Aeroporto Catullo – Patti chiari?

 
 

Amicizia lunga?

Il 10 è scaduto e i patti parasociali, quelli che il sindaco aveva annunciato di non rinnovare, sono stati prorogati.

Almeno fino al 31.12.19, ma c’è un ma.

SAVE ha riso della proposta di investimento del fondo australiano, dichiarando che non venderà mai, e piuttosto compra tutto lei.

Questo era il vecchio scenario contenuto, probabilmente, nei vecchi patti (quelli prorogati ndr).

In realtà la spocchia non è dei soci forti di SAVE quelli che l’hanno finanziata per circa 800 milioni (Deutsche Bank e Infravia che ne detengono più del 80%), ma è del socio ormai debole di SAVE, il Doge, che ad aprile sarà scaduto come il pandoro dalla presidenza della società, e nulla potrà più decidere.

Già abbiamo dato nota che lo sostituirà Fabio Battaggia, che dovrà far quadrare i conti sballati di SAVE e, con buona pace di tutti, già ad allora avremo salutato il Doge, mettendolo sulla bissa a urlare alle sue vogatrici di remare in fretta da Verona a Venessia.

Forse ora vedremo un nuovo AD, e magari un rimescolamento del CDA, e forse vedremo i soci del Catullo proporre un nuovo progetto di espansione, che probabilmente assomiglierà a quello proposto dal First State Investment, ma dell’advisor londinese che ha realizzato quello del famoso Sixiang Holding che sempre aleggia su Montichiari.

Quindi il prolungamento dei patti servirà per mettere alle corde il Doge, e andare al vedo con i suoi soci forti.

Non c’è dubbio che Venezia Marco Polo non possa arrivare a superare il traffico che ora ha, se non marginalmente, e quindi i mirabolanti 20 e più milioni di passeggeri, con lo sfiocco della TAV, e il raddoppio della pista, erano, come sono, le fake news confezionate per consegnare il pacco, e nel pacco il tentativo era di spegnere Catullo e Montichiari (e per quest’ultimo ci sono riusciti), e ridurre Treviso ad un massimo di 3/3,5 milioni di passeggeri, il tutto per portare l’impossibile a Venezia.

Ora sarebbe giunto il momento di vedere davvero “The fabulous eighteen” del territorio, sedersi intorno al tavolo e superare gli steccati di bandiera, per arrivare all’obiettivo di rilanciare il territorio.

La paternità dell’operazione non è necessario attribuirla, l’importante è la madre…

Dai nemici mi guardo io, dagli amici mi guardi Dio.

Gerardo Grote

 
 

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