ATV: un’azienda nella quale sicurezza e salari dignitosi non sono una priorità

 
 

“Da molti anni denunciamo una grave e preoccupante emergenza salariale in ATV. Questo allarme è confermato dalle circa 35 dimissioni registrate negli ultimi mesi da parte di lavoratori, soprattutto conducenti neoassunti, stanchi di percepire stipendi miseri mentre i soci si dividono utili da capogiro. I vertici aziendali, però, ignorano i nostri appelli per aumentare alcune indennità aziendali e ridare un minimo di dignità e respiro ai lavoratori. Per comprendere meglio la situazione è utile fornire l’elenco degli stipendi netti mensili che percepiscono gran parte dei neoassunti: Operatore di Esercizio (autista) circa 1150 €; Impiegato circa 1070 €; Meccanico circa 1000 €“.

Non fanno conti all’azienda le segreterie Sindacali di FILT CGIL, FIT CISL, UILTRASPORTI, SLM FAST che rincarano la dose e sottolineano:

“Per i lavoratori più “anziani” le cose non vanno certamente meglio perché gli stipendi sono bloccati dal lontano 2012 (nonostante un aumento consistente di produttività e flessibilità) e sono all’incirca i seguenti: lavoratore con circa 30 anni di servizio circa 1550 €; con circa 25 anni di servizio 1450 €; con circa 20 anni di servizio 1380 €; con circa 15 anni di servizio: 1300 €.

Se gli stipendi dei lavoratori sono bloccati da circa 7 anni (e lavorando di più sono in realtà calati) quelli dei dirigenti hanno seguito un andamento diverso, come dimostrano le tabelle reperibili sul sito aziendale. Fino al 2016 ATV è stata obbligata a pubblicare le retribuzioni dei dirigenti sul proprio sito e le differenze rilevate lasciano molta amarezza perché è evidente che i dirigenti non hanno dovuto fare la stessa “cura dimagrante” imposta ai lavoratori negli ultimi sei anni. Nel 2016, ad esempio, la retribuzione dei sei dirigenti aziendali è aumentata complessivamente di 28.165,80 € rispetto all’anno precedente, passando da 813.975,20 a 842.141,00 €. Sarebbe interessante conoscere anche le retribuzioni dei due anni successivi (2017 e 2018) per verificare le eventuali variazioni; peccato, però, che questi dati non sono reperibili ufficialmente…

Gli stipendi bassi e la conseguente fuga di autisti, però, non sono soltanto dati statistici perché la qualità del servizio e la sicurezza sui mezzi pubblici rischia di subire pesanti ripercussioni. Uno stipendio basso e una carenza strutturale di lavoratori, infatti, impongono molto lavoro straordinario, peccato che spesso questa necessità provoca la violazione dell’Art. 28 del Contratto Nazionale che pone il limite massimo di 300 ore annuali di lavoro straordinario. Questa soglia nasce dalla necessità di mettere nelle migliori condizioni psicofisiche i conducenti che quotidianamente trasportano migliaia di cittadini, soprattutto bambini, studenti e anziani. E’ noto che un eccessivo carico di lavoro (soprattutto in mezzo al traffico caotico) rende il lavoratore molto nervoso e distratto, poco concentrato e più lento, per questa ragione ci chiediamo se ATV non intravede nell’eccessivo ricorso al lavoro straordinario di molti suoi dipendenti un serio rischio per gli utenti e per gli stessi lavoratori. Se non lo intravede è grave; se invece è consapevole del problema ma si ostina a non incentivare gli autisti a rimanere in azienda è ancora più grave e in caso di incidenti nessuno venga a parlarci di tragica fatalità…

Sicurezza di utenti e lavoratori, responsabilità sociale ed etica DEVONO essere le priorità per tutte le aziende, soprattutto se a partecipazione pubblica.

Nel suo sito ATV parla di “centralità della persona”, di particolare attenzione “alle istanze e alla sicurezza degli utenti” e di favorire “la crescita professionale dei dipendenti”.

Negli ultimi anni facciamo fatica ad intravedere queste politiche, anzi in molti casi l’aggressività e le strategie aziendali sembrano essere quelle tipiche di imprenditori privati insolenti e spregiudicati.

Nonostante ciò siamo fiduciosi che ATV comprenda che trovare un accordo ragionevole, che ridia respiro e dignità ai lavoratori e di conseguenza arresti la fuoruscita di autisti, sia nell’interesse di tutti: dell’azienda, delle organizzazioni sindacali, ma soprattutto degli utenti”.  

 
 

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