Aeroporto Catullo – A porte chiuse

 
 

Squalificato il campo

Chissà perché parla sempre lui, il Marchi, e chissà perché ha scelto proprio il Catullo, così bistrattato durante tutta la sua permanenza in società, senza investimenti e progettualità.

Oggi si è tenuto un forum del Club Ambrosetti, moderato dall’ex ministro Maroni, molto riservato e silenzioso. Dal link non si scopre molto, mentre molto si coglie dall’invito.

A leggerlo, se non fossimo tra i calvi, si rizzerebbero i capelli, e sapere che il tutto si sia svolto alla presenza del Presidente di Aerogest e del Catullo, oltre che di Confindustria, e non aver nota di posizioni opposte da parte dei politicanti (i politici sono altri) di turno, suona alquanto stonato.

“Il sistema (Aeroportuale del Nord Est ndr) gioca un ruolo fondamentale nel rilancio del Paese”. Ce lo dice il Club… Forse noi lo diciamo da tempo, e forse non siamo stati ascoltati.

Come mai non ha fatto la medesima presentazione, invece che a Verona, a Brescia? Forse che il nulla in cui versa quell’aeroporto sarebbe stato uno sfondo poco adeguato al contenuto della strombazzata?

Ora che i buoi sono scappati, il Presidente effettivo del Catullo, socio di minoranza con i patti scaduti, si gingilla con un nulla di fatto sotto il sole e ripropone la stessa minestra del 2.12.2016.

Probabilmente per ammansire gli investitori, e, perché no, fare gli auguri di Natale, il Bravo Presidente si diletta in giri dell’aeroporto e in promesse meta-elettorali.

Come diceva Totò: “Ma mi faccia il piacere!”

Il campo l’ha occupato con la forza il socio di minoranza, e così come spetterebbe a tutti, quindi anche alle Province e al Comune, non si capisce perché a chi non dovrebbe governare il Catullo sia permesso di scorrazzare, e di illustrare progetti che nemmeno sono stati approvati, oltre che condivisi, con una situazione di stallo sul rinnovo o meno dei patti para-sociali.

Il campo di gioco è del Marchi, così come il pallone e decide lui chi gioca e chi no, chi assiste e chi no.

Bene, ora cosa risponderanno dal VAR?

Gerardo Grote

 

 
 

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