Aeroporto Catullo – Ma in che mani siamo?

 
 

Una mano lava l’altra…

Ormai la notizia e l’imbarazzo sono pubblici.

Siamo alle comiche e speriamo finali.

Parliamo della chiusura dello scalo per incompetenza e superficialità a causa del “collasso” di un raccordo realizzato da meno di 24 ore.

Una gestione dell’emergenza la cui eco è ancora nell’aria, passeggeri dirottati a Bergamo, Bologna, Milano Malpensa (non a Venezia…) e quindi fuori dal sedicente sistema aeroportuale del Nord-Est.

La Pista…

Un raccordo di pista che si rompe dopo molti anni di esercizio ci può anche stare, ma una impraticabilità dopo poche ore di vita mette in dubbio tutta l’organizzazione del Catullo nel gestire una infrastruttura dello Stato, quale è un aeroporto.

Ma quello che stupisce è che nonostante le ripetute dichiarazioni dei Presidenti Arena e Marchi circa il Sistema Aeroportuale del Nord-Est, ed in particolare lo scalo di Brescia sempre assurto a ruolo di 2^ pista di Verona, è il fatto che i dirottamenti siano andati ovunque e non sulla cosiddetta naturale 2^ pista, o quantomeno in un uno dei tanto reclamati aeroporti del sistema.

Il tutto con buona pace dei passeggeri provenienti dal sud del continente Africano (Madagascar) che, dopo un lungo viaggio partiti da un funzionale, e funzionante, aeroporto Africano, dopo uno scalo a Roma dalla durata incerta, hanno dovuto recarsi a Malpensa e da lì dopo molte ore sono arrivati finalmente a Verona in autobus.

Tutto ciò a conferma della scarsissima dimestichezza di SAVE nella gestione operativa del business aeroportuale, e soprattutto una assenza di capacità specifiche che dovrebbero essere poste in essere per evitare ulteriori imbarazzanti situazioni simili in futuro.

Importante evidenziare come la società Catullo sia stata completamente assente nel comunicare ai propri clienti gli accadimenti, e le soluzioni poste in atto per risolvere la problematica.

Per ipotesi, se la rottura della pista si fosse verificata con un decollo o con un atterraggio, cosa sarebbe accaduto?

La stampa riporta solo fonti della polizia di stato tra coloro che hanno appropriatamente e tempestivamente comunicato gli accadimenti, e sedato i rivoltosi.

A quanto e a cosa ancora dovremo assistere?

I soci non si svegliano nemmeno con le campane a morto…

Chissà cosa lavano insieme le mani…

 

 
 
33 anni, parte di questi trascorsi inutilmente nel tentativo di scrivere una biografia seria e sensata. Forse questa è la volta buona (lo dico sempre!). Italiano e veronese, amante della comunicazione con ogni mezzo e a (quasi) ogni costo. Hellas Verona nelle arterie, musica jazz e le parole di un caro amico al momento giusto. Con la famiglia di VeronaNews per dare il meglio di me alla città che più amo al mondo.

2 COMMENTI

  1. Cosa dobbiamo aspettarci difronte allo smantellamento di gran parte dell’apparato organizzativo del Catullo, trasferito in gran parte a Venezia?
    Venezia tratta il Catullo come un povero profugo sul barcone che affonda. Fino a quando? Gradite smentite serie!

  2. Save ha promesso rilancio, crescita, sviluppo, ma non sanno fare altro che affidare al nostro scalo “scarti”: gli unici voli che abbiamo sono quelli per l’Albania, la Moldavia, il Kosovo…di passeggeri e di destinazioni “normali” non se ne vedono più da anni. Dopo Air France ci lasceranno anche British e Air Dolomiti? Se succederà meglio chiudere e basta.

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