Attesi debutti al Teatro Filarmonico nel segno classico di Mozart e Haydn

 
 

Nello stesso primo viaggio in Italia del 1770 che toccò anche Verona, il giovanissimo Mozart ricevette l’importante incarico di scrivere una nuova opera seria per la successiva stagione di carnevale a Milano. Si trattava della commissione più prestigiosa ricevuta dal Salisburghese fino ad allora: il 26 dicembre dello stesso anno debuttava al Regio Ducal Teatro (che sarebbe stato colpito da un incendio sei anni dopo e sostituito dalla nuova Scala) l’opera Mitridate, Re di Ponto in tre atti di rilevante spessore drammatico. Il dramma ruota intorno alle difficili corrispondenze amorose del vecchio tiranno Mitridate e dei suoi due figli (affidati alla prima a due celebri castrati) tutti interessati alla stessa donna. L’ordine sarà ristabilito alla fine e così la ragione. Di questo primo cimento serio di Mozart viene proposta la breve Sinfonia (Ouverture) in Re maggiore, sintetico saggio della sua inventiva giovane ma già efficace. 

Nella stessa tonalità è il brillante Secondo concerto per flauto e orchestra, del 1778: il brano è celeberrimo ma di esecuzione rara. Si tratta in sostanza del Concerto per oboe e orchestra scritto l’anno prima in Do. A Mannheim, per un committente interessato allo strumento, il genio di Salisburgo creò un concerto nuovo (il n. 1) e questo, ottenuto trasponendo le tonalità originali dei tre movimenti e adattando la parte solistica al flauto. Virtuoso per l’occasione è Pier Filippo Barbano, giovane di alta formazione milanese, primo flauto dell’Orchestra di Fondazione Arena, al suo debutto come solista sul palcoscenico veronese. 

Il programma è concluso dalla Sinfonia n. 100 in Sol maggiore che Haydn scrisse per Londra nel 1794. Il brano, dall’organico leggermente più ampio rispetto alle due opere di Mozart presentate in questo stesso programma, rappresenta l’esempio perfetto di sinfonia classica e forma-sonata. Strutturata in quattro movimenti, dove il primo Allegro è preceduto da un’introduzione lenta e grave, e il terzo è nella canonica sequenza Minuetto-Trio-Minuetto, ha fra le sue peculiarità l’assenza di un vero e proprio tempo lento (in sua vece l’Allegretto) e un articolato Finale: in entrambi questi tempi compaiono percussioni insolite ed esotiche (all’epoca emblematicamente “turche”) che valsero alla sinfonia l’appellativo di “Militare”. Proprio nel cuore del secondo movimento l’orchestra tace e a rompere il silenzio è il richiamo della tromba sola, che sarebbe stata citata da Mahler con il celeberrimo avvio della sua magniloquente Quinta sinfonia, udita nel 1° appuntamento sinfonico della Fondazione. Sul podio dell’Orchestra areniana, sale per la prima volta l’esperto Enrico Onofri, maestro italiano dalla formazione spiccatamente classica e barocca e dalla carriera internazionale, con diversi incarichi stabili in Italia e all’estero, fra cui la Filarmonica Toscanini.  

I primi due concerti del 2023 si collegano idealmente fra loro e col Festival Mozart a Verona che ne ha celebrato in gennaio l’italianità. La ricca e variegata Stagione Sinfonica prosegue con questo e altri interessanti percorsi musicali che abbracciano oltre quattro secoli. Il 2° concerto sinfonico apre al pubblico venerdì 3 marzo (alle 20) e replica sabato 3 marzo (alle 17.00). È ancora possibile acquistare biglietti, abbonamenti e i nuovi vantaggiosi mini-carnet da 3, 6 o 9 serate a Teatro al link https://www.arena.it/it/teatro-filarmonico

 
 
Classe 1959. Sono iscritto all’ordine dei giornalisti dal 1983. Sono stato il responsabile dell’ufficio stampa di Amia per oltre trent’anni. Appassionato di storia e cultura veronese ho fondato la rivista Civiltà veronese e una casa editrice che ha pubblicato importati volumi, tra cui alcuni racconti inediti di Emilio Salgari e “Le invenzioni del cerusico coltelli di Berto Barbarani”. Appassionato di storia religiosa ho pubblicato oltre mille schede biografiche di santi, beati, venerabili e servi di Dio. Dopo aver fatto il parlamentare, il sindaco e il consigliere comunale, da pensionato voglio torno ad occuparmi di quanto mi appassiona.

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