Addio Henry

 
 

Ciao Henry Williams,

Sono parole che non avrei mai voluto dire. La sua morte ha lasciato in me un grande dolore perché con lui non se né va solamente un giocatore ma anche e soprattutto un grande uomo.

Quanti i ricordi legati a questo piccolo folletto del basket. È stato sicuramente il primo grande giocatore che abbia vestito i colori gialloblu.

Ho pensato parecchio prima di realizzare questo pezzo e, credetemi, non è stato facile capire cosa scrivere. Certamente il suo valore sportivo non si discute ma io vorrei sottolineare la sua grandezza come uomo.

Chi ha avuto la fortuna di giocare con lui lo ricorda ancore bene e per questo lascia senza parole la sua prematura morte.

Un amico comune, il grande Alessandro Boni, suo compagno di squadra, è ancora incredulo per quanto accaduto. Il centro della mitica Scaligera Basket mi ha confidato quanto fosse grande questo giocatore “È stato sicuramente il più grande straniero che abbia mai indossato la casacca gialloblu. Un grande giocatore dalle doti cestistiche immense. Sapeva sempre fare la cosa giusta.

Sorrideva sempre, non l’ho mai visto cupo o triste. Aveva sempre una parola per tutti. Era anche un profondo uomo di fede. Ricordo che durante le trasferte si sedeva in fondo al pullman e leggeva la Bibbia. Questo era Henry. Se decideva di spaccare in due la partita lui lo faceva. È una grande perdita non solo per tutti e per me in modo particolare che ho avuto la fortuna di conoscerlo e giocarci assieme”.

Un altro grande ex giocatore di Verona e amico personale, giunto in riva all’Adige molto giovane ha voluto lasciare la sua testimonianza.

È Alessandro Frosini il quale ora, dopo una lunga e proficua carriera, ricopre la carica di Direttore Sportivo della Grissibon Reggio Emilia.

Giunse alla Scaligera a solo 18 anni ma ricorda bene quanto fu importante Williams per Verona e di lui ha ancora adesso un vivido ricordo: “Henry rimarrà sempre nei miei ricordi, il suo arrivo cambio la stagione 92/93 e, in parte, le carriere di molti di noi.

Portò in squadra  la sua leadership silenziosa e il suo grande amore per la pallacanestro e, in qualche modo, contagiò tutti noi“.

Che fosse un grande giocatore lo testimoniano i numerosi trofei vinti in carriera ma che fosse anche un grande uomo forse non tutti ne erano a conoscenza. È qui che è nata l’esigenza di sentire Franco Marcelletti, il coach che lo ha tenuto a battesimo quando è sbarcato in Italia.

Le sue parole, miste a commozione e incredulità non lasciano nessun dubbio a proposito: “È un giocatore che ha cambiato la storia della Scaligera Basket. Noi, con il suo arrivo, da squadra da quarto/quinto posto in Lega Due nel 2002/2003, siamo diventati, poi, con la promozione, una squadra di vertice di A1. Con lui Verona ha vissuto anni memorabili. So che ha lottato sino alla fine. Un uomo che ha dovuto, nella vita superare tante difficolta. Un giocatore di 188 cm che ha dovuto lottare sempre contro i giganti.

Ricordo di lui il sorriso, prendeva tutto con gioia e questa la trasmetteva ai compagni, alla società e ai tifosi. Era un grande credente, leggeva sempre la Bibbia e divenne un pastore Battista e se la mia vita e la mia carriera sono cambiate lo devo sicuramente a lui”.

Questo era Henry Williams e così ho voluto ricordarlo.

 

 
 
Sono di Verona, nato il 15 gennaio, quindi Capricorno. Ho un temperamento deciso ma anche la giusta allegria per le origini senesi del nonno paterno. Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo conseguita con il massimo dei voti. Iscritto All’ODG del Veneto, nel tempo libero sono istruttore minibasket a Lugagnano. Scrivo per il Corriere dello Sport. Credo neello sport per tutti. Nel 2014 la mia passione mi ha portato a Sochi per seguire i Giochi Paralimpici Invernali. Amo il Teatro: Shakespeare in particolare. Mi piace il nuoto e quando posso vado in mountain bike. Sono sincero: dico sempre quello che penso. Sempre di corsa ma mi piace così.

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