono i segretari -, lavoratrici e lavoratori hanno espresso preoccupazione ponendo l’accento sul tema della programmazione al Teatro Filarmonico e sulla scarsa pubblicizzazione di questa attività. Le preoccupazioni sono purtroppo confermate dai numeri che si registrano al botteghino nelle serate al Filarmonico: su una capienza di circa 1200 posti la media degli spettatori è molto bassa e sarebbe scorretto dare la colpa solo all’emergenza sanitaria (basta vedere la media degli altri teatri). Tutto ciò, unitamente al fatto che il livello occupazionale in FAV si sta drasticamente riducendo (al momento si attesta intorno ai 220 dipendenti) per effetto del mancato turn over in tutti i settori e per una lacunosa e discutibile politica delle assunzioni, alimenta nelle OO.SS. il timore che si stia realizzando una strisciante dismissione della mission istituzionale dell’Ente”.

“Questi timori – evidenziano ancora – sono alimentati da una perdurante carenza nel livello di informazione e di un confronto costruttivo con la delegazione sindacale (la definizione della Pianta Organica, ad esempio, è ancora sconosciuta).

Ancora continua la politica aziendale di ignorare i diritti di precedenza dei lavoratori a termine che produce un insensato accumulo del Fondo rischi a scapito dell’uso del denaro pubblico per l’attività lirico-sinfonica e di balletto al Filarmonico, quest’ultima rimasta una promessa da ben quattro anni. Sempre sulle modalità di gestione del personale aggiunto lo stesso Ministero della Cultura, debitamente informato dalle rsu, ha richiesto immediate delucidazioni”.

 
 

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