Bigon: “Salute delle persone e del territorio priorità assolute”

 
 

“Due emergenze devono riscrivere l’agenda politica per i prossimi anni. Quella sanitaria, legata all’epidemia Covid, che ha rimesso al centro del dibattito l’importanza di una sanità pubblica e presente in modo capillare sul territorio; e quella climatica, con i danni provocati da uragani e bombe d’acqua sempre più frequenti, che invoca una transizione energetica non più rinviabile. Temi su cui, nel mio anno e mezzo a Palazzo Ferro Fini, mi sono spesa la massimo. Con davanti la sfida di dover investire molte più risorse di quanto non abbiano fatto le Giunte leghiste”. 

Lo ha affermato la consigliera del Partito Democratico Anna Maria Bigon, candidata dalle Regionali di domenica e lunedì prossimi, oggi in conferenza stampa, accompagnata dall’onorevole Diego Zardini.

L’ambiente – ha detto il deputato dem Zardini – è al centro del nostro programma e dell’impegno di Anna Maria Bigon che da consigliera regionale ha collaborato con tutti i livelli, amministratori, sindaci, parlamentari ed europarlamentari, per rispondere alle esigenze del territorio. Cosa che non ha fatto la Regione. È stato il Governo, grazie al lavoro del Pd e al sollecito costante dei nostri amministratori locali, a stanziare i 65 milioni per la bonifica della discarica di Pescantina, altri 80 per la bonifica e la ricostruzione dell’acquedotto nella Bassa Veronese dove sono stati trovati Pfas, con 300mila veneti costretti a bere acqua inquinata per 30 anni. Una grande disattenzione della Regione e soprattutto una grande incapacità di recuperare i fondi per rispondere al bisogno di nuovi acquedotti. E ancora i 100 milioni per il collettore del Garda, un’opera strategica su cui si dovranno valutare attentamente gli impatti ambientali ma che potrà avere grande efficacia sia nel rilanciare il turismo sia nella messa in sicurezza del bacino idrico più grande d’Italia. Tutti temi di cui la Regione non si è occupata, girandosi dall’altra parte. Ambiente – ha aggiunto – che è anche mobilità sostenibile e valorizzazione delle aree Sic (Siti d’interesse comunitario) come il Fondo Alto Borago  per cui si sono mobilitate tante associazioni, tra cui il Carpino, e che ha incontrato la sensibilità del Governo, come dimostra la recente presenza del ministro Costa”.

L’epidemia Covid-19 – ha aggiunto Anna Maria Bigon – ha mostrato la tenuta del sistema veneto nell’emergenza, grazie soprattutto al lavoro eccezionale di medici e infermieri. Ma i problemi che c’erano prima sono ancora sul tappeto. Con l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle patologie croniche, la domanda di servizi sociosanitari è destinata a crescere in maniera costante. In Veneto stiamo però assistendo a una fuga di professionisti dalle strutture pubbliche verso il privato, per i carichi di lavoro non più sostenibili e i bassi livelli retributivi; situazione aggravata dall’età elevata di molti medici: le liste di attesa si commentano da sole. Un mix tremendo che rischia di far collassare il sistema. Urge un piano di assunzioni immediato che dia priorità alle aree geografiche e ai servizi con maggiori carenze,  e recuperi i ritardi nella formazione, aumentando le borse di studio regionali per le scuole di specializzazione e per il corso Medici di medicina generale”. 

Cardine insostituibile del sistema sociosanitario è inoltre la rete territoriale. I piccoli ospedali non vanno chiusi bensì caratterizzati e valorizzati, evitando inutili doppioni, ma senza sottrarre servizi preziosi; le strutture intermedie (Ospedali di comunità, Unità riabilitative territoriali, Hospice) sono rimaste in gran parte sulla carta o snaturate, come gli Ospedali di comunità che hanno sostituito le lungodegenze; le Medicine di gruppo integrate hanno subito un brusco stop, quando invece dovrebbero estese in maniera omogenea su tutto il territorio, riducendo il ricorso alle strutture private accreditate. La sanità rappresenta il capitolo più importante del bilancio regionale, non è solo una questione di risorse, ma di scelte. E noi abbiamo le idee chiare su come intervenire ed evitare il rischio ‘lombardizzazione’”. 

Mentre sul tema ambientale aggiunge: “In Veneto i cambiamenti climatici hanno recentemente provocato autentici disastri, eppure anche nell’ultimo bilancio la Giunta Zaia ha messo zero euro per le azioni di contrasto, bocciando ogni nostro emendamento. Nonostante il Veneto sia da tre anni la Regione più cementificata d’Italia e una di quelle con l’aria più inquinata. Oltre a un ‘Piano Marshall contro il dissesto idrogeologico’, dobbiamo investire nell’ammodernamento dei mezzi di trasporto pubblico e privato, sulla mobilità elettrica, sull’efficientamento energetico degli edifici e sulla rigenerazione urbana. Serve una visione che non guardi solo al presente e al consenso immediato. Il nostro obiettivo è ambizioso ma necessario: vogliamo un Veneto 100% sostenibile, efficiente e rinnovabile, con zero emissioni di anidride carbonica entro il 2050. Non è un traguardo impossibile, ma occorre agire a 360 gradi”.

 
 

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