Abbattere le differenze uomo/donna grazie all’impegno dell’Amministrazione

 
 

Rafforzare i servizi legati alla prima infanzia, trovare soluzioni per una diversa modulazione degli orari di lavoro, al fine di renderli più compatibili con le esigenze famigliari. E, ancora, (come recentemente avvenuto per l’intervento di ampliamento del numero di stalli rosa in città), studiare soluzioni in grado di migliorare la qualità della vita della donna e non solo.  
Il ‘gender gap’ si contrasta attraverso progettualità concrete, sostenute con un bilancio che sia in grado di dare, sulla base di dati certi, risposte vere alle cittadine e ai cittadini. Una direzione intrapresa fin da subito dall’Amministrazione, sia nelle linee programmatiche che nella designazione di una delega alla Parità di genere, e che ora, con l’approvazione della mozione per l’introduzione nel Comune di Verona del bilancio di genere, punta a concretizzare con la realizzazione di questa nuova modalità di gestione, impostata attraverso un tavolo di lavoro che permetta prima la raccolta e la valutazione dei dati e poi la stesura di soluzioni concrete con gli uffici Bilancio e Pari opportunità.

La mozione, approvata la scorsa settimana dal Consiglio comunale, propone per la prima volta l’introduzione di un bilancio di genere, in grado di impostare, in un’ottica di tutela delle differenze, le scelte politiche e gli impegni economico-finanziari futuri dell’Amministrazione.

L’iniziativa è stata illustrata ieri dalla vicesindaca Barbara Bissoli e dall’assessore al Bilancio Michele Bertucco. Presenti la consigliera comunale con delega alle Pari Opportunità Beatrice Verzè e il presidente della Commissione 1^ Giacomo Piva.

“Il Comune di Verona – ha spiegato la vicesindaca Bissoli – prosegue il cammino intrapreso per mettere in campo tutte le iniziative politiche e applicative che possano raggiungere la parità di genere. Il 15 dicembre scorso il Consiglio comunale ha approvato le linee programmatiche, tra le quali la parità di genere che ha un’importanza fondamentale. Inoltre la Giunta ha aderito al Patto dei Comuni per la Parità e Contro la violenza di genere, che impegna sindaci e sindache a porre in essere una serie di iniziative concrete per raggiungere questo obiettivo che non è impossibile. Per questo, abbiamo accolto con favore questa mozione consigliare, con la quale l’Amministrazione punta a raggiungere un altro importante obiettivo”.

“Si tratta di fatto uno strumento qualitativo e quantitativo – ha precisato la consigliera Verzè – che punta, in primis, ai dati sulla condizione delle donne in vari ambiti della loro vita nella nostra città, successivamente, ad una valutazione di quelle che sono le politiche di genere già in essere. Infine, in prospettiva futura, a valutare quali scelte pubbliche mettere in campo per accorciare il divario di genere.
Il tipologia di bilancio che dobbiamo fare soprattutto per le bambine, le ragazze e le donne della Verona del futuro. Capire quali sono le condizioni della donna, quali sono le sue necessità ed esigenze, è infatti il primo importante passo per creare una città più giusta ed inclusiva”.

“Il bilancio di genere – ha evidenziato l’assessore Bertucco –, liquidato troppo spesso con la definizione di bilancio delle donne, nella realtà serve per portare avanti scelte giuste in favore di tutta la città. Per capire quali soluzioni e quali investimenti fare dobbiamo prima analizzare come sono cambiati i servizi. L’idea è di partire con un tavolo di confronto per dare avvio alle prime valutazioni, per arrivare a costruire nuove politiche sociali, economiche, scolastiche e del lavoro di domani. Si può pensare, ad esempio, ad un rafforzamento dei servizi legati alla prima infanzia o a una rimodulazione degli orari di lavoro, rendendoli più compatibili con le esigenze famigliari ”.

“Alla Commissione, che ha approvato all’unanimità la mozione – ha ricordato il presidente Piva – ha preso parte anche Roberta Mangano, funzionario del Comune di Milano, che ha lavorato alla redazione del bilancio di genere per il capoluogo lombardo, fornendoci una prospettiva di quale potrà essere il lavoro necessario da fare a Verona. Ci ha infatti spiegato che, leggere i bilanci pubblici in chiave ‘di genere’, significa integrare la prospettiva di genere a tutti i livelli della procedura di bilancio, e ristrutturare entrate e uscite al fine di assicurare le necessità dell’intera collettività, prendendole in considerazione adeguatamente”.

Bilancio di genere. Con il Bilancio di Genere si applica il concetto di “Gender Mainstreaming”, che significa in concreto inserire una prospettiva di genere nei diversi momenti della programmazione, attuazione e valutazione della politica di bilancio, per poi valutarne l’impatto nelle scelte organizzative operate dall’ente. Il Bilancio di genere si colloca dentro il processo strategico della governance dell’Ente. Diversi Comuni questo strumento, come prassi consolidata, raggiungendo risultati interessanti.

Gender Mainstreaming. Strumento principe per il superamento delle disuguaglianze di genere individuato a Pechino nel 1995. La Commissione europea lo introdusse, in una comunicazione del 1996 come strategia indispensabile per garantire la parità.

Da allora la Commissione europea ha continuato a promuovere l’approccio del gender mainstreaming negli stati membri tramite gli strumenti più diversi. La Commissione europea a marzo 2020 ha presentato la “Strategia per la parità di genere 2020 – 2025”, con l’obiettivo di conseguire progressi significativi in tema di parità di genere, attraverso una maggiore integrazione della dimensione di genere in ogni fase dell’elaborazione delle politiche e in tutti i settori di azione, specie nelle città.
Fra gli ultimi interventi la Risoluzione del Parlamento Europeo dell’11 febbraio 2021 sulle sfide per i diritti delle donne in Europa a 25 anni dalla dichiarazione di Pechino. Con quest’ultima decisione, in particolare, si chiede alla Commissione di garantire l’attuazione dell’integrazione sistematica della dimensione di genere come strategia chiave per sostenere la realizzazione dell’uguaglianza e attuare bilanci e pratiche per garantire che donne e uomini traggano uguali vantaggi dalla spesa pubblica.

 
 

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