Aeroporto Catullo – La truffa del COVID-19

 
 

Chiusi in via definitiva?

Il Coronavirus rischia di fare un morto eccellente, l’Aeroporto Catullo, già alla canna del gas, piegato dalla politica di ridimensionamento di SAVE, chiuso e senza traffico, se non qualche volo umanitario, sempreché non venga deviato a Venezia.

La Fase 2 sembra non esserci per il Catullo, e nemmeno per Brescia (per altro da quando è nato il D’Annunzio è sempre stato in Fase 1).

Da Assoaeroporti si apprende che il traffico, con le dovute cautele e misure di prevenzione, può riprendere. Qualche giornale sparava in prima pagina la riapertura di Ciampino e di Firenze Pretola.

Ma si apprende anche che ci sia la volontà di aprire un solo aeroporto per regione e che abbia superato nel 2019 i 5 milioni di passeggeri.

I dati storici di Ciampino e Firenze non sarebbero in linea, sia per la presenza di Fiumicino, che per quella di Pisa, oltre che per i numeri che non tornano.

E qui da noi?
Venezia, fatalità, la farebbe da padrona, e Verona chiuso.

La via d’uscita c’è. Leggendo il documento si rileva che tutti gli aeroporti possono fare richiesta di apertura, purché garantiscano una movimentazione pari al 50% dello scorso anno. Verona, quindi, potrebbe aprire e dichiarare circa 1,5 milioni di pax (passeggeri), cifra che potrebbe tranquillamente raggiungere con i voli domestici, essendone abituata. Basta muoversi ora con i vettori, fare piani d’incentivazione, insomma rilanciare il traffico per rilanciare l’economia del territorio.

Questo permetterebbe di riprendere immediatamente l’operatività, con ciò che ne consegue anche in termini occupazionali e di ricezione.

E perché non si fa?

Perché chi guida il Catullo ha altri pensieri ed è purtroppo nelle mani di SAVE che ha delle priorità diverse, diciamo Venezia centriche, e quindi per noi ci sarà poco. Poi per la Presidenza del Catullo non è tra le priorità riaprire essendo ormai in scadenza. I dipendenti della società di gestione sono esterrefatti dalla dissoluzione delle loro guide. Amministratore Delegato e Presidente non si vedono da un po’, sia per la questione lockdown che per la fuga dalla nave che affonda.

Non si può vivere solo di Cassintegrazione, se non si riparte adesso con ameno i vettori principali si rischia una ripresa lenta e difficile che necessiterà anni per tornare al traffico del 2019.

In questo momento il cosiddetto partner industriale dovrebbe dare un input strategico per ripartire, ma noi lo conosciamo bene il nostro partner industriale …. purtroppo.

E’ arrivato il momento di gettare il cuore oltre l’ostacolo, di chiedere quell’atto d’amore tanto declamato dal Premier Conte, e rivolgerlo al Presidente e all’AD, liberate il Catullo dalla Vostra presenza, e permettete che sia rilanciato come deve e che non muoia sotto i colpi del “Coronavairus” e con gli ulteriori atti d’amore impropri del nostro partner industriale.

I dati sono oggettivi.

La Fase 2 c’è per tutti e tutti i politici sono concentrati per far ripartire l’economia.
L’economia di Verona è legata a doppio filo al Catullo, così come alla Fiera e all’Arena, che come tutti sanno rappresentano i pilastri dell’economia veronese.

Apriamo subito! (con i DPI)

#catullolibero

 
 

3 COMMENTI

  1. Per onore di cronaca Montichiari è chiuso di giorno ma la notte ha sempre operato al 100% con i voli Cargo… bisogna anche scrivere la verità certe volte… anzi stanno operando anche due extra voli la sera, in attesa che riprenda DHL….

    • Gentile Mario,
      Non abbiamo ben capito il suo punto di vista. L’articolo punta ad evidenziare che gli altri scali si stanno muovendo per ripartire, mentre a Verona è tutto fermo. Molto facile piangersi addosso perché l’economia del territorio è a pezzi e il COVID 19 abbia fatto danni incomparabili con nessun altro evento (negli USA più morti che la guerra in Vietnam). Quello che volevamo evidenziare è che se non ci muoviamo facendo ripartire il fulcro della ripresa rappresentato dagli scali di Verona e Brescia affonderemmo sempre di più. Purtroppo sotto l’ala di SAVE finiremo per uscire da questa storia ancora più ridimensionati se non si muove la politica locale. Per quanto riguarda Brescia, non sono i quattro voli delle poste che possono salvare lo scalo Bresciano, continuerà a perdere milioni (7/8) di euro l’anno se non si investe sullo scalo!

  2. Buongiorno,
    il problema è gestione malsana e politica dei due aeroporti di verona e Brescia, una incapacità aziendale con dirigenti inetti e Incapaci di gestire manco una pizzeria d’asporto.
    Si è perso il treno molto anni fa e ora è difficile riprendere il Gap con altre realtà !!
    Il covid poteva essere per Brescia una boccata d’ossigeno per il cargo… Mentre per verona se non si apre subito credo che le compagnie scapperanno a Venezia !!
    Speriamo che riparta tutto presto…. e che si inizi ad avere gente che capisce cosa vuol dire gestire un aeroporto… perché è assurdo che Bs vr siano in questa situazione con il bacino d’utenza che hanno

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