A Roma il Congresso Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori italiani: presente l’Ordine di Verona

 
 

L’ultima analisi redatta ai primi di giugno 2018 – in vista dell’ottavo congresso nazionale, dall’Albo unico CNAPPC (Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori), in programma a Roma dal 5 al 7 luglio – conta oltre 155.000 architetti residenti in Italia, di questi 12.351 in Veneto.

In Veneto, come in tutta Italia, il numero degli architetti uomini è superiore a quello delle donne, ma le generazioni più giovani stanno facendo registrare un’inversione di marcia; a Verona, per esempio, tra i professionisti “over 51” si contano 692 uomini e 219 donne, ma il dato cambia considerevolmente andando ad analizzare i numeri degli “under 30”, che vedono le architette di molto superiori agli architetti – 105 contro 19 – così come nella fascia 31-40, dove le donne sono 251 contro i 226 maschi. Verona è la terza provincia per architetti in Veneto, ma se si guarda la parte femminile under 40, è seconda solo alla capolista Venezia.

Questi i numeri che emergono dallo studio effettuato in occasione dell’VIII congresso nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori italiani “Abitare il Paese Città e Territori del Futuro Prossimo”, che si terrà a Roma, all’auditorium Parco della Musica. Un appuntamento nel corso del quale – a dieci anni dall’ultimo congresso tenutosi a Palermo – il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori intende offrire un significativo contributo sul futuro dell’abitare, delle città e dei territori, proponendo una nuova visione della qualità della vita urbana e illustrando nuovi progetti da presentare al Governo, argomenti che sono stati anticipati lo scorso 17 maggio a Verona in un incontro organizzato dalla  FOAV (Federazione Ordini Architetti del Veneto) in collaborazione con l’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Verona, con un focus sul tema del riuso del patrimonio storico militare e la presentazione del processo di rigenerazione dell’Arsenale di Verona.

A tal riguardo – dice Amedeo Margotto, presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Verona – sottolineo la necessità, ormai imprescindibile, di scelte urbanistiche ed edilizie prioritariamente indirizzate al recupero e alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, prevedendo, per la scarsa qualità edilizia, una integrale sostituzione dell’esistente, auspicando che la stessa sia determinata da una pianificazione urbanistica rivolta al miglioramento della qualità urbana. Si facciano scelte per i cittadini, si attuino piani di riqualificazione virtuosi dove il consumo di suolo è eccezione alla regola, regola che non può che essere quella di “migliorare” l’esistente; le città del Veneto, che va ricordato continuano a perdere abitanti, solo così potranno rigenerarsi e rinvigorire la loro capacità di mantenere ed attrarre abitanti. In poche parole si miri ad innalzare la qualità della vita nell’urbe, a livello europeo, si assiste ad una competizione tra città e città, la capacità di attrarre investimenti e abitanti è sempre più legata alla qualità della vita che la città è in grado di offrire; Milano e Rovereto, per rimanere a casa nostra, risultano tra le poche città italiane che mantengono e vedono crescere il numero dei propri abitanti, la strada sempre quella giusta”.

Durante il congresso di Roma saranno presentati principi per proposte di legge concrete, una sullo sviluppo della città e l’altra sull’architettura e sulla cultura dello spazio costruito e del territorio, per rispondere all’esigenza di disegnare con urgenza la nuova città digitale. Uno degli obiettivi principali del congresso è, infatti, quello di far germogliare un nuovo paradigma della qualità della vita urbana, armonizzando tra loro tre elementi fondamentali: la crescita economica, l’inclusione e la tutela dell’ambiente come impegno a favore delle generazioni future.

“Abbiamo fortemente voluto questo congresso – dichiara Giuseppe Cappochin, presidente del Consiglio nazionale degli Architetti – per promuovere, a larga scala, nell’interesse del Paese, una nuova cultura dell’architettura e della costruzione di qualità, che rafforzi attivamente la coesione sociale, garantisca la sostenibilità dell’ambiente e contribuisca alla salute e al benessere di tutta la popolazione e, conseguentemente, per riflettere sulle prospettive, opportunità e responsabilità che hanno in generale i professionisti e, in particolare, i giovani architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori che oggi si affacciano al mondo della professione: agli architetti di domani saranno richieste non solo una preparazione tecnica, ma anche competenze di gestione manageriale, tecnologica, digitale, di intelligenza artificiale. Così come è realtà il mondo dell’industria 4.0, abbiamo avuto oggi la conferma che, anche per gli studi e i singoli professionisti, si sia alle soglie dei servizi 4.0. Anche nel nostro Paese, così come avviene nella maggior parte dei Paesi europei, devono essere messi in atto imponenti programmi di rigenerazione urbana incentrati sulla cultura dello spazio edificato che richiede un giusto equilibrio tra gli aspetti culturali, sociali, economici, ambientali e tecnici della pianificazione, della progettazione, della costruzione e del riuso adattivo, nell’interesse pubblico del bene comune. Per realizzare rigenerazioni di città che diventino sempre più luoghi desiderabili dove vivere, lavorare, incontrarsi, formarsi, conoscere e divertirsi: un luogo attrattivo, dunque, da tutti i punti di vista. Una città che risponda alla nuova fase di trasformazione che stiamo vivendo attraverso fenomeni come la globalizzazione, la digitalizzazione e l’urbanizzazione che stanno modificando l’economia, la società, il quadro demografico e ambientale. Tutto ciò – conclude Cappochin – con la consapevolezza della peculiarità e della eterogeneità delle città e dei territori italiani, dei loro bisogni e soprattutto di come la buona architettura rappresenti un bene comune dal punto di vista culturale, sociale ed economico”.

 Al congresso parteciperanno, tra gli altri, Paolo Stella Richter, avvocato cassazionista, Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte Costituzionale, Gil Penalosa, ex sindaco di Bogotà, direttore e presidente del Consiglio Esecutivo 8-80 Cities su “Creating Vibrant and Healthy Cities for All”, Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme, Mario Abis, sociologo, professore di Statistica e Ricerche Psicosociali Università IULM di Milano, Paolo Baratta, presidente della Biennale di Venezia, Vittorino Andreoli, psichiatra e scrittore; Michele Dall’Ongaro, presidente–sovrintendente Accademia Nazionale di Santa Cecilia, João Nunes, architetto, paesaggista, fondatore e CEO di PROAP, Andreas Kipar, architetto, paesaggista, fondatore e CEO di LAND, Hans Kollhoff, architetto e professore.

 

 

 
 
Sono nata a Verona sotto il segno dei Pesci; le mie radici sono in Friuli. Ho un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso. Sono giornalista pubblicista dell’ODG Veneto e navigo nel mondo della comunicazione da anni, tra carta, radio, tv, web, uffici stampa. Altro? Leggo, scrivo, cucino, curo l’orto, visito mostre, gioc(av)o a volley. No, non riesco a fare tutto, ma tutto mi piacerebbe fare. Corro contro il tempo, ragazza (di una volta) con la valigia.

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