Astensionismo e legge elettorale

 
 

Giorgio Massignan

1979, elezioni politiche: votanti 90%.

2012, elezioni comune di Verona: votanti primo turno 69,64 %

2012, elezioni regionali Sicilia: votanti 47,41%

2013, elezioni politiche, relative alla XVII legislatura: votanti 72%.

2015, poco meno di 19 milioni di cittadini sono stati chiamati al voto regionale: votanti 52,3%.

2015, elezioni amministrative per 1.060 comuni italiani: votanti 64,9%

2017, elezioni amministrative comune di Verona: votanti primo turno 58,81%; votanti ballottaggio 42,39%

2017, elezioni regionali Sicilia: votanti 46,76%

La percentuale di coloro che si astengono, dal 1979 è in continuo aumento ed ora, in alcuni contesti, è addirittura maggioranza.

Se al numero di coloro che disertano i seggi si aggiungono le schede bianche o nulle, l’Italia risulta lo stato europeo al primo posto come percentuale di astenuti.

Perché questo aumento costante e continuo della disaffezione degli elettori a partecipare alle elezioni? I motivi sono tanti e complessi; ritengo di averne individuati alcuni:

a) la mancata caratterizzazione delle diverse proposte politiche che di fatto omogenizzano il programma dei principali partiti;

b) la consapevolezza che i programmi espressi in campagna elettorale, pressoché simili tra loro, non saranno rispettati e non modificheranno la vita dei cittadini;

c) la crisi dei partiti che hanno perso il contatto con il territorio e non sono più in grado di mobilitare gli elettori;

d) l’aumentata sfiducia nei confronti dei partiti e delle istituzioni che fa considerare il voto inutile.

Il calo della percentuale dei votanti ha contribuito ad aumentare il potere dei cosiddetti signori dei voti; personaggi ambigui che, con metodi spesso ai limiti della legalità e comunque lontani dalle tematiche politiche, sono in grado di portare alle urne migliaia di elettori.

Nelle recenti elezioni siciliane, quasi tutti i partiti, dall’Udc al Pid, passando da Pdl, Mpa e Pd, si sono avvalsi di questi procacciatori di voti che hanno fatto eleggere decine di inquisiti.

E’ già stato dimostrato che in parecchie realtà territoriali, la cosiddetta malavita organizzata, anche attraverso questi signori del voto, abbia influenzato l’esito delle elezioni e la conseguente formazione delle giunte amministrative. Certe scelte urbanistiche assurde, con conseguenti scandali, sono figlie di questo meccanismo. Esiste il rischio concreto che questo cancro possa trasformarsi in metastasi ed ammalare l’intera nazione.

Oltre a tutto ciò, contribuirà ad aumentare l’astensionismo anche la legge elettorale che “permette” al partito che uscirà vincitore di fare accordi con chiunque gli consentirà di arrivare al 50 + 1, senza avere l’obbligo preventivo di informare gli elettori con chi si alleerà e conseguentemente con quale programma e con quale linea politica intenderà governare il paese. Si pretende di chiedere al corpo elettorale di dare il proprio voto, senza informarlo preventivamente  quale tipo di governo andrà a favorire. Se per ipotesi un partito, o una coalizione, non arriverà al 50+1, evento molto probabile, sarà possibile che qualche componente di una coalizione si sfili per inciuciare e raggiungere la maggioranza con il partito o la coalizione avversaria. Per esempio, potrebbe verificarsi che chi voterà il PD o Forza Italia, probabili avversari durante le elezioni, si ritrovi un governo formato dalla coalizione di centro sinistra e da Forza Italia, che assieme potrebbero raggiungere la maggioranza, lasciando i Cinque Stelle, la Destra e la Sinistra all’opposizione. Operazione politica che non provocherebbe obiezioni se potesse essere sancita da un preventivo voto popolare.

Per molti si tratta di alta intelligenza politica e di strategia sopraffina; a me invece ricorda l’esito delle votazioni al comune di Verona che, proprio per la mancanza di chiarezza, il centro sinistra non è neppure arrivato al ballottaggio.

Ritengo che se si vuole realmente arrestare l’astensionismo, è necessario che il popolo elettore sia messo nelle condizioni di eleggere i propri rappresentanti ed il conseguente governo; e non che gli venga chiesto di, con un ennesimo atto di fede, concedere alle segreterie politiche il potere di scegliere il 70% dei propri rappresentanti in Parlamento e il tipo di alleati e di governo futuri.

Concludendo, valuto che mai come in questo periodo sto ascoltando tante voci contro questa democrazia, da molti definita finta. E’ un sintomo che mi preoccupa; credo sia necessario non sottovalutare questo stato di esasperazione e intervenire prima che sia troppo tardi.

Veltroni ha ricordato, non a torto, gli anni ’30.

 
 

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