Alleanza per il 5G

 
 

Tre forze politiche diverse unite su un fronte comune: quello della difesa della scienza e degli investimenti in nuove tecnologie, per rilanciare Verona, la sua economia e i suoi servizi. È questa la richiesta di Traguardi, Azione e Più Europa, che chiedono con una sola voce che il Comune non ceda alle richieste di chi, soffiando sulle paure dei cittadini e accampando ragioni più simili alla superstizione che alla scienza, vorrebbe l’interruzione della sperimentazione della tecnologia 5G.

«La nostra città non può in poche settimane passare da essere uno dei capoluoghi capofila della sperimentazione 5G nel Paese a l’ennesimo comune che, con un atto arbitrario e “di pancia”, interrompe l’implementazione di questa tecnologia – spiega Pietro Trincanato, presidente di Traguardi – È noto che il nostro Paese ha una normativa in materia di esposizione alle onde elettromagnetiche assai più restrittiva rispetto ai parametri europei, e tutti gli enti di tutela preposti a vigilare sulla salute dei cittadini e sui rischi connessi alle nuove tecnologie sono fermamente ancorati al principio di precauzione, in base al quale possono essere portate avanti soltanto sperimentazioni che non comportino alcun rischio per la popolazione. Non possiamo accettare che questo stesso principio venga chiamato in causa per giustificare uno stop alla sperimentazione che sarebbe figlio solo di paure ingiustificate e di generiche “sensazioni” da parte di proponenti e amministratori. Compito delle istituzioni e della politica è ascoltare e comprendere le legittime preoccupazioni dei cittadini per dare loro risposta, sulla base delle evidenze scientifiche. Chi invece su queste paure soffia per puro tornaconto elettorale o di visibilità, fa un pessimo servizio ai veronesi e alla nostra città, che da questa nuova tecnologia avrebbe solo da guadagnare»

«Il 5G rappresenta un’opportunità cruciale per il nostro paese e la nostra città: la nuova società che avanza è basata sull’interazione degli oggetti, in cui vari dispositivi wireless comunicano direttamente tra di loro e sono parte di sistemi complessi. Avremo quindi non solo fabbriche intelligenti ma anche ospedali, città, uffici, imprese e filiere economiche intelligenti. È un processo ineluttabile e globale che senza la rete 5G semplicemente non può esistere – prosegue Marco Wallner, coordinatore di Azione-Verona, che spiega – se non adottassimo la rete 5G, il nostro territorio e il nostro sistema economico verrebbero condannati a non essere competitivi, rispetto non solo a Francia, Germania o altre nazioni manifatturiere, ma anche rispetto a comuni o province limitrofe che adotteranno tale tecnologia. Al contrario, dobbiamo investire su un’innovazione fondamentale per la competitività del nostro territorio e del nostro sistema economico nonché per le innumerevoli applicazioni che la rete permetterà nei campi della sanità, della telemedicina, dell’organizzazione delle nostre città»

«Ci sono timori legittimi sulle nuove tecnologie ai quali bisogna rispondere con serietà e competenza – conclude Nicola Massella, di Più Europa-Verona – Quello del 5G a Verona è un caso emblematico di cosa la politica non deve fare. Molti sindaci della Provincia sono intervenuti con ordinanze anti 5G a furor di popolo sfruttando la paura per guadagnare consensi. Il tema dei rischi legati al 5G è evidentemente complesso e per decidere cosa fare è fondamentale ascoltare l’opinione di chi è del mestiere. Ad oggi la ricerca scientifica ci dice che non esistono concreti rischi per la salute. Per noi quindi lo stop alla sperimentazione è del tutto immotivato. I problemi vanno affrontati basandosi sui dati oggettivi e con cognizione di causa»

«Verona deve dire sì al 5G per poter pensare in grande il proprio futuro – concludono gli esponenti dei tre movimenti – se la sperimentazione, portata avanti in sicurezza e con tutti gli strumenti per informare e tutelare i cittadini, dovesse interrompersi, la nostra città perderebbe l’ennesimo treno per poter disporre di servizi e infrastrutture tecnologiche all’altezza della sua importanza economica e delle sfide future che la aspettano.»

 
 

3 COMMENTI

  1. Temo che ai rappresentanti dei tre movimenti sfugga il reale significato di “principio di precauzione”: è chi vuole introdurre il fattore ritenuto di rischio che deve riuscire a dimostrarne con certezza la completa sicurezza.
    Anche sull’amianto vi era la massima fiducia e ne erano stati decantati esclusivamente i vantaggi…

