LETTERE ALLA REDAZIONE
Se notizie rare come il rifiuto di accettare un incarico ben remunerato in un CDA cittadino, in un periodo come questo, non fanno sobbalzare dalla sedia l’opinione pubblica, vuol dire che ormai stiamo perdendo di vista cosa voglia dire il bene comune. Per fortuna ci hanno messo in pari, siamo solo agli inizi, articoli sulla carta stampata cittadina che fanno ben sperare nella capacità e fiuto della categoria che dimostra di essere ancora in prima linea e sul pezzo. Molto meno le emittenti locali che evidentemente non sentono la necessità di approfondire tale gesto evidentemente allineate al disinteresse della opinione pubblica e pronte eventualmente qualora vi fosse il botto. Infine gli organismi di ogni ordine e grado preposti al controllo, più lenti a partire ma più efficaci nel tempo, qualora non lo considerassero uno svarione, presi come sono evidentemente da problematiche ben più complesse, sarebbe la ciliegina sulla torta per l’accertamento della verità. Se solo per un attimo lasciassimo da parte il livore che ci permea, ancora di più dopo un anno di tira e molla pandemico, l’interesse a difendere la nostra parte criminalizzando l’altra, il tifo da stadio che siamo costretti a ingurgitare appena svegli accendendo qualsiasi mezzo di comunicazione assieme a un caffè che spesso ci va di traverso , ai problemi sanitari veri, a quelli economici altrettanto gravi, ci saremmo accorti che questa è la notizia. Che un amministratore pubblico rinunci a far finta di non vedere, che non sbraita, che non punta il dito ma chiede udienza al Sindaco e gli elenca in maniera dettagliata, ciò che lui ritiene non corretto o meglio alcuni fondamentali passaggi di quell’Azienda e perciò rinuncia all’incarico, è cosa rara di questi tempi. Anche non fosse strano e passasse inosservato ai più, (ma sembra proprio che chi ha raccolto il testimone abbia letto attentamente ciò che Benetti ha inoltrato a chi di dovere), per coloro invece che lo conoscono sanno della sua cocciuta rettitudine; evidentemente assorbita negli anni dagli insegnamenti della famiglia, dagli oratori e dai campetti di calcio parrocchiali da lui in gioventù praticati e in seguito dalle buone frequentazioni senza mai farsene vanto come invece molti della sua covata ma testimoniando nei fatti la Dottrina Sociale. Una persona con una preparazione solida che a differenza di molti non gli ha permesso di non dubitare ma di essere curioso, di studiare ancora di più e di approfondire, un uomo dal parlare schietto come non è quasi mai stato di moda per un politico, consapevole anche di poter sbagliare ma di non essere ricattabile.
Giancarlo Frigo