“Una Colombia – Canzone del viaggio profondo“: un itinerario raccontato in un libro e rievocato in un incontro con Alberto Bile, giovedì 11 gennaio alle 20.30 (sala Africa di fondazione Nigrizia, vicolo Pozzo, 1), organizzato da libreria Gulliver in collaborazione con Nigrizia, ad ingresso libero.
Il libro – Paese già noto attraverso le parole di Garcia Marquez o di Santiago Gamboa, la Colombia si estende fra vette andine, coste caraibiche, giungla amazzonica, siti archeologici, cittadine coloniali, metropoli in continua evoluzione come Bogotà e Medellin, finalmente sdoganate da una triste fama che ora riviviamo solo nei serial tv; il libro di Bile racconta un viaggio di due mesi da Bogotà a Cartagena, attraverso alcuni dei più interessanti microcosmi colombiani: la metropoli e la campagna, i paesi coloniali e la Sierra Nevada, la Guajira e il Caribe. Lontano da luoghi comuni da cartolina e narcotraffico, l’autore rivela un paese reale, nelle sue eccellenze e nei suoi dolori: dal “racconto orale” alle biblioteche rurali, dal fratello del Nobel agli indigeni della Sierra Nevada, dagli operai della pietra al Festival di tamburi africani, dal pescatore che prega di tornare povero al “pentagrammatore di parole”. Tra “días fértiles” e “días lúgubres”, questo racconto è “una borsa di libri e vestiti sporchi, una salsa sublime e sudata, una Colombia fra mille Colombie“.
L’autore – Alberto Bile (Napoli 1987) è laureato in Scienze della Comunicazione Pubblica e Sociale all’Università di Bologna con la tesi “Bogotà 2012. Realtà immaginari urbani”, dopo una carriera universitaria “in viaggio” tra Napoli, Salamanca, Barcellona e Bogotà. Dal 2014 scrive di Mediterraneo e America Latina su Erodoto108 e sui blog personali www.ovunquevada.it e www.unacolombia.com. Nel 2015 ha creato la campagna di crowdfunding “Arrebol, luci sulla Colombia” per realizzare il viaggio descritto nel libro. Con Dante&Descartes ha curato la traduzione in spagnolo de “I portatori di libri” di Ettore Mo e ha pubblicato nel 2016 “Libri a dorso d’asino. Storie e strade colombiane”. Nello stesso anno è partito per il servizio civile in Argentina, tornando in Italia, come dice il poeta, “más viejo sí…¡pero con más canciones!”.