A22, che dolori! Polato: “Tommasi imbarazza Verona ai tavoli di lavoro”

 
 

Buona la prima (e basta, forse…)

Bulìmico e selvaggio è il metronomo della comunicazione politica in queste calde (caldissime!) ore a livello nazionale.
Con la medesima velocità super-sonica sembrano già soltanto delle cartoline vacanziere le immagini di Sala Gozzi con i nuovi protagonisti di entrambi gli schieramenti in posa e sorridenti di fronte ai malcapitati – per sempre – fotografi e uffici stampa, in perenne stato “d’allerta” (o attesa).

Dall’opposizione si sono già mossi alcuni rilievi; apripista in questo senso il neo-vicesindaco e Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Verona Barbara Bissoli, oggetto dell’interesse del triunvirato Padovani (FDI) – Zavarise (Lega) – Russo (Sboarina Sindaco) relativo al ruolo durante la scrittura dell’accordo per il famoso ‘albergo di lusso’ di via Garibaldi come legale estensore e rappresentante – in quell’occasione – di Fondazione Cariverona per la trattativa con il Comune per riaprire la “partita” degli Scavi Scaligeri.
La stessa Cariverona presieduta dal suocero dell’attuale Capo di Gabinetto.

Ulteriore rilievo di polemica viene oggi dalle file di un importante esponente comunale (e regionale) di Fratelli d’Italia, Daniele Polato il quale segue il proprio collega di Sala Gozzi Paolo Rossi nell’evidenziare altre storture e problematiche con “l’affaire” Autobrennero.
Nuovo vùlnus della vicenda è la mancata nomina dei due membri facenti capo al Comune di Verona – Provincia – Camera di Commercio all’interno del CDA.

Segnatamente – come riporta Enrico Giardini sulle colonne de l’Arena – erano giunte 3 candidature: Alessandro Montagnoli (Lega), lo stesso sindaco di Verona Damiano Tommasi e il presidente della Camera di Commercio Giuseppe Riello.
3 nomi per 2 posti a disposizione.

Grazie a Tommasi, Verona diventata la Cenerentola. Il Comune non ha fatto il suo dovere e adesso in due devono fare un passo indietro – afferma amareggiato Polato. Se il buon giorno si vede dal mattino – prosegue – non è stato certo un gran bell’inizio quello del sindaco Tommasi ieri a Trento in A22. Nel suo primo appuntamento importante fuori dalle mura di Verona, ha già collezionato la prima brutta figura. Tutti gli altri soci hanno tranquillamente nominato i loro rappresentanti in cda tranne Verona, perché il sindaco non è riuscito a fare il sindaco. Nei cinque anni precedenti, il capofila dei tre soci veronesi è sempre stato il Comune. Ricordo la lunga e difficile partita contro la statalizzazione voluta dall’allora ministro Toninelli. L’abbiamo evitata perché il sindaco Sboarina ha aggregato non solo i veronesi, ma anche tutti i soci del sud fino a Modena. Anche stavolta con le nomine, bastava parlarsi con Provincia e Camera di Commercio per evitare di arrivare con tre nomi per due posti e diventare la Cenerentola della A22. Tommasi invece ha pensato solo a nominare se stesso (tra l’altro facendolo all’ultimo minuto perché gli era ‘scappata’ la scadenza), salvo scoprire in assemblea come funziona. Partite importanti come le strategie nelle Partecipate non possono essere gestite con le buone intenzioni, ci vogliono la buona amministrazione e la massima competenza. I dilettanti vanno bene sui campi di calcio non nelle assemblee di società che devono lottare per ottenere il rinnovo della concessione e produrre un project financing da 7 miliardi. Il buonismo delle magliette gialle qui non funziona, ci vuole preparazione e basta. Senza contare la figuraccia sulle quote rosa, che per la sinistra vanno bene solo quando devono applicarle gli altri.
Alla Brennero
– conclude Polato – Tommasi se n’è fregato nominando se stesso al posto di una donna. Il rispetto della parità di genere deve essere garantita anche da Verona che ha due nomine da fare. Quindi adesso il sistema Verona si trova in un doppio vicolo cieco: due persone su tre di quelle candidate devono fare un passo indietro. Sarà interessante vedere chi lo farà”.

 
 

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