Meleddu: «La personalità è ciò che definisce un portiere»

 
 

Giulia sta dimostrando di essere un portiere con le idee chiare, in campo e fuori. Con il Cittadella (1-1, ndr) ha fatto un paio di interventi importanti e mira a crescere sempre di più.

Nell’ultima di campionato hai fatto grandi interventi. Questo ti dà sempre maggior fiducia per giocarti il posto da titolare ed essere un punto fermo della rosa?

«Sicuramente i grandi interventi individuali fanno crescere molto l’autostima, ma non penso ci si debba solo soffermare su un singolo intervento; ho ancora tanto da lavorare per poter dare il meglio a questa squadra. Sicuramente sono sulla buona strada».

Come ti definiresti come portiere?

«Sono un portiere che rispetto agli anni precedenti è migliorato molto con i piedi, ma devo lavorare per acquisire ancor più sicurezza nei miei mezzi. Credo che le mie qualità vertano più sugli aspetti tecnici che fisici e atletici; riesco bene nelle parate, nelle uscite alte e con i piedi, mentre invece devo ancora allenare bene la forza fisica».

Come affronti le partite psicologicamente?

«La parte psicologica molte volte si tende a sottovalutarla ma è molto importante e io purtroppo, o per fortuna, lo capisco subito dal riscaldamento pre – partita se avrò una giornata positiva o meno. Questo non mi blocca, anzi, se mi sento meno predisposta tendo ad essere ancora più concentrata per entrare subito in partita, senza mettere in difficoltà me stessa e le mie compagne soprattutto».

Secondo te quali sono le caratteristiche che un portiere deve avere?

«Di sicuro tanta personalità. Credo che questa sia il 90% delle qualità che dovrebbe avere, perché è la personalità che ti porta a dare sicurezza alla squadra, a parlare, a tenere attive le compagne che così sanno di avere dietro un portiere sveglio e che come loro lotta per un risultato e non è solo fermo a guardare. La personalità è quella che ti spinge a fare una scelta piuttosto che un’altra ed è quella che, a mio parere, definisce un portiere. È la qualità che cerco di non farmi mai mancare».

Per un estremo difensore è importante il rapporto con la sua difesa. Come descriveresti il rapporto con i difensori della Fortitudo?

«Per me è indispensabile. Se non hai intesa con loro con chi bisogna averlo, con gli attaccanti avversari? (ride, ndr); no, a parte gli scherzi, la linea difensiva è composta dai difensori e dal portiere, quindi è fondamentale che ci sia coesione. Ci si deve aiutare, incoraggiare e, perché no, insultare ogni tanto. Io mi sto ambientando bene con la mia difesa, sto iniziando a capire le caratteristiche di ognuna per essere sempre pronta ad una loro eventuale giocata. Sono certa che questa intesa ci porterà a fare sempre meno errori difensivi».

Ci sono portieri che ti piacciono particolarmente e a cui ti ispiri?

«Se mi chiedi in Italia chi c’è che fa la differenza potrei citarti uno o due nomi, ma non rimango a bocca aperta, se non per qualche intervento. Oggi viene chiesto anche a noi portieri di saper usare i piedi come un attaccante, ma anche di avere quella personalità di cui si parlava prima e a mio avviso oggi molti sono sopravvalutati. Mi limito a dire che il portiere più forte di tutti, per me, è Hope Solo. In campo maschile invece dico Neuer».

Riccardo Cannavaro
Foto: Graziano Zanetti Photographer
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