Valorizzazione del lavoro: coaching e case history per suggerire la giusta strada

 
 

Lavorare stanca, per dirla con Pavese. Certamente svolgere un’attività che piace, che è gratificata e in un ambiente onesto e sereno – dici niente! – è fondamentale. Purtroppo anche raro: secondo la rivista Expecteer, l’attuale panorama mostra un aumento del livello di insoddisfazione sul posto di lavoro. I dipendenti hanno scarsa fiducia, si sentono sotto pressione, non provano senso di appartenenza all’azienda, con conseguente calo di produttività, di coesione fra colleghi e con incremento di assenteismo; riconoscimento e valorizzazione diventano fattori imprescindibili. Come coltivarli?

Tre voci offrono un punto di vista e di partenza, utile per tutti, da chi crea lavoro a chi lavora subordinato: Loredana Meduri e Alessandro Spanu – coach, keynote speaker, esperti in comunicazione, service & business – e Cristina Mascanzoni Kaiser, marketing manager, esperta in soluzioni tailor made.

Meduri e Spanu hanno oltre 20 anni di esperienza professionale, derivata dal settore automobilistico, bancario e farmaceutico e applicata sia a piccole e medie imprese, che multinazionali. A breve protagonisti di un coaching proprio a Verona (domani, 14 luglio, villa Cordevigo, Cavaion), si caratterizzano per vivacità e background internazionale, in quanto duo italo-tedesco; nel 2016 hanno vinto lo “speakers award” a New York e in Germania sono inseriti nella top 100 speakers excellence. Come si struttura il coaching? “I partecipanti ricevono esempi pratici, racconti memorabili – spiegano – e paragoni adattabili nel proprio business. Dipendenti soddisfatti garantiscono maggiore qualità nel servizio e si riflettono in clienti parimenti soddisfatti. Il dipendente è la risorsa più prestigiosa di ogni azienda e questo bene prezioso deve essere sempre curato”.

Cristina Mascanzoni Kaiser è di “casa nostra”, gardesana, e la sua parabola coniuga un “prima” da dipendente e un “dopo”, che è il presente, da libera professionista. Una svolta che è stato un modo per coniugare al meglio lavoro, famiglia e realizzazione? “Sono figlia di albergatori, per me la passione per il mondo del turismo è pressochè innata e, dopo gli studi giuridici, ho intrapreso la strada del management turistico, operando sempre in contesti di lusso e di respiro internazionale, ad esempio il Bayerishcer Hof di Monaco di Baviera ed il San Clemente di Venezia, ultimamente al Veronesi La Torre di Verona. Dopo circa vent’anni di esperienza, mi sono resa conto che una sola struttura, per quanto rilevante, non mi permetteva di offrire le soluzioni che la clientela personalmente mi domandava. A questo non nascondo che si è unita la necessità di spendere più tempo di qualità con mio figlio e mio marito e quindi ho scelto di passare ala libera professione, aprendo Club Appeal, una firm che non fa consulenza tradizionale, ma si occupa di studiare soluzioni tailor made sia per l’hotel, sia e soprattutto per il cliente“.

Sulla scorta della tua esperienza, quali sono i ruoli e i mercati ora più appetibili, globalmente? “Il mondo del turismo segue lo sviluppo delle realtà globali. In particolare il mercato arabo, russo ed indiano sono quelli che più di altri si stanno sviluppando, richiedendo proposte personalizzate e disposti a pagare per servizi culturalmente rispettosi e di livello assoluto“.

Ospitality: una nuova opportunità per rivalutare luoghi e aziende? “Sì, la location è sempre importante, ma i servizi offerti e l’attenzione al cliente spesso possono fare la vera differenza. Lo scopo del mio tipo di consulenza è esattamente dare valore a tutte le realtà ed i clienti, creando appeal“.

Le potenzialità del territorio italiano sono praticamente infinite, ma anche le criticità… “L’Italia è un territorio eccezionale, dispone di oltre il 70% del patrimonio artistico e culturale del mondo, ma purtroppo non si sa valorizzare. Va detto che l’imprenditorialità non è facilitata e spesso anche la promozione è frammentata, ma anche qui fantasia, professionalità ed esperienza aiutano a trovare la soluzione giusta“.
Progetti nell’immediato? “Due sono i fronti più interessanti su cui stiamo lavorando: marketing culturale, con la certificazione delle strutture “muslim friendly” realizzata in partnership in WHAD, e attività di incoming che stiamo promuovendo con Russia ed India, dove lo scorso aprile abbiamo realizzato un grandioso evento, a Dehli precisamente, per promuovere viaggi e soggiorni, ma anche i prodotti di eccellenza italiani, in primis i più gettonati, vino, olio e moda.

 
 
Sono nata a Verona sotto il segno dei Pesci; le mie radici sono in Friuli. Ho un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso. Sono giornalista pubblicista dell’ODG Veneto e navigo nel mondo della comunicazione da anni, tra carta, radio, tv, web, uffici stampa. Altro? Leggo, scrivo, cucino, curo l’orto, visito mostre, gioc(av)o a volley. No, non riesco a fare tutto, ma tutto mi piacerebbe fare. Corro contro il tempo, ragazza (di una volta) con la valigia.

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