8 agosto, “Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo”: quando a morire erano gli emigranti italiani

 
 

L’8 agosto 1956 uno scoppio nella miniera di carbone di “Bois du Cazier” a Marcinelle, sobborgo operaio di Charleroi in Belgio, procurò la morte a 262 minatori, 136 dei quali di origine italiana provenienti dalle regioni: Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia – Romagna, Friuli, Lombardia, Marche, Molise, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino e Veneto. A Verona, nel quartiere di Montorio, ricordiamo Giuseppe Corso (16/11/1920).

Dal 1 dicembre 2001, l’8 agosto è designata “Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo” per informarne e valorizzarne il contributo sociale, culturale ed economico dei lavoratori italiani all’estero. È il giorno dell’emigrante.

La miniera di Marcinelle è diventata un simbolo e un santuario della memoria per tutti gli emigranti italiani che hanno perso la vita sul lavoro, spesso un lavoro duro, faticoso e pericoloso.

A distanza di 63 anni, raccontiamo ancora una volta la tragedia di Marcinelle per onorare la memoria degli emigranti italiani di ogni paese e regione che, alla ricerca di un futuro migliore per sé e per la propria famiglia, hanno affrontato grandi sacrifici e difficoltà e si impegnarono ogni giorno per la ricostruzione dell’Italia.

Gli italiani che morirono l’8 agosto a Marcinelle erano lì per necessità personale e delle rispettive famiglie, tanta era la miseria che avevano lasciato per rimpiangere l’Italia. Ma indirettamente erano lì anche per il bene di tutti gli italiani rimasti a casa.

Quei lavoratori avevano risposto ad un bando di reclutamento di operai in attuazione di accordi bilaterali stipulati  tra il Governo italiano e quelli di Germania, Francia e Belgio nella primavera del 1946, all’indomani della fine della guerra, che regolavano le modalità  relative all’invio di manodopera italiana ed alle forniture del carbone. “Per ogni scaglione di mille operai che lavoreranno nelle miniere, il Belgio esporterà verso l’Italia: 2.500 tonnellate mensili di carbone se la produzione mensile sarà inferiore a 1.750.000 tonnellate; 3.500 tonnellate mensili, se la produzione sarà compresa tra 1.700.000 e 2.000.000 tonnellate; 5.000 mensili se la produzione sarà superiore a 2.000.000 di tonnellate.”
Un cambio merci, come lo definisce Paolo Di Stefano nel libro “La catastròfa” – Marcinelle 8 Agosto1956″, uomini contro carbone.
I lavoratori italiani dovevano godere di buona salute, ma nessuna garanzia di sicurezza sul lavoro era stata richiesta per loro né sarebbe stata fornita. Tra il 1946 ed il 1963 nelle miniere belghe morirono 867 lavoratori italiani.
La salvezza dell’Italia e degli italiani nei rigidi inverni succedutisi dal 1946 si deve a questi operai costretti a vivere in baracche prive di acqua e servizi igienici, ad avanzare distesi  nelle gallerie con esplosivi e martelli pneumatici, a respirare ed assorbire polvere nel ventre della terra con la paura di incontrare il gas grisù.
Il loro carbone, le loro rimesse e quelle di milioni di emigranti furono un fattore decisivo del boom economico degli anni 60.
Quali sono i dati degli infortuni sul lavoro oggi in Italia? Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’INAIL relativamente all’anno 2018 sono state 641.261 (+0,9% rispetto allo stesso periodo del 2017), 1.133 delle quali con esito mortale (+10,1%). In aumento anche le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 59.585 (+2,5%).
Alberto Speciale
(foto di copertina: ilcronista.com)
 
 
Classe 1964. Ariete. Marito e padre. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa ed amante della trasparenza. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. Ex triatleta in attesa di un radioso ritorno allo sport.

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