Addio Paolo ‘Pablìto’ Rossi, con lui il tricolore è tornato ‘Mondiale’ nell’82.

 
 

Annus Mirabilis vs. Annus Horribilis 

1982 vs. 2020.
Italia vs. Germania Ovest.
Una lista infinita di altri “vs.”.
La sfida, rigorosamente sportiva e calcistica, come unità di misura di un talento tricolore senza troppi precedenti e, ne siamo sicuri, senza tanti eredi in futuro.

Paolo Rossi nasce a Prato il 23 settembre 1956 ma sarà in quel di Madrìd, all’età di 26 anni, che darà alla luce – per tutta la durata di quel mondiale – una delle prestazioni sportive più importanti e famose della nostra storia.
Il Mondiale vinto per 3-1 contro la Germania dell’Ovest porta nelle televisioni degli italiani i suoi gol (vincerà anche il titolo di capocannoniere), l’esultanza di Tardelli e l’incontenibile gioia sugli spalti del Presidente della Repubblica Sandro Pertini.

Un’Italia, uno sport – inutile girarci attorno – che non ci sono più.
A cui Paolo Rossi davvero mancherà molto. La sua avventura, fra Juventus, Vicenza, Como, Perugia, Milan, si è chiusa agonisticamente proprio a casa nostra.

Il gialloblù dell’Hellas Verona come ultimo atto dell’uomo-calciatore nella stagione 1986/87.


Questa notte
purtroppo il male che lo affliggéva da tanto tempo ha segnato il goal purtroppo decisivo, a 64 anni.

A darne notizia la moglie, Federica Cappelletti, sul suo profilo Instagram con una semplice scritta: “Per sempre“. Contemporaneamente, anche il vicedirettore di RaiSport Enrico Varriale: “Una notizia tristissima, ci ha lasciato un indimenticabile, che ci ha fatto innamorare tutti in quell’Estate dell’82 e che è stato prezioso e competente compagno di lavoro negli ultimi anni”.

 
 

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