Al teatro Laboratorio “Lo Straniero” di Albert Camus

 
 

Da oggi fino a venerdì 9 dicembre alle ore 18.30 allo Spazio Archivio del Teatro Scientifico – Teatro Laboratorio in via Tommaso da Vico è di scena “Lo straniero” di Albert Camus, pubblicato nel 1942 da Gallimard e considerato dai critici uno dei romanzi capitali della letteratura universale. Camus racconta la storia di un delitto assurdo e denuncia l’assurdità di vivere e dell’ingiustizia universale.

La storia, narrata dallo scrittore francese nel romanzo, si sviluppa in una immaginaria aula di tribunale, dove Meursault rivive gli ultimi istanti della sua vita. In scena si ripercorre il processo e la condanna dell’impiegato, che lentamente s’impadronisce di sé e arriva all’anticonformismo che lo rende appunto “straniero” rispetto al mondo, vittima consapevole della condizione umana.

Simeone Latini interpreta Meursault e porta in scena con la regia di Lelio Lecis una riduzione de “Lo straniero” trasformata in monologo. Lo spettacolo mette a fuoco il senso dell’assurdo di una vita nella quale anche la morte e un casuale omicidio possono condurre alla coscienza d’essere e di sentire.

I costumi sono di Marco Nateri, la scenografia di Valentina Enna, le musiche di Peter Gabriel, l’assistente alla regia è Julia Pirchl, con la direzione tecnica di Lele Dentoni e la fotografia di Francesca Mu. Lo spettacolo è una produzione Akroama teatro stabile d’innovazione.

È la storia di Meursault, un piccolo impiegato che vive ad Algeri e che conduce un’esistenza chiusa in uno squallido conformismo. Un giorno, quasi per caso, uccide un arabo. Arrestato, non tenta neppure di difendersi: viene processato e condannato a morte. Ciò che però determinerà la condanna del giudice non sarà tanto questo episodio, quanto l’atteggiamento indifferente tenuto da Meursault. Durante il processo viene discusso, più che l’assassinio, il fatto che l’imputato sembri non provare alcun tipo di rimorso per quello che ha fatto. Non è tanto l’aver ucciso un uomo che desta stupore, ma tutte le stravaganti iniziative dell’imputato: di fronte alla morte della madre, sembra non provare alcun tipo di emozione, rifiuta di vederne le spoglie, preferisce bere caffé e fumare vicino alla bara, destando perplessità nelle persone che lo osservano; il giorno successivo alla morte della madre va a vedere un film comico al cinema con una donna conosciuta poche ore prima, come se nulla fosse accaduto. Meursault non tenta nemmeno di trovare il perdono attraverso Dio, che considera una “perdita di tempo”, rifiutando il conforto del prete: nel tentativo di rigettare la proposta del cappellano di conversione alla fede cristiana dal suo stato di ateismo, o meglio di apatia, Meursault ha un accesso di rabbia e, venendo alle mani col prete, sfoga su di lui le sue frustrazioni mostrandogli quanto può essere assurda la condizione umana; esprime così nelle sue parole tutta la sua angoscia personale per l’insensatezza della sua libertà, della sua esistenza e delle sue responsabilità.

Nessuno, secondo lui, ha il diritto di giudicarlo per le sue azioni o per quello che è, e nessuno, quindi, può arrogarsi il diritto di giudicare un altro uomo. Il racconto si chiude con Meursault che realizza quanto l’universo stesso sembri indifferente rispetto all’umanità; ed è in una delle notti precedenti all’esecuzione capitale che l’uomo sembra trovare finalmente un momento di “felicità” nella sua indifferenza verso il mondo e nella mancanza di significato e senso che egli riscontra in tutto ciò che lo circonda.

Al termine dello spettacolo è previsto un aperitivo. Prenotazione obbligatoria inviando una mail a [email protected]http://www.teatroscientifico.com

 
 
Classe 1959. Sono iscritto all’ordine dei giornalisti dal 1983. Sono stato il responsabile dell’ufficio stampa di Amia per oltre trent’anni. Appassionato di storia e cultura veronese ho fondato la rivista Civiltà veronese e una casa editrice che ha pubblicato importati volumi, tra cui alcuni racconti inediti di Emilio Salgari e “Le invenzioni del cerusico coltelli di Berto Barbarani”. Appassionato di storia religiosa ho pubblicato oltre mille schede biografiche di santi, beati, venerabili e servi di Dio. Dopo aver fatto il parlamentare, il sindaco e il consigliere comunale, da pensionato voglio torno ad occuparmi di quanto mi appassiona.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here