  2. Tante parole sono state spese, anche nelle pagine di questo giornale, per mettere in guardia dalle conseguenze gravissime dei 5g. Per fortuna qualcuno dei politici ha dimostrato di aver capito il problema ed i suoi pericoli sulla salute e ne ha sospesa la sperimentazione. Meglio ancora sarebbe stato non autorizzarla nemmeno, ma fermarla è comunque già, a mio parere, una dimostrazione di responsabilità ed attenzione verso i cittadini.
    Invito invece chi non ha ancora capito e si ostina a supportate i 5g, a documentarsi presso fonti indipendenti e a leggere quanto sotto, la risposta del dottor Giovanni Beghini, Medici per l’ambiente di Verona, all’articolo di un ingegnere favorevole ai 5g.
    Dubito che il dottor Beghini scriva o agisca per un inverosimile “tornaconto elettorale o di visibilità”.
    Al contrario, penso piuttosto sia interessato ed abbia a cuore la difesa della salute di tutti noi, politici compresi.
    Il dottor Beghini scrive:
    “……
    Vorrei farle notare (ndr all’ingegnere) alcune grossolane contraddizioni e dimenticanze nei cosiddetti “articoli” pubblicati sul 5g. La prima è che sembra singolare che ad escludere effetti dannosi sulla salute sia un ingegnere. Che non ci siano competenze più adeguate, per esempio un medico? Chiederebbe lei il parere di un elettricista se la caldaia non funziona?
    ……
    Si citano gli strabilianti vantaggi della tecnologia 5g ma non si dà notizia che interi paesi, grandi metropoli, miriadi di comuni hanno vietato questa installazione fino a che non si avranno certezze, non ipotesi statistiche come le attuali, circa gli effetti sulla salute umana ed ambientale.

    Fra i problemi si parla solo degli effetti termici (il calore generato) ma sono trent’anni che si sa che ci sono anche effetti biologici, e sono proprio questi i più pericolosi. Essi sono studiati da centinaia di scienziati e non sono mai citati nella famosa relazione ISTISAN del dott. Polichetti. Si sa che l’ente europeo che regola le emissioni (ICNIRP) è composto per gli otto dodicesimi da persone che hanno rapporti di lavoro con le aziende della telefonia ?

    Si tratta di installare in qualche anno 20 mila satelliti, milioni di antenne, di saturare oltre ogni attuale immaginazione con le radiazioni elettromagnetiche ogni angolo della terra nessuno escluso. Se si trattasse di sperimentare un farmaco, o un vaccino, ci sarebbero molte precauzioni da prendere e si farebbe su una popolazione ben definita e cosciente di farlo. Con il 5G si fa una sperimentazione su tutta l’umanità.

    Si parla degli strabilianti vantaggi portati dalla tecnologia (medicina, logistica, domotica) ma si è riflettuto sul fatto del maggiore controllo sulle persone, della delega del potere di decidere, della subalternità alla pubblicità che ne deriveranno? E si è riflettuto sul significato in campo militare e strategico?

    Si parla poi di limiti ma non si sa che, per quanto i tecnici siano dotati di buona volontà, non possiedono attualmente strumenti in grado di misurare esattamente la quantità di energia emessa. Si è a suo tempo stabilito un limite ritenuto accettabile a 6 volt/metro per 6 minuti al giorno ma le compagnie lo vogliono portare a 61 v/m spalmato sulle 24 ore. Un valore 2400 volte più alto.

    Il governo del paese, come quello degli altri paesi, ha venduto a della aziende private le frequenze del 5G (3 bande di frequenza) il che implica che si deve sottoporre tutta la popolazione ad un aumento della pressione elettromagnetica non richiesto e non scelto. L’etere, un elemento come l’acqua, l’aria o la terra, è diventato proprietà privata.

    Ricordo che la “scienza” ha salutato con favore molte innovazioni rivelatesi poi deleterie, per esempio il talidomide, o che il progresso tecnologico ha immesso sul “mercato” via via benzene, piombo, diossina, pesticidi, amianto in nome della tecnologia e del profitto e che altra “scienza”, più avveduta ma più inascoltata, ha predicato a lungo prima che i poteri si rendessero conto dei danni causati e prendessero provvedimenti.

    Cito dalla “Laudato sì”:
    paragrafo 20: “…la tecnologia che, legata alla finanza, pretende di essere l’unica soluzione ai problemi, di fatto non è in grado di vedere le molteplici relazioni che esistono tra le cose e per questo, a volte, risolve un problema creandone degli altri.”
    paragrafo 109: “Il paradigma tecnocratico tende ad esercitare il proprio predominio anche sull’economia e sulla politica. L’economia assume ogni sviluppo tecnologico in funzione del profitto senza prestare particolare attenzione a eventuali conseguenze negative all’essere umano. La finanza soffoca l’economia reale….”
    paragrafo 117: “La mancanza di preoccupazione per misurare i danni alla natura e l’impatto ambientale delle decisioni è il solo riflesso evidente di un disinteresse a riconoscere il messaggio che la natura porta inscritto nelle sue stesse strutture….”
    Cordiali saluti, con disponibilità ad aprire un dibattito o fornire documentazione adeguata,
    dottor Giovanni Beghini, dei medici per l’ambiente di Verona”.

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