“SAVE non rilancia il Catullo e lo (s)vende”. Lo sdegno del Segretario Cisl Castellani

 
 

Di seguito pubblichiamo l’amarezza del Segretario Generale Cisl Massimo Castellani alla notizia che “Save”, dopo aver acquistato a pochi euro il controllo della Catullo S.p.A, ha deciso di rivendere la società ricavandone un’importante plusvalenza senza aver di fatto mai pensato ad un serio rilancio dell’Aeroporto scaligero.

“Come da Copione ….
Appredo notizie che mi allarmano su ciò che sta accadendo in SAVE e le ovvie ripercussioni sulla Catullo S.p.A. Quello che rattrista è che probabilmente i soci veronesi erano perfettamente al corrente di quanto sarebbe accaduto senza naturalmente che abbiano mai pensato di tutelarci. I cambiamenti societari in SAVE a cui fanno riferimento alcuni quotidiani nazionali erano noti al mercato già nel 2014 quando i soci veronesi si apprestavano non solo a regalare il 40% del capitale sociale, ma addirittura il controllo della Catullo S.p.A pur sapendo che erano previsti nel breve termine importanti cambiamenti con la prossima uscita del fondo infrastrutturale di Morgan Stanley, azionista di maggioranza relativa di SAVE.


Provo molta difficoltà ad accettare tutto questo soprattutto se penso ai posti di lavoro che sono stati persi e le tante promesse di recuperare personale con iniziative non-avio. 

Oggi assistiamo ad un vero e proprio tradimento in tema di rilancio nonostante fossero state fornite le opportune garanzie. In realtà scopriamo che SAVE è praticamente in vendita e che non si sa chi sarà il nuovo azionista di riferimento, ma la cosa ancor più grave e che i nostri soci non hanno alcuna leva per imporre al nuovo azionista i richiesti investimenti per il rilancio degli aeroporti del Garda tanto attesi.

Tutto quello detto e fatto non vale perché SAVE dopo aver acquistato a prezzi da bancarella ci vende. E naturalmente con un’importante plusvalenza. A questo punto è necessario che intervengano gli organi di controllo perché ne valutino la liceità.

Sono evidenti i seri rischi che corre la Catullo in assenza di un piano industriale condiviso che stabilisca gli investimenti – chiunque sia il nuovo azionista di riferimento di SAVE – in modo da garantire il futuro sviluppo sia di Verona che di Brescia.


Verona deve essere informata di questa vergogna. Oggi capiamo molto bene perché non sono stati fatti investimenti. 

Il destino del Catullo è finire nelle mani di chiunque senza la garanzia di una strategia di sviluppo con conseguenti investimenti.

Personalmente non sono sopreso che i soci veronesi abbiano scientemente svenduto Catullo ed il controllo dell’asset più importante della città. 

Non sono sorpreso che il partner industriale avesse una finalità puramente finanziaria con la benedizione della politica veneta. 

Ciò che mi sorprende invece è l’indifferenza che ha permesso tutto questo senza fare nulla per salvaguardare il destino dell’aeroporto, fonte e leva indispensabile per la crescita futura di Verona città ed il suo territorio”.

 
 

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