Thai Chi Chuan: la disciplina per aiutare i malati di Parkinson

 
 

Arriva dalle arti marziali un aiuto per i malati di Parkinson. Con i suoi movimenti lenti e controllati, il Thai Chi Chuan è utile a migliorare la stabilità e l’equilibrio nei parkinsoniani, diminuendo l’incidenza delle cadute. A rivelarlo sono alcune attività portate avanti dall’Unione Parkinsoniani Verona che al tema dedica un incontro aperto alla cittadinanza in programma sabato 16 febbraio (dalle 10 alle 12) nella sede dell’associazione, in via Bertoni 4.

«L’attività motoria è un intervento di fondamentale importanza, associato alla terapia specifica, nel trattamento dei pazienti affetti da malattia di Parkinson. Ha la finalità di rallentare e ridurre le conseguenze di questa malattia ad andamento progressivo, con particolare attenzione ai disturbi del cammino e del mantenimento posturale, e le frequenti cause di cadute che determinano una progressiva riduzione dell’autonomia e di conseguenza la necessità di assistenza», evidenzia il dott. Gianluigi Veronesi, presidente dell’Unione Parkinsoniani Verona.

Nell’ambito dell’attività riabilitativo-motoria, prosegue Veronesi, «molteplici studi internazionali hanno sottolineato l’efficacia del metodo derivato dal Tai Chi Chuan, antica arte marziale cinese che si basa su movimenti del corpo fluidi e lenti. Questa disciplina è già stata praticata per alcuni anni nella sede di Verona con risultati positivi. Attualmente viene seguita presso il gruppo di Illasi».

Descrivendo come si realizza questa “danza lenta” che arriva dall’oriente, la relazione dello specialista in fisioterapia Gianmario Fiorin farà il punto in modo particolare sui benefici che interessano, oltre al movimento, anche il sistema respiratorio. Una delle basi del Tai Chi Chuan è la respirazione diaframmatica: stimolando gli addominali, il paziente con malattia di Parkinson recupera la corretta respirazione. Come tipo di disciplina, inoltre, non richiede un grande sforzo muscolare e può essere praticata in qualsiasi luogo. Gli effetti positivi non interessano soltanto il corpo, ma pure la mente dei malati. Si tratta infatti di movenze che inducono una sensazione piacevole di benessere ed armonia psico-fisica che facilitano, se eseguite in gruppo, la relazione sociale.

 
 

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