“2 miliardi di euro per la montagna che non apre”; la proposta di Paternoster al Bilancio

 
 

Indennizzi ai territori con le piste da sci chiuse. Presenteremo un pacchetto di emendamenti alla legge di Bilancio per istituire un fondo da 2 miliardi di euro. Se l’esecutivo dovesse confermare la decisione scellerata di chiudere gli impianti sciistici o anche solo di ritardarne l’apertura occorrerà compensare subito le località penalizzate da una scelta così folle (scelta, magari, valida solo in Italia)”.

Questa la nota congiunta dell’on. Paolo Paternoster, deputato della Lega, elaborata assieme ai colleghi della commissione Bilancio della Camera dei Deputati; le riflessioni e preoccupazioni sull'”economia natalizia e invernale” tengono banco, in attesa di quanto verrà determinato nel nuovo DPCM che – ricordiamo – dovrà essere presentato obbligatoriamente prima del 3 dicembre.

Tutto ciò è in contrasto – prosegue Paternoster – sia con l’accordo in Conferenza Stato-Regioni sul protocollo sanitario e di sicurezza anti Covid per l’accesso agli impianti sciistici e sia con gli interessi economici del nostro Paese. La conseguenza sarà che migliaia di italiani si faranno comunque le vacanze sulla neve, la classica settimana bianca sugli sci, ma non in Italia (alimentando la nostra economia) ma oltralpe, a pochi chilometri dal nostro confine, in Austria, in Francia o in Svizzera. Peraltro, il governo non sa nemmeno a quanto ammonterebbe il danno economico provocato dalla chiusura degli impianti sciistici o dal ritardo della loro apertura.

“Durante l’audizione Istat in commissione Bilancio – conclude il parlamentare scaligero – avevamo chiesto se fosse disponibile almeno una proiezione dei danni eventuali provocati da questa scelta disastrosa per il comparto turistico, settore peraltro già fortemente colpito. Ad oggi non risulta che l’esecutivo si sia dotato di questi dati. Situazione a dir poco imbarazzante e desolante.

 
 

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