Aeroporto Catullo – Eppur ci si muove nonostante il Covid-19

 
 

Finalmente la luce in fondo al tunnel

Mettiamo ordine e in ordine le comunicazioni della scorsa settimana.

In pompa magna si approva il bilancio del Catullo, +2,9 milioni di attivo. Andremo a vedere questi numeri, a scomporre e ricomporre siamo bravi tutti. E forse non saremo gli unici a metterci il naso.

Quindi il Presidente Arena, trionfante, ha lanciato la nuova sfida per il futuro del Catullo.

Succede, però, che il Consigliere Regionale Stefano Casali irrompe sulla scena e riprendendo un nostro articolo di denuncia, esclama che il Catullo sia in pericolo perché ancora chiuso e dichiara che o si riapre o ci si ribella.

Intervengono poi L’On. Lorenzo Fonana e l’Ass. Nicolò Zavarise, che rincarano la dose unendo la voce all’On. Comencini e alla On. Vanzo. A gran voce si chiede la riapertura immediata del Catullo per andare a programmare immediatamente i voli non appena si sia pronti a partire.

Mette bocca all’argomento anche il Sindaco che parla di costi di gestione troppo alti se si dovesse aprire ora.

Risponde il Presidente Marchi che cerca di zittire le polemiche, annunciando ancora un progetto di sviluppo di 8 anni fa … “il progetto Romeo” da una sessantina di milioni, e da una taglio netto alle palle del Catullo, perché si arriverebbe ad uno sviluppo massimo di 5 milioni.

Poi saremo “saturi” e senza soluzioni per espanderci. E chi lo spiegherà al territorio che per arrivare sul Garda devi per forza usare lo scalo di Venezia … E poi veramente la politica locale pensa di gestire l’anno delle Olimpiadi invernali del 2026 con un progetto raffazzonato come il progetto Romeo pensato per risolvere una situazione di limiti di capacità e di dignità visto le condizioni dei terminals  Totò avrebbe detto “ma mi faccia il piacere”.

Quando invece Verona e Brescia possono avere anche il doppio del traffico (ne abbiamo già scritto a profusione).

Nel frattempo ha detto anche che il Catullo riaprirà, forse dopo il 18, e non ha risposto alle domande. In ogni caso si è esaltato per i dati di bilancio, per la ritrovata squadra degli alfieri (Arena, Riello, Sboarina).

Interviene terzo estraneo l’Ambasciatore Olandese che dichiara che i suoi connazionali sono pronti a scendere in Italia, sul Garda, a Verona, ma afferma che nessuno li interpella, né programma rotte, nonostante i numeri che potrebbe garantire il traffico sia business che turistico, a conferma che se ci fosse il commerciale a Verona, e non si dovesse dipendere da Venezia, il traffico ci sarebbe anche in questi momenti difficili.

Riprendono l’argomento l’eurodeputato Paolo Borchia e l’Ass. Zavarise, che dalle nostre pagine denunciano l’inettitudine di SAVE nel gestire la ripartenza di Verona, e l’apatia del Presidente e dell’A.D.,che non abbiamo ancora capito che cosa fa in Catullo oltre al factotum della Dott.ssa Scarpa, nel non dichiarare se abbiano o meno chiesto al Ministero di far parte degli aeroporti che riaprono immediatamente.

Nell’intervista online interviene anche il capogruppo di Fratelli d’Italia in Comune, il Consigliere Leonardo Ferrari che porta acqua al mulino di Borchia e Zavarise, oltre che indicando soluzioni che cercheremo di vedere in un’intervista specifica.

Non solo, rincarano la dose sugli investimenti mai fatti e chiedono che il Partner si faccia da parte per lasciare crescere il Catullo e Montichiari.

Ritorna sull’argomento il Consigliere Regionale Casali che da l’out out o dentro con investimenti certi e strategia di sviluppo al livello di Venezia, o a casa grazie e arrivederci.

Tiriamo le somme.

Due schieramenti: i pro SAVE, Arena, Riello, Sboarina, I no SAVE, Casali, Fontana, Zavarise, Borchia, Ferrari (Leonardo), Comencini, Vanzo. C’è una terza parte che certifica il fallimento di SAVE e ne fa emergere le grossolane “balle”.

L’Ambasciatore Olandese, callidamente dichiara che o si fanno avanti le compagnie con le rotte per Verona ed il Garda, o i suoi connazionali andranno in Croazia.

Qualcuno dotato di spirito potrebbe digli, scendete a Venezia, lì in laguna trovate tutto, anche il treno che vi porta a Verona e da lì sulle Dolomiti.

Questa voce fuori dal coro, che parla senza essere stata richiesta, e per di più dalle colonne del giornale della città, certifica il fallimento della strategia di SAVE, ovvero cavalcare il Covid19 per uccidere Verona.

E’ arrivato il momento di cambiare gli interpreti, di rinnovare tutto, non si può attendere ancora, ogni minuto, ogni giorno che passa il danno è sempre più grande.

Ci sono tutti gli investimenti da pianificare per prepararsi alle Olimpiadi del 2026 e oltre, rilanciare il traffico e il turismo per il medio e lungo termine, obbligare chi interverrà nella società ad investire almeno 3/4oo milioni per ciascuna aerostazione (Verona e Brescia) ma soprattutto credere nella crescita di un territorio che non ha niente da invidiare a Venezia,  e così evitare che dal Ministero, spinti dal partner fedifrago attuino quella chiusura definitiva dei due scali in favore di chi si è saputo difendere e gestire.

Adesso accendiamo un faro.

#catullolibero #andateacasa

Gerardo Grote

 

 
 

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