Riceviamo e pubblichiamo la nota di Michele Bertucco, consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune.
“Non è chiaro se gli interventi che Flavio Tosi dice di aver lasciato in eredità alla città prima di lasciare la presidenza della concessionaria della società autostradale siano un regalo o un fardello: più che continuare a disseminare le autostrade e le tangenziali di caselli, come quello nuovo previsto a Dossobuono, mi sembra infatti prioritario cercare delle soluzioni di mobilità per il martoriato territorio veronese.
Ad ogni modo, con l’uscita di scena di Tosi e con la presidenza della società concessionaria che torna in mano agli spagnoli che presto a loro volta la cederanno ai Benetton, tramonta definitivamente l’epoca in cui gli enti pubblici avevano voce in capitolo nelle scelte delle società autostradali ormai completamente privatizzate.
Questo significa che per i pochissimi Comuni e Province rimasti nell’azionariato della Serenissima sarà sempre più difficile ottenere finanziamenti per opere che non siano strettamente connesse al business autostradale. La prima vittima di questa nuova situazione sarà il traforo delle Torricelle recentemente rilanciato da Sboarina in versione semi-corta. Vale comunque ribadire che non sta scritto da nessuna parte che i 53 milioni della Serenissima siano destinati a tale opera. Altra faccenda è il ribaltamento del casello di Verona Sud.
Quanto, infine all’opportunità da parte del Comune di Verona, di restare socio della società autostradale, Tosi si arrampica ancora sugli specchi dal momento che il Comune non può mantenere una partecipazione che non sia finalizzata allo svolgimento delle sue finalità istituzionali. Altrimenti perché non investiamo anche in Facebook o in Google o in Amazon”?