Aeroporto Catullo – La “visione” del passeggero

 
 

Progetto Romeo: il passeggero mobile, “alti e bassi”

Torniamo ancora su quanto apparso sui giornali in questi giorni circa lo scintillante “Progetto Romeo” che dovrebbe costituire il caposaldo dello sviluppo dell’aeroporto di Verona, con sfavillanti ed efficienti nuove strutture.

Entriamo nel nuovo terminal e cerchiamo di capire se, oltre all’aumento degli spazi commerciali delle partenze, ci sia qualcosa di significativo, di importate, per il raggiungimento degli ambiziosi traguardi di traffico che il nostro territorio attende da tempo, e da tempo merita.

La prima cosa che salta all’occhio sono i banchi check-in, in aumento da 40 a 46: una super crescita! Se, come sanno i progettisti, un banco check-in vale mediamente 100.000 passeggeri all’anno, con 46 banchi si possono gestire poco più di 4 milioni e mezzo di passeggeri.
Ohibò, questo non sembra essere un buon segnale, quindi lo sviluppo possibile sarà oggettivamente limitato… oppure trasformato in voli low cost che necessitano di molti meno banchi check-in? (cosa sempre smentita dal Presidente Arena?). Crediamo sia stata pensata la seconda ipotesi e speriamo di sbagliarci. Peccato che dei 2 attori principali del low cost europeo, EasyJet non ci pensi prorio a Verona e Ryanair si sia concentrata, anche per l’estate 2019, su Bergamo, Bologna, Treviso, Malpensa e anche Venezia Tessera, riducendo persino l’operatività su Verona.

Ma, coltivando i nostri dubbi, continuiamo il nostro giro nel Terminal Romeo. Al primo piano vengono proposte 3 sale di imbarco, con relative uscite, che dovrebbero essere collegate direttamente all’aereo.

Almeno così ci era stato raccontato dagli amministratori della Catullo in molteplici occasioni, già alcuni anni fa (Presidente Arena Settembre 2015 e foto). Adesso invece sembra, ma magari ci sbagliamo, che siano letteralmente stati “tagliati i ponti”, anzi i pontili, agli imbarchi… forse per risparmiare.

Questo significa che il povero passeggero del volo in partenza magari per Roma, Catania o Londra vedrà l’aereo di fronte al terminal, starà aspettando, come avviene a Roma, Catania e Londra che la hostess lo accolga a bordo indicandogli il posto e pazienza se fuori sta piovendo a dirotto o c’è la calura del meriggio estivo: il pontile sarà condizionato e ben protetto dalle intemperie.

Invece cosa avviene? Il pontile non c’è (poffarbacco!), il malcapitato passeggero deve scendere una scala con il trolley al seguito, che normalmente perde le ruote nei sobbalzi sui gradini, mentre il suo padrone perde la pazienza. Una volta giunto sul piazzale, il nostro passeggero potrà gustare un ultimo assaggio del meteo locale, prima di mettersi in coda su una scaletta che lo porterà in aerei parcheggiati proprio di fronte al terminal che aveva lasciato in precedenza. Questa situazione non c’è a Linate, Bergamo, Venezia, Malpensa, Genova ecc. ecc. e lascia una pessima ultima immagine della città, che magari si è amata nella splendida visita degli ultimi giorni.

Ma il nostro passeggero è caparbio e decide di tornare a Verona, e all’arrivo al Catullo, per un gioco del destino beffardo, gli parcheggiano l’aereo in corrispondenza di uno dei 3 nuovi gates, proprio uno di quelli da cui era partito. Esce dall’aereo, scende la scaletta, prova l’ebbrezza del meteo del momento, entra nell’avancorpo, sale le scale, sta attento al trolley nuovo che ha comprato, percorre un corridoio al primo piano e poi scende altre scale (forse mobili?) per arrivare negli arrivi, (che tra l’altro rimangono “vintage” e non vengono ampliati come già abbiamo avuto modo di raccontare). E infine, dopo aver ritirato il bagaglio sui pochi nastri esistenti, si ritrova fuori libero di incontrare la sua Giulietta che lo aspetta con ansia, e dimenticare il trauma dell’arrivo…

Insomma il Progetto Romeo propone un terminal che di sicuro ha ampliato le scale: c’è che scende, e c’è chi SAVE!

 
 
33 anni, parte di questi trascorsi inutilmente nel tentativo di scrivere una biografia seria e sensata. Forse questa è la volta buona (lo dico sempre!). Italiano e veronese, amante della comunicazione con ogni mezzo e a (quasi) ogni costo. Hellas Verona nelle arterie, musica jazz e le parole di un caro amico al momento giusto. Con la famiglia di VeronaNews per dare il meglio di me alla città che più amo al mondo.

