Abbasso il pollo fritto, viva la gallina in brodo!

 
 

LETTERE ALLA REDAZIONE

A Verona abbiamo ormai centri commerciali dappertutto; il centro, ormai da anni, ha perso i suoi negozi storici, rimpiazzati dalle repliche delle stesse insegne che troviamo presso i vari mall della cintura urbana. Il risultato è una totale omologazione, dove l’unica alternativa pare sia quella di avere le orbite vuote delle vetrine dei locali sfitti.
Così, dopo anni di sagre della salsiccia tirolese in piazza dei Signori, si arricciato il naso per l’odore del pollo fritto, senz’altro più sgradevole di quella dei crauti.
Ma ora quelli che definivano le antichità ‘quattro sassi’ si ritrovano, assieme ai radical chic nostrani, ad invocare l’intervento delle sovrintendenze. Quegli organismi che, a giorni alterni, vengono invece definiti come grave ostacolo allo sviluppo economico della città.
Perciò arriva una sorta di Santa Alleanza tra le sardine veronesi di sinistra emotiva, che ce l’hanno col capitalismo che globalizza e omologa, il Rotary e gli architetti del buon gusto antico, alcuni vecchi comunisti d’antan e le forze della conservazione de la ‘soca’ identitaria, ovviamente assieme al sindaco neo-convertito.
Finalmente un tema unificante!
Idee alternative, progettazione del futuro? Un provincialismo desolante, incapace di pensare, abbarbicato ad un passato ideale ormai sfuggito a causa dell’ignavia passata e presente.

Prof. Lorenzo Dalai

Dipartimento di Economia
Unicollege Mantova

 
 

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