Chirurgia dell’aorta, con le nuove protesi si salvano pazienti finora inoperabili

 
 

Dallo scorso mese di gennaio c’è stato un sensibile incremento delle procedure aortiche complesse, sia in regime elettivo sia in urgenza. Nelle ultime 4 settimane sono stati 17 gli interventi conclusi con successo per aneurisma dell’aorta, tutti trattati con la nuova tecnica mininvasiva e l’applicazione di endoprotesi. Nessuno di questi pazienti è deceduto o è incorso in gravi complicanze. Solo quattro anni fa, questi interventi complessi erano circa 15 all’anno, in media uno al mese mentre adesso anche due al giorno. Con l’avanzare della tecnologia e degli skill specialistici dei medici oggi un intervento dura circa 4 ore, la metà del tempo rispetto a prima.

Alla conferenza stampa erano presenti: il direttore generale Callisto Marco Bravi, il direttore sanitario dr.ssa Matilde Carlucci, il direttore dell’UOC Chirurgia Vascolare dott. Gian Franco Veraldi, i dirigenti medici senior Luca Mezzetto, Paolo Criscenti, Marco Macrì e la coordinatrice infermieristica Maddalena Manzini.

CHE COS’E’. L’aneurisma dell’aorta è una patologia sempre più diffusa con una storia naturale che porta alla rottura del vaso e alla morte del paziente, se non adeguatamente trattata. L’intervento chirurgico tradizionale consiste nell’ampia esposizione chirurgica con sostituzione dell’aorta e quindi altamente invasivo. Oggi viene riservato ai pazienti giovani in grado di tollerare un intervento chirurgico importante. Nell’ultimo mese sono stati 8 gli interventi di questo tipo.

NOVITA’ DEL TRATTAMENTO MININVASIVO. È la moderna terapia che permette di trattare pazienti ritenuti una volta non operabili e che permette di prevenire la rottura, evento mortale in oltre la metà dei casi. L’approccio endovascolare (definito mini-invasivo) permette l’esclusione dell’aneurisma mediante posizionamento di endoprotesi attraverso piccole incisioni a livello inguinale ed eventualmente ascellare. Il trattamento endovascolare viene riservato ai casi con anatomia favorevole e soprattutto in pazienti con molteplici patologie.

PROTESI COSTOSE E INTERVENTI LUNGHI. Il trattamento endovascolare non è sinonimo di intervento “semplice”, in quanto richiede in alcuni casi procedure che durano molte ore, e l’utilizzo di materiali molto costosi. Le protesi variano da 8 mila euro quella standard a 25 mila più complessa per l’arco aortico.

Come tutti gli interventi, anche con questo trattamento non si azzerano le possibili complicanze post-operatorie soprattutto quando viene coinvolta l’aorta toraco-addominale (dialisi, ictus, paraplegia, morte). Per questo, è fondamentale una gestione multidisciplinare che coinvolga non solo il chirurgo vascolare ma anche l’anestesista, che deve gestire al meglio il decorso pre-, intra- e post-operatorio. È necessaria, inoltre, un’equipe sanitaria (infermieri e medici) specializzata, che conosca molto bene tutte le fasi procedurali e tutti i materiali utilizzati, spesso altamente tecnologici. Nella maggior parte dei casi, la protesi viene adattatasu misura per il paziente, in base ai dati forniti dalla Tac. A tale proposito, è fondamentale avere in sede un ampio magazzino che metta a disposizione dell’operatore le endoprotesi necessarie per il singolo caso e tutto il materiale accessorio specifico per ogni procedura, anche in regime di urgenza o in caso di problematiche impreviste intra-procedurali.

BORGO TRENTO, CENTRO DI RIFERIMENTO REGIONALE. A causa della complessità di questa patologia e del suo trattamento nonché dei costi ad esso correlati, la Regione Veneto ha individuato due Centri di riferimento regionale: l’UOC di Chirurgia Vascolare di Borgo Trento e Azienda ospedaliera di Padova.

In questi anni l’UOC di Chirurgia Vascolare di Borgo Trento è divenuto un centro di riferimento per i veronesi, e non solo, che sono affetti da aneurisma dell’aorta addominale, toracica e toraco-addominale. Grazie all’elevata competenza degli operatori e all’utilizzo di tecnologie di ultima generazione, sempre più pazienti hanno ricevuto un trattamento di alta complessità presso questo Centro con ottimi risultati in termini di mortalità e complicanze post-operatorie così come dimostrato dai dati Agenas.

FATTORI DI RISCHIO. L’incremento è dovuto a diversi fattori: innanzi tutto al progressivo invecchiamento della popolazione, che sempre più frequentemente è affetta da questa patologia ad eziologia aterosclerotica. Incide anche il ritardo diagnostico legato alla recente pandemia che ha portato al riscontro di quadri clinici più complessi. A questo va associata la progressiva centralizzazione da tutto il territorio su Borgo Trento del paziente con aneurisma dell’aorta addominale, toracica e toraco-addominale asintomatico e/o complicato.

Callisto Bravi: “Se si escludono i traumi, il principale fattore di rischio è l’invecchiamento della popolazione che porta all’aterosclerosi. Il messaggio che la popolazione deve avere è di parlare con il proprio medico di base, capace di individuare le eventuali situazioni di rischio e la familiarità. Il compito della nostra azienda ospedaliera, altamente specializzata, è quindi di intervenire sia nei percorsi di urgenza sia nell’appropriatezza clinica degli interventi. Le endoprotesi non sono adatte a tutti i pazienti, ma quando si utilizzano permettono di salvare persone che altrimenti non sarebbero state operabili”.

Matilde Carlucci: “Tutte le tecniche innovative sono presenti in Aoui e, unite alla professionalità dei nostri medici, ci permettono di dare le migliori risposte ai bisogni sanitari dei cittadini. Il trattamento endovascolare non è adatto ad ogni paziente. Sono soprattutto gli anziani ad usufruirne, infatti è fondamentalmente l’appropriatezza sulla quale sono impegnati i nostri clinici da cui deriva una corretta ottimizzazione delle risorse. In Aoui rispondiamo al bisogno di cura con una medicina sempre più personalizzata”.

Gian Franco Veraldi: “Ringrazio la direzione strategica di Aoui per la fiducia che dimostra nei confronti del nostro lavoro, trattandosi di device costosi. Anche ieri abbiamo fatto un intervento all’arco dell’aorta con una protesi di ultima generazione, è andato tutto bene e il paziente sta bene. Con queste valvole siamo in grado di trattare casi che una volta non sarebbero stati operabili, come soggetti anziani o con altre patologie importanti che non potrebbero sostenere un intervento tradizionale. Non si deve pensare però che siano trattamenti chirurgici semplici perché gli skill richiesti sono elevati e l’esperienza della nostra equipe è sempre maggiore, sia negli interventi programmati sia nelle urgenze”.

 
 

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