Verona Pulita su AGSM: l’incompetenza minaccia il futuro e le tasche dei veronesi

 
 

Massimo Palvarini, ingegnere esperto di impiantistica industriale, energia, cogenerazione e fonti rinnovabili, candidato al consiglio comunale per Michele Croce – Verona Pulita, dipinge il quadro attuale AGSM, definendola “un gioiello, forse il gioiello delle aziende veronesi: nel 2015 ha avuto di 784 milioni di euro ed un margine operativo lordo di 81 milioni di euro, superiore quindi all’11% del fatturato, sesta azienda di Verona nell’annuario TOP Aziende anno 2015. Anche se, incredibilmente, dal bilancio del 2015 risulta che abbia ceduto al Comune di Verona 10 milioni di euro, esattamente quanto cedeva 30 anni fa, poco
o nulla rispetto a situazioni simili nel mercato. Eppure Il gruppo AGSM è una realtà straordinaria che fornisce servizi essenziali e prodotti integrativi per il cittadino e per lo sviluppo delle imprese, degli enti e delle istituzioni del territorio“.

AGSM Verona SpA è società finanziaria di proprietà del Comune di Verona, che detiene la
maggioranza delle azioni e il controllo di un gruppo di imprese, in alcuni casi anch’esse di proprietà del Comune stesso ed in altri casi con partecipazioni o con controlli più o meno rilevanti.

Energia elettrica e gas con AGSM Energia S.p.A, distribuzione e misura di energia elettrica e gas con MEGARETI S.p.A., gestione e proprietà di reti in alta tensione con AGSM Trasmissione srl sono solo alcune delle attività; AGSM possiede il 100% di AMIA S.p.A. e tutte le società controllate da quest’ultima: TRANSECO, SERIT ed Amia Consulting, che si occupano della raccolta e della gestione dei rifiuti, solo per citare le più importanti. AGSM Verona SpA si occupa anche di produzione di energia da fonti rinnovabili con proprietà/partecipazioni in società che gestiscono parchi fotovoltaici ed eolici, fonti tradizionali con centrali convenzionali ed idroelettriche. Non manca il settore efficienza energetica con AGSM Lighting srl per la gestione della pubblica illuminazione, EN.IN ESCO nel settore dell’efficienza energetica. Infine, ma non meno importante, è presente anche nel settore di distribuzione dell’acqua e gestione delle reti idriche, con la partecipazione quasi al 47% della società consortile Acque Veronesi scarl e, marginalmente, nel gruppo delle telecomunicazioni con distribuzione di reti in fibra ottica e sistemi wi-fi in un contesto smart city.

AGSM – prosegue l’ingegnere – dà lavoro a 1600 persone, dipendenti e dirigenti di alto valore professionale, come dimostrano i risultati della sua holding, ma anche le professionalità e le risorse migliori sono a rischio quando sono guidate da una politica miope. E la miopia ha un costo, non solo in termini di perdita di tempo e di treni, che magari non ripassano, ma anche economici: mutui accesi, fidejussioni pendenti, consulenze per progetti che non verranno mai realizzati, ma che si pagano in percentuale sul valore dell’opera (vedi traforo), posti di lavoro che non vengono creati, perdite che vanno ad incidere sulla qualità anche economica della vita dei veronesi.

Il futuro va affrontato in un’ottica globale, Verona è una piazza importante per posizione geografica e decisiva anche sul piano internazionale. Per questo viene guardata con interesse da competitor nazionali ed esteri, che la considerano per quello che è: strategica. Se questo è un bene per lo sviluppo del sistema Verona, può diventare un problema, se le amministrazioni della città non sono in grado di salvaguardarla da ottiche speculative e di business che deturpino l’identità. 

Verona Pulita vuole avvisare i veronesi che questo rischio c’è, ed è sempre più incombente, soprattutto in AGSM, che è e deve rimanere di Verona e dei veronesi, con un controllo importante da parte del Comune e una gestione manageriale e politica all’altezza delle sfide future. Ma questa amministrazione non fa che perdersi il futuro: basti pensare, ad esempio, che il 50% delle quote della nostra azienda che gestisce il trasporto pubblico, ovvero ATV Verona, sono state vendute a Ferrovie Nord Milano. 

