Pizza! L’Unesco accoglie come patrimonio dell’umanità l’arte del pizzaiolo napoletano

 
 

Ma chi avrebbe potuto resistere ai profumi e alla fragranza della pizza, sul tavolo dell’Unesco, candidata a diventare patrimonio immateriale (immateriale l’arte del pizzaiolo napoletano, non il prodotto!) dell’umanità? Ed ecco che è arrivata la proclamazione, settima eccellenza  nazionale in questa tipologia, ad entrare nell’elenco, insieme a opera dei pupi (iscritta nel 2008), canto a tenore (2008), dieta mediterranea (2010) arte del violino a Cremona (2012), macchine a spalla per la processione (2013) e la vite ad alberello di Pantelleria (2014).

Un tweet del ministro Martina ha ufficializzato la notizia, che va a sottolineare la qualità della gastronomia italiana a livello globale. La pizza, peraltro, è tutelata da un disciplinare che è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale e che stabilisce: “L’attestazione di specificità “Pizza Napoletana” STG, secondo la tradizione napoletana, è riservata al prodotto da forno proveniente da aziende dedicate alla produzione, definite pizzerie, e destinato
al consumatore finale, con le caratteristiche individuate nel presente disciplinare.
La “Pizza Napoletana” è una preparazione alimentare costituita da un supporto di pasta lievitata, condita e cotta in forno a legna. Il prodotto si caratterizza per l’impiego di materie prime selezionate direttamente dal produttore e per le tecniche di lavorazione.
La registrazione è richiesta senza la riserva del nome ed ai sensi dell’articolo 13, paragrafo 2 del Reg. (CE) n. 509/06“.

L’allettante – per una volta tanto – articolo 2 illustra gli ingredienti: “Le materie prime di base caratterizzanti la “Pizza Napoletana” sono: farina di grano tenero, lievito di birra, acqua naturale potabile, pomodori pelati e/o pomodorini freschi, sale marino o sale da cucina, olio d’oliva extravergine.
Altri ingredienti che possono essere utilizzati nella preparazione della “Pizza Napoletana” sono: aglio e origano; Mozzarella di Bufala Campana DOP, basilico fresco e Mozzarella STG“.

E, proseguendo, si leggono le regole per l’impasto, la lievitazione, la cottura in forno, la farcitura, per terminare con il logo.

E siccome “La “Pizza Napoletana” va preferibilmente consumata immediatamente, appena sfornata, negli stessi locali di produzione; comunque, qualora non sia consumata nel locale di produzione, non può essere congelata o surgelata o posta sottovuoto per una successiva vendita”, non ci resta che dire… buon appetito!

 

 
 
Sono nata a Verona sotto il segno dei Pesci; le mie radici sono in Friuli. Ho un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso. Sono giornalista pubblicista dell’ODG Veneto e navigo nel mondo della comunicazione da anni, tra carta, radio, tv, web, uffici stampa. Altro? Leggo, scrivo, cucino, curo l’orto, visito mostre, gioc(av)o a volley. No, non riesco a fare tutto, ma tutto mi piacerebbe fare. Corro contro il tempo, ragazza (di una volta) con la valigia.

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