Annessione illegale di Crimea e Sebastopoli: il Consiglio Ue proroga le misure restrittive nei confronti della Russia

 
 

Con la Decisione (PESC) 2020/850 del 18 giugno 2020, che modifica la Decisione 2014/386/PESC, concernente misure restrittive in risposta all’annessione illegale della Crimea e di Sebastopoli, il Consiglio dell’Unione Europea ha prorogato le sanzioni nei confronti della Federazione Russa fino al 23 giugno 2021.

 

A partire dal 2014, a seguito del non riconoscimento da parte dell’Unione europea dell’annessione illegale della Crimea e di Sebastopoli da parte della Russia, il Consiglio europeo ha imposto forti restrizioni alle relazioni economiche con la Russia con riferimento a tali territori.

L’Unione Europea, con la decisione n. 2014/119/PESC e il connesso regolamento (UE) 208/2014 ha disposto, salvo deroghe specifiche, il congelamento di tutti i fondi e le risorse economiche appartenenti, posseduti, detenuti o controllati da persone identificate come responsabili dell’appropriazione indebita di fondi statali ucraini e dalle persone responsabili di violazioni di diritti umani in Ucraina, e da persone fisiche o giuridiche, entità od organismi a essi associate, elencati in un elenco allegato a tali atti.

Con la decisione del Consiglio 2014/145/PESC e il connesso regolamento (UE) n. 269/2014 è stato disposto, attraverso il loro listing, il divieto d’ingresso e il congelamento dei beni di personalità russe e crimeane responsabili di aver messo a repentaglio la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Le liste di cui al regolamento (UE) n. 269/2014 sono state più volte integrate.

Successivamente il Consiglio ha adottato sanzioni economiche settoriali, le quali hanno avuto in un primo momento un’applicazione territorialmente limitata. In particolare con la decisione 2014/386/PESC e il connesso regolamento 692/2014 è stata vietata l’importazione di merci provenienti dalla Crimea o da Sebastopoli. In seguito, in particolare, con il regolamento (UE) n. 825/2014 tale divieto è stato esteso ai nuovi investimenti e alla vendita, fornitura e trasferimento di attrezzature e tecnologie nei settori delle infrastrutture, dei trasporti, delle telecomunicazioni e dell’energia, nonché per lo sfruttamento di petrolio, gas e minerali.

La persistente attività di sostegno di Mosca ai separatisti armati delle provincie orientali ucraine ha poi reso inevitabile l’adozione di sanzioni economiche settoriali nei confronti della Federazione Russa. Così, la decisione 2014/512/PESC e il regolamento n. 833/2014 (così come successivamente modificati e integrati) hanno imposto: (i) restrizioni finanziarie (divieto a persone fisiche e giuridiche dell’UE di investire in bonds, azioni o strumenti finanziari analoghi delle principali istituzioni finanziarie russe, nonché di alcune società energetiche e della difesa); (ii) divieti riguardanti il settore degli armamenti (embargo al commercio di tutti gli armamenti); (iii) divieto di esportare qualsiasi bene a duplice uso a un utilizzatore finale militare o per uso militare; (iv) per l’alta tecnologia (divieto di fornire servizi o tecnologie per l’esplorazione e produzione petrolifera in acque profonde, nell’Artico o per il petrolio di scisto, con esclusione dei progetti relativi al settore del Gas).

Le pressioni economiche finanziarie esercitate dall’Unione europea, non sono, ad oggi, servite a restituire la sovranità dei territori occupati nonostante le restrizioni siano state costantemente prorogate fino all’ultimo termine, 23 giugno 2021, stabilito dall’ultima  Decisione (PESC) 2020/850 del 18 giugno 2020.

Alberto Speciale

 

 
 
Classe 1964. Ariete. Marito e padre. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa ed amante della trasparenza. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. Ex triatleta in attesa di un radioso ritorno allo sport.

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