Antitrust: non solo “PagoPA”, va consentita anche la domiciliazione bancaria per pagare la TARI

 
 

Il PagoPA non è l’unica modalità di pagamento in favore delle amministrazioni pubbliche e queste non possono restringere le modalità ammesse per i versamenti come l’uso della domiciliazione bancaria per il pagamento della TARI. Lo ha evidenziato l’Antitrust con una Segnalazione del 5 novembre 2020 inviata al Presidente del Consiglio dei Ministri e all’Anci, chiedendo un intervento chiarificatore sulle modalità di pagamento che le amministrazioni pubbliche possono accettare.


L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) nella Segnalazione S4007/dsc ha formulato alcune osservazioni, al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Presidente ANCI, sulla disciplina delle modalità di pagamento alle Amministrazioni Pubbliche che – soprattutto per quanto riguarda l’identificazione dei metodi di versamento veicolati attraverso la piattaforma PagoPA e la tempistica di attuazione – è stata oggetto di modifiche, deroghe e proroghe che hanno creato incertezza nei soggetti coinvolti.

L’Autorità ha rilevato che, nonostante il Codice dell’Amministrazione Digitale preveda un obbligo generalizzato di utilizzo esclusivo della piattaforma PagoPA, le relative Linee Guida precisano che si possano affiancare anche altri metodi di pagamento, tra cui la domiciliazione bancaria (Sepa Direct Debit o SDD).

Allo stesso tempo il D.L. n. 34/2020 (c.d. Decreto Rilancio) prevede che gli enti territoriali possano addirittura “premiare” i cittadini che per i pagamenti s’avvalgano della domiciliazione bancaria, applicando una riduzione fino al 20% dell’aliquota. Inoltre, ci sono state deroghe e proroghe relative al giorno di decorrenza dell’obbligo, che è stato dapprima prorogato al 30 giugno 2020 e poi al 28 febbraio 2021.

Ad avviso dell’Autorità, tuttavia, un siffatto susseguirsi di modifiche e deroghe normative ha evidentemente generato incertezza nelle Amministrazioni Pubbliche, tanto che alcune di esse, anche importanti dal punto di vista demografico, risulta abbiano ristretto al solo sistema PagoPA le modalità ammesse per i pagamenti (escludendo, ad esempio, il Sepa Direct Debit – ossia la domiciliazione bancaria – per il pagamento di tasse come la TARI); e ciò sul presupposto dell’entrata in vigore del sistema PagoPA.

In ultima analisi, l’incertezza generata dal susseguirsi di modifiche e deroghe normative determina anche effetti sulla concorrenza, oltre che sulle Amministrazioni e sugli utenti, dal momento che ha portato all’ingiustificata e non corretta esclusione di una modalità di pagamento, quale il Sepa Direct Debit, senza che essa sia stata al contempo integrata nel sistema PagoPA, impedendone l’uso, con possibili effetti anche sull’efficienza della riscossione e sui costi sopportati dai debitori.

Sulla scorta di queste considerazioni e visti gli elementi di incertezza generati nelle amministrazioni pubbliche, l’Antitrust ritiene opportuno un chiarimento circa le modalità di pagamento che le amministrazioni pubbliche possono accettare.

Per quanto riguarda la riscossione della TARI anno 2020 da parte del Comune di Verona ai contribuenti veronesi è stato allegato come mezzo di pagamento la delega unica (modello F24). 

Alberto Speciale

 

 
 
Classe 1964. Ariete. Marito e padre. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa ed amante della trasparenza. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. Ex triatleta in attesa di un radioso ritorno allo sport.

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