Raccolta del Farmaco in quasi centocinquanta farmacie veronesi

 
 

A Verona e in tutta Italia sabato 9 febbraio si svolge la XIX GRF – Giornata di Raccolta del Farmaco di Banco Farmaceutico nel corso della quale sarà possibile acquistare presso le farmacie che aderiscono all’iniziativa – a Verona e provincia sono 146, +3,5% sul 2018 – farmaci da automedicazione che saranno donati ai bisognosi assistiti da 34 enti caritativi del territorio convenzionati con Banco Farmaceutico. Significativa la presenza di 550 volontari che accoglieranno i cittadini nelle farmacie veronesi e insieme ai farmacisti spiegheranno il senso dell’iniziativa offrendo indicazioni sulle donazioni.

Sono i dati forniti da Matteo Vanzan coordinatore regionale di Banco Farmaceutico durante la conferenza stampa che si è svolta oggi nella sede della Provincia di Verona con il presidente Manuel Scalzotto e il vicepresidente David Di Michele, Mons. Giuliano Ceschi direttore della Caritas Diocesana di Verona, la vicepresidente di Federfarma Verona Arianna Capri, Germano Montolli in rappresentanza di Agec, di Michele Lonardoni responsabile Enti Banco Farmaceutico, Federico Realdon presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Verona, Gianmarco Padovani in rappresentanza dell’amministrazione comunale scaligera e Massimo Venturini in rappresentanza degli Alpini di Verona che operano come volontari.

Cresce costantemente la partecipazione delle farmacie veronesi che aderiscono fin dalla prima edizione alla Giornata di Raccolta del Farmaco permettendo alla macchina organizzativa dell’iniziativa solidale di registrare un altissimo consenso. Più farmacie aderiscono – Verona è al primo posto nel Veneto nonché tra le prime in Italia – e maggiore è la possibilità per i cittadini di donare prodotti che non richiedono ricetta medica alle persone in difficoltà. L’anno scorso nelle farmacie di Verona e provincia stati raccolti 11.000 farmaci per un valore di oltre 71.500 euro.

A livello nazionale la raccolta si svolge in 4.390 farmacie grazie anche alla presenza di 18.000 volontari, gli enti socio assistenziali convenzionati con la Fondazione Banco Farmaceutico onlus sono 1.723.

Quest’anno in Veneto hanno aderito all’iniziativa 464 farmacie (nel 2018 erano 439) e 1.600 volontari. I farmaci raccolti (l’anno scorso 32.400 confezioni per un valore economico superiore a 202.000 euro) serviranno ad aiutare gli indigenti assistiti da 143 enti caritativi del territorio.

«Quando privati cittadini, aziende, istituzioni e associazioni di categoria lavorano fianco a fianco in un progetto solidale, il risultato non può che essere positivo – afferma il presidente della Provincia di Verona, Manuel Scalzotto -. Osservo con piacere i dati di quest’anno che parlano di una crescita delle adesioni da parte delle farmacie alla Giornata di Raccolta del Farmaco di Banco Farmaceutico nella nostra Provincia. Lo reputo un segnale che conferma, ancora una volta, la particolare sensibilità sociale del territorio veronese».

«Oggi la necessità di sostenere e aderire a questa iniziativa umanitaria da parte di tutti è sempre più fondamentale – afferma Matteo Vanzan referente provinciale Banco Farmaceutico -. Ringrazio le centinaia di farmacisti titolari e collaboratori che da anni ci permettono di proporre in modo professionale e responsabile questa gesto di carità sostenuto  da molti volontari che dedicano il loro tempo a presidiare le farmacie e le migliaia di cittadini che vorranno donare un farmaco a favore degli enti assistenziali che assistono oltre 24.000 poveri residenti nel territorio veronese. 

La povertà sanitaria è in drammatico aumento: i dati dell’ultimo anno  indicano che nel 2018 le famiglie più povere hanno destinato alla salute solo il 2,54% della propria spesa totale, contro il 4,49% delle famiglie non povere. Nello specifico, possono spendere solo 117 euro l’anno (con un aggravio di 11 euro in più rispetto l’anno precedente), mentre il resto delle persone può spendere 703 euro l’anno per curarsi . Ma le famiglie povere spendono più soldi in farmaci perché fanno meno prevenzione: la loro quota principale della spesa sanitaria è destinata ai medicinali : 12,30 euro mensili, pari al 54% del totale. Il resto delle famiglie destina ai farmaci solo il 40% della spesa sanitaria, perché investe di più nella prevenzione.

In questo senso è particolarmente indicativa la spesa degli indigenti per i servizi odontoiatrici: 2,35 euro mensili, contro i 24,83 euro del resto della popolazione. Non è un caso che la cattiva condizione del cavo orale sia diventato un indicatore dello stato di povertà. In Italia sono 13,7 milioni di persone che risparmiano sulle cure sanitarie. Tanto è stato fatto in questi anni, e tanto ancora si potrà fare con l’aiuto di tutti».  

 
 

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