6 COMMENTI

  1. ci sono varie cose da capire:
    – secondo il MP si dive il tutto in 3 fasi 2020-2025-2030, da quanto strombazzato e visto sembra più la seconda fase al 2025.. ciò vuol dire che accorpano la prima? anche perchè il passaggio tra partenze ed arrivi (airside) è previsto nella seconda fase. è anche vero che ormai siamo molto vicini alla scadenza del 2020. http://www.va.minambiente.it/File/Documento/162335
    – questione finger spinosa, privarsene è una fregatura, il ceo di airdolomiti lo ha detto il mese scorso che servono. 2 ne hanno anche a Bergamo, aeroporto “tendenzialmente” lowcost
    – cito: “Peccato che dei 2 attori principali del low cost europeo, EasyJet non ci pensi prorio a Verona” in realtà queste due compagnie funzionano ad incentivo, quindi se si investe su nuove rotte ryanair viene senza problemi. Easyjet poi è basata a Venezia, vuoi mai che la facciano venire a Verona con vari voli come a Genova? Ah easyjet sarebbe intenzionata ad aprire voli da Heathrow a Verona una volta ampliato l’aeroporto londinese https://www.anna.aero/2018/06/14/easyjet-reveals-routes-for-potential-heathrow-base-at-anna-aero-raba-hublab-conference-18-domestic-destinations-identified/

  2. Romeo doveva essere propedeutico al progetto Giulietta che invece è stato cassato da Save perché “troppo” per una città come Verona. Non solo, Save ha ridimensionato pure Romeo, lasciando una via di rullaggio di larghezza insufficiente e pensando criminalmente di accorciare di quasi 300 metri la testata sud della pista principale, oltre la soglia pista. Trattasi di un tratto di pista strutturata, usata in passato dall’Aeronautica Militare, in calcestruzzo, che consente di allungare la distanza di decollo degli aerei, utilissima quindi per i grandi velivoli. Non solo, se riqualificati, questi 300 metri consentirebbero agli aerei di decollare partendo da una ‘holding point” più lontana da Caselle, con beneficio per l’udito dei residenti ed anche dei loro polmoni. Il tutto col beneplacito dell’ignoranza dei soci del Catullo i quali si son fidati delle locuste, senza avere un minimo di cultura aeronautica. Volendo, Verona ha ancora pochi giorni, dico pochi giorni, per rimediare; poi sarà la fine del Catullo che sarà relegato al ruolo di aeroporto regionale. Vi basta, cari Aerogestiti????

  3. avevo commentato prima ma non lo vedo. comunque riassumendo:
    1 finger necessari se li tolgono siamo ancora più dei coglioni, lo ha ribadito pure il ceo di Airdolomiti
    2 il MP è diviso in 3 fasi 2020-2025-2030, e da quello che hanno presentato si spera almeno che si vada subito alla fase 3 visto che ormai i lavori partiranno nel 2020. inoltre il famoso collegamento con scale airside partenze-arrivi è previsto solo nella seconda fase 2025.
    Quello che, oltre agli arrivi, lascia perplesso è che l’area partenze per i voli extraschengen rimanga inalterata, ed è veramente un buco!
    3 ryanair ed easyjet vengono se remunerate, quindi se la società non paga se ne vanno, treviso spende molto di piu che verona in sviluppo rotte.
    c’è da dire anche che easyjet fa base a Venezia, vuoi mai entrare in competizione con venezia?
    Nota a parte easyjet ha dichiarato che potenzialmente aprirebbe su verona da Heathrow quando lo stesso verrà ampliato, quindi non possiamo nascondere che l’interesse ci sia. https://www.anna.aero/2018/06/14/easyjet-reveals-routes-for-potential-heathrow-base-at-anna-aero-raba-hublab-conference-18-domestic-destinations-identified/

  4. Fino a che si faranno “aggiunte” al vecchio terminal non riusciremo mai a sviluppare l’aeroporto.
    Ogni modifica, nel momento in cui viene completata, è già vecchia e insufficiente.
    C’è poca lungimiranza, poca voglia di sviluppare e di spendere da parte di SAVE e (quasi) totale noncuranza della città, sia a livello politico che imprenditoriale.
    Anche l’opinione pubblica, male informata da organi di stampa troppo allineati, non ha idea di quello che sta succedendo. C’è addirittura chi difende l’attuale situazione.
    La possibilità di sfruttare spazi per ricostruire da zero ci sarebbero. Zona Cargo, deposito carburanti, margherita nord. E invece?

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