Agone politico infuocato, il vulnus Sovrintendente infervora gli animi

 
 

“La decisione assunta la scorsa notte dal Consiglio di indirizzo di Fondazione Arena, a maggioranza, contro il parere del Sindaco e dei consiglieri da lui nominati, di inviare al ministro Sangiuliano il nome di Cecilia Gasdia per la ratifica a nuovo Sovrintendente sconcerta e preoccupa. Essa è il segno della resistenza opposta dagli interessi più conservatori della nostra città al vento di rinnovamento portato dalla nuova amministrazione”.

Si esprime così il Coordinamento Damiano Tommasi Sindaco indicando le motivazioni che hanno portato alla scelta.

“Si tratta della coerente conclusione di un percorso iniziato settimane fa dalla Camera di commercio di Giuseppe Riello, che ha voluto spostare la discussione su un piano politico, schierandosi aprioristicamente per l’attuale Sovrintendente, prima di qualsiasi confronto di merito con il Sindaco e gli altri soci.

Allo stesso modo, stupisce la scelta di Generali-Cattolica Assicurazioni, istituto di dimensioni e respiro finanziario europeo e non locale, che ha finito per avallare le scelte dell’altro socio privato in modo acritico ed istituzionalmente discutibile. Più scontate, anche se non giustificabili, le posizioni del Governo e della Regione, politicamente ostili all’attuale amministrazione veronese.

La proposta a Sovrintendente di Lyndon Terracini, fatta dal Sindaco, ha avuto il senso di promuovere per Fondazione Arena una nuova stagione gestionale nel segno della internazionalità, della innovazione delle proposte culturali, della promozione dell’opera veronese nel mondo, di professionalità garantite nei ruoli specifici dell’azienda – Sovrintendenza e Direzione artistica – con personalità distinte di altissimo livello”.

Il Coordinamento Damiano Tommasi Sindaco passa poi ad analizzare l’operato di Gasdia.

“I risultati dell’attuale Sovrintendente sono apparsi inadeguati sotto diversi profili: sul piano artistico, per il repertorio ripetitivo e scontato e le prestazioni degli artisti inficiate dall’intasamento del calendario causato dagli spettacoli dell’Extralirica; sul piano economico, per la mancata presentazione di un piano di risanamento della pesante situazione debitoria; per l’inadeguata promozione dell’ente all’estero; per i successi contabili derivanti dai generosi proventi elargiti dallo Stato come “ristori” nel periodo della pandemia e per la disastrosa gestione delle relazioni sindacali; sul piano giudiziario, per l’inerzia dimostrata dopo la recente pesantissima inchiesta della Guardia di finanza e della Direzione Antimafia di Venezia riguardante il sospetto di sovrafatturazioni milionarie perpetrate per anni da personale dell’ente; sul piano dei rapporti con la collettività veronese, per il mancato collegamento con il mondo dei giovani, delle scuole, della formazione, delle istituzioni culturali.

Una gestione che ha badato ad una mediocre ordinaria amministrazione senza quello slancio e quella visione ampia, aperta ed internazionale che una macchina dello spettacolo così straordinaria come Fondazione Arena meritava”.

In direzione opposta il commento del capogruppo in comune di Verona Domani Paolo Rossi.

“Si può, senza paura di essere smentiti, parlare tranquillamente di una sconfitta di natura amministrativa, gestionale e politica da parte del sindaco Tommasi. L’evidente inesperienza abbinata alla mancanza di dialogo e lungimiranza, l’ha esposto ad una nuova e cocente batosta, riuscendo a spaccare e dividere il Consiglio di indirizzo. Lo scontro frontale, senza cercare mediazioni, accettando la riconferma di Gasdia e nominando un direttore generale di sua fiducia per la parte amministrativa, come consigliato pubblicamente da Gianmarco Mazzi, sottosegretario al ministero dei Beni Culturali, è stato un errore.

“Una strategia totalmente fallimentare come peraltro già avvenuto con il caso Agsm – conclude Rossi – che porta la città all’ennesimo flop di questa amministrazione di centrosinistra”.

 
 

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