Acqua potabile e stipendio DG: tra Benini e Acque Veronesi è scontro

 
 

Dire che esiste un’incertezza di fondo sulla potabilità dell’acqua è cosa grave ed equivale ad un procurato allarme e a tal proposito si ricorda che l’unico ente qualificato nel definire la potabilità dell’acqua è l’Ulss”.

Dura nota dal quartier generale di Acque Veronesi in riferimento alla denuncia del consigliere comunale Benini sulla potabilità dell’acqua nei fabbricati Agec di via Faliero.

“Sul caso sollevato dal consigliere Benini al Saval – si legge – va chiarito che un possibile problema all’interno di alcuni appartamenti non riguarda l’acquedotto, in merito al quale Acque Veronesi rassicura tutti i cittadini rispetto alla potabilità dell’acqua. Dallo storico delle analisi effettuate non si evidenzia alcun tipo di problematica chimica per le acque prodotte dalla centrale che alimenta la zona interessata”.

Acque Veronesi deve poi intervenire anche in merito agli emolumenti del proprio direttore generale che, sottolinea Benini, “si è aumentato allegramente lo stipendio in piena pandemia”.

L’esponente del PD indica “nello scorso dicembre, nel pieno del secondo picco della pandemia, il momento in cui, su proposta del Presidente del consiglio di amministrazione, il leghista Roberto Mantovanelli e con il voto unanime del cda, compresa la rappresentante di Italia Viva, il direttore generale Silvio Peroni si è aumentato del 100% la parte variabile del compenso con effetto dal primo di gennaio 2021“.

“Stando a quanto riportato nella sezione trasparenza del sito acque Veronesi – dettaglia ancora Benini -, Peroni, entrato in carica il primo marzo 2019, percepisce 120 mila euro all’anno lordi. Tale cifra viene integrata dalla parte variabile dello stipendio, che dovrebbe essere legata al raggiungimento degli obiettivi aziendali ma, come si sa come va, viene erogata praticamente sempre. Prima dell’aumento la parte variabile valeva il 20% del compenso lordo fisso. Dal primo gennaio il 20% è diventato un 40%. Si tratta di un aumento secco di 24 mila euro lordi, più o meno quanto percepiscono in un anno di lavoro due lavoratori precari che devono farseli bastare per mantenere la famiglia.

Secondo il capogruppo del PD, “l’aumento è uno schiaffo alle difficoltà economiche delle famiglie veronesi e non è rinvenibile nella sezione trasparenza del sito di Acque Veronesi“.

Secca la risposta della partecipata veronese. “Nei primi due anni la retribuzione complessiva è stata ridotta rispetto al precedente contratto sia nella parte fissa che nella parte variabile” e solo nel terzo, sulla base dei risultati ottenuti e alle maggiori responsabilità assunte, “si è ritenuto di riconoscere un adeguamento della parte variabile incentivante, che verrà eventualmente liquidata al raggiungimento degli obiettivi fissati per il 2021, quindi non prima di Luglio 2022, e che in ogni caso manterrà l’importo complessivo del contratto inferiore a quello precedente”.

“Quindi – conclude l’azienda – in merito al contratto, nei tre anni si è ottenuto un risparmio e si è promosso un nuovo orientamento che va a premiare i risultati a discapito delle vecchie rendite di posizione. È anche grazie a ciò che l’azienda ha potuto mettere a disposizione del territorio 200 mila euro per il fondo di solidarietà sociale, per le famiglie non in grado di pagare le bollette dell’acqua”.

 
 

1 COMMENTO

  1. …A nulla servono giustificazioni espresse in una situazione pandemica in cui siamo precipitati.
    Si chieda immediata espulsione del Peroni e dei diretti collaboratori. Il rischio di una risposta di piazza di. chi e’ senza alcuna entrata e’ alto e potrebbe scaturire in una rivolta su barricate

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