Multinazionali spagnole che comprano autostrade e che vincono appalti, anche a Verona. Urbaser ha vinto il Project Financing da 130 milioni di euro per la gestione di 25 anni di Ca’ del Bue, ma ritardi e incompetenze hanno fatto sì che nei primi mesi del 2016, venisse eliminato dal Piano Regionale di smaltimento rifiuti. Diciamo che in Regione hanno perso la pazienza, ma intanto sul Comune pende una fidejussione a favore di Urbaser di 8 milioni di euro.
Allora sempre nel 2016 l’attuale amministrazione ha avanzato l’idea di rivalorizzare l’ìmpianto con un progetto che prevede il trattamento meccanico a freddo dei rifiuti, riattivazione del rifiuto solido urbano e biometano e, per far questo, la creazione di una società ad hoc con Trenseco (controllata AMIA) in cui entrerebbe anche Urbaser, che va compensata per la sua perdita. Ma di questo progetto non si sa nulla.

Verona Pulita ha le idee chiare su come affrontare le sfide del futuro: crediamo fermamente in un modello Verona smart land, inteso come un’evoluzione del concetto
di smart city, con cui, attraverso politiche diffuse e condivise, si aumenta la competitività e attrattività del territorio, con una attenzione particolare alla coesione sociale, alla diffusione della conoscenza, alla crescita creativa, all’accessibilità e alla libertà di movimento, alla fruibilità dell’ambiente (naturale, storico architettonico, urbano e diffuso) e alla qualità del paesaggio e della vita dei cittadini“.

Il tutto da realizzarsi in un’ottica sinergica, secondo Verona Pulita: “L’idea di Smart Land – precisa Palvarini – prevede di non affrontare le sfide del futuro da soli. La differenza sta nel tenere in mano le redini dei progetti o farne parte ed esserne fagocitati.
Dovremo affrontare queste sfide con altre realtà aventi visioni ed obbiettivi simili alle nostre, nessuna svendita al miglior offerente con l’obbiettivo di far cassa, ma partecipazioni per rafforzare gli asset, per aumentare da un lato la competitività e il ruolo di leader nel mercato, dall’altra di proteggere AGSM da interessi che non siano a vantaggio della collettività veronese.
Verona Pulita promuove il rapporto fra le diverse istituzioni, e per quanto riguarda AGSM ed Ente Fiera basterebbe pensare ad un rafforzamento di SOLAREXPO, manifestazione leader nel settore dell’efficienza e del rinnovabile, settori che in questo periodo sono assolutamente attuali anche a livello internazionale, settori trainanti di business in questo periodo. Eppure SOLAREXPO non è più la manifestazione di qualche anno fa, bensì una fiera di secondo o terzo livello.
E le Reti di teleriscaldamento e cogenerazione, basti pensare alla ristrutturazione dei Magazzini Generali a Verona Sud o ai progetti di ampliamento dell’Aeroporto Valerio Catullo? Tante chiacchiere e progetti, costose consulenze, nessun risultato. E proposte analoghe ci sono se ci addentriamo nel settore dei rifiuti, che da problema può e deve diventare una risorsa, o nel trading dell’energia elettrica ed il gas. Il presidente di AGSM si è insediato nel giugno 2015, sono passati due anni, e l’unico risultato tangibile è la wi-fi di Verona che funziona poco e male. Per attuare qualsiasi progetto imprenditoriale serio servono competenze e professionalità, doti che non si possono comperare oppure inventare, ma che si acquisiscono solo con un percorso professionale degno di nota. In questo momento AGSM è addirittura senza capitano, in quanto il direttore generale, ing. Cigolini, ha abbandonato la nave nell’autunno del 2016 e le sue due deleghe, tecnica ed amministrativa, sono state affidate temporaneamente a due dirigenti interni. Come possono un presidente ed un consiglio di amministrazione di indirizzo esclusivamente politico e con limitate competenze di settore fornire alla direzione generale gli indirizzi e le strategie da attuare di concerto con le altre realtà istituzionali del Comune per uno vero sviluppo di Verona in un ottica smart land? La risposta di Verona Pulita è limpida, diretta ed evidente: non possono! Servono idee chiare, pulizia e competenze, in AGSM come in tutte le aziende partecipate di Verona“.

 
 

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