AGSM, PD e Traguardi: “Si prenda una decisione”. Venturi sibillino: “Futuro nelle mani di un imprenditore veronese?”

 
 

“Sul tema delle aggregazioni vogliamo evitare la caciara politica: quando parliamo di A2A piuttosto che di Dolomiti Energia, Iren, Hera o Eni non guardiamo a chi governa il Comune di Milano, quello di Trento o Bologna, la Regione Lombardia o Il Trentino Alto Adige. Diciamo soltanto che dopo decenni di inconcludenti ragionamenti sullo sviluppo della nostra principale multiutility, è venuto il momento di decidere. E’ evidente a tutti che la sola alleanza con Vicenza non sarà sufficiente a renderci forti sul mercato e a dotarci degli impianti che ci mancano”.

La preoccupazioni sono del gruppo PD e Verona Civica-Traguardi, che individuano un problema di strategia non solo in Agsm.

Altrettanto lampante è che la città è alle soglie di una pericolosa emergenza rifiuti certificata anche dall’ultimo decreto con cui il Presidente della Regione ha prolungato di altri tre mesi il permesso di usufruire della discarica tattica di Sant’Urbano.

Basta dunque tamponare e basta temporeggiate: per Agsm e Amia serve una soluzione industriale in grado di rimettere le nostre aziende nelle condizioni di continuare a svolgere i loro compiti a servizio della comunità veronese.

Il territorio soffre di carenze strutturali nel trattamento finale dei rifiuti e delle acque. Che si tratti di collaborazioni, alleanze o fusioni, i passi da compiere dovranno metterci in grado di supplirvi e allo stesso tempo farci guadagnare peso specifico per essere competitivi nel mercato del gas e dell’energia.

La questione è pertanto squisitamente tecnica ed economica. Non dovrebbe spaventare la complessità di una aggregazione anche a 5 soggetti.

Deve però essere chiaro che la conclusione delle partite aperte ormai da decenni non è più rinviabile, Verona ne uscirà bene soltanto se sul consueto calcolo delle poltrone prevarrà la trasparenza e l’interesse generale della città.

Non usa mezzi termini invece l’ex Presidente Fabio Venturi, secondo il quale da Palazzo non sanno bene cosa fare e teme che il futuro dell’Azienda possa essere deciso altrove.

“AGSM è allo sbando. Non esiste strategia cittadina, non esiste guida politica, non esiste guida amministrativa. Da una parte un bilancio che segna tanti numeri negativi, dall’altra un’Amministrazione che non sa cosa fare. Un giorno la fusione con AIM, un altro gli asset di ASCOPIAVE, un giorno le quote ad A2A, un altro la lettera di DOLOMITI e ALPERIA. E l’Albania come errore capestro, poi come grande opportunità, poi il silenzio assordante. E i mesi, 24 proprio ieri, passano inesorabili. Siamo in mano a dilettanti, questa la verità. La sensazione è che il disastroso futuro di AGSM e AMIA e della nostra città lo stiano decidendo altrove. E aumenta la sensazione che ci sia proprio una strategia occulta, con un industriale veronese, con sede fuori città, che ci stia “sguazzando”“.

 
 

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