Aeroporto Catullo – con Save uno scalo a due velocità… (o tre)

 
 

Lento e fermo e…

Save persevera con le sue dichiarazioni folkloristiche ed autocelebranti.

La società che gestisce lo scalo di Venezia, e che controlla quello di Verona, ultimamente con risultati non proprio allettanti (+1,4  passeggeri ad agosto contro un +7,8 di Bologna e un +8,3 di Napoli, e  +1,5 a luglio contro un +8,7 di Bologna e un +10,6 di Napoli) tenta il tutto per tutto per accaparrarsi e portare a sé gran parte del traffico del ricco nord est, puntando a far crescere Venezia a discapito degli aeroporti vicini che ha colonizzato, e quindi di Verona. (Brescia non pervenuta)

L’aeroporto di Venezia, quarto scalo in Italia dopo Fiumicino, Malpensa e Bergamo, rischia già dal prossimo anno di diventare quinto aeroporto italiano per la spumeggiante crescita dell’aeroporto di Napoli, che solo quest’anno ha quasi dimezzato il divario che lo separava dal traffico lagunare.

Il più volte annunciato allontanamento delle navi da crociera dalla laguna sarebbe poi un ulteriore colpo che potrebbe portare ad una naturale contrazione del traffico internazionale transatlantico che è tra quelli più pregiati per Save.

Quindi cosa fa Save per “chiudere il fortino”?

Non lo dice apertamente, anzi esterna l’opposto, ma noi osserviamo i fatti e ve li riportiamo.

Lo scalo di Verona 5 anni fa, con l’arrivo di Save puntvaa soprattutto su Ryanair: una delle prime iniziative è stata quella di cambiare la disposizione dei parcheggi degli aerei per fare spazio proprio al tipo di aeromobile che usa il vettore irlandese, con tanto di annunci del presidente Arena. Intanto Ryanair apriva a Napoli, Malpensa, Fiumicino, Venezia e molto altro e si spostava progressivamente dai “piccoli aeroporti” verso gli scali  maggiori.

Il progetto Verona non decolla (ah ah) come pensava e voleva Save. Se è vero che dalla prossima estate Ryanair apre un volo per Dublino -strombazzato dalla Catullo-, è anche vero che contemporaneamente chiude i voli per Amburgo, Siviglia e Stoccarda, (come si può vedere ad oggi dal sito Ryanair). Nell’estate dello scorso anno le frequenze settimanali su Verona erano 30 e nell’estate 2020 potrebbero essere 26.

E’ circolata poche settimane fa la notizia che Save, coerentemente con questo disegno, sembra che abbia tentato invano di portare in laguna lo storico volo per Mosca che tanto lavoro e sacrificio ha comportato alla gestione veronese prima dell’avvento dei veneziani (S7).

E il nostro aeroporto Catullo? in 5 anni nulla o quasi è stato fatto. Il terminal è quello di allora, i parcheggi sono gli stessi, tutto è rimasto invariato se si eccettuano alcune operazioni di poca rilevanza nei negozi dello scalo.

Negli ultimi 5 anni, per confronto, è  sufficiente vedere quello che è stato fatto, e quanto è stato investito, a Malpensa, Napoli, Fiumicino, Pisa, Bologna e in quasi tutti gli aeroporti, inclusa Venezia, per capire oggettivamente che Save non ha sviluppato nulla ma ha congelato un importante competitor, relegandolo in uno spazio e in un tempo immutabili.

L’aeroporto di Verona ha delle grandi opportunità, Brescia è senz’altro un aeroporto che nel futuro sarà la dote della Lombardia in termini di potenzialità cargo, ma anche passeggeri, e Save fino ad oggi, ha rappresentato sicuramente un “punto fermo” nella storia del Catullo, così fermo che ne ha bloccato tutte le strade per il necessario sviluppo e la conseguente crescita a tutto vantaggio di Bergamo, Bologna, Milano e perché no? anche di Venezia.

Ora Save si prepara a ricevere tutto il Catullo con i nuovi patti parasociali.

Marchi ingrasserà almeno fino a ad aprile, quando mesto dovrà lasciare la presidenza di Save a favore di Fabio Battaggia (uomo di finanza e non solo e uomo di Deutsche Bank) che certamente decapiterà il board marchiano, non avendo nemmeno sfiorato i numeri per i quali i finanziatori sono entrati in Save.

Quindi il rinnovo dei patti, e magari la sottoscrizione anche di un “importante” piano di sviluppo (ci scappa da ridere dopo 5 anni) consegnerà l’80% del Catullo a Marchi, che rimarrà in proprio… (e ci scappa di ridere anche qui), o invece sarà l’assegno di benservito da Save, mettendo in gara quelle quote che ora tiene strettamente in mano pur di uccidere il territorio.

A proposito di Olimpiadi… ci sarà la gara dei Tutti:

Tutti lenti.

Tutti fermi.

Tutti fessi.

Gerardo Grote

 
 

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