Il sistema del verde: la proposta del Pd 

 
 

Riceviamo e pubblichiamo la nota del segretario cittadino del Partito Democratico Luigi Ugoli, unitamente ai consiglieri comunali e rappresentanti delle Circoscrizioni Dem.

La disputa tra nuovi e vecchi amministratori su chi ha fatto (o vuol fare) più verde Verona è stucchevole. Da una parte l’ex Sindaco Tosi da 10 anni si vende la realizzazione del Parco di San Giacomo (in effetti pagato a prezzi da Park Avenue…), dall’altra parte l’attuale Sindaco Sboarina che da un anno e mezzo si vende il central park allo scalo ferroviario sul quale al momento, purtroppo, crescono soltanto… i tir.

Nel frattempo il parco dell’Adige Nord è ancora privo di regolamento; le società autostradali non si attivano per la piantumazione di autostrade e tangenziali; a Verona Sud rimane un gigantesco credito di verde mentre il resto dei quartieri si devono accontentare di qualche parco giochi e qualche itinerario ciclabile resi invivibili dalle zanzare nei mesi caldi. Non si sente più parlare nemmeno della Variante 29, annunciata in pompa magna come “Variante verde” qualche mese fa dall’assessore Segala…

Come da sempre chiedono le associazioni ambientaliste, anche noi del Pd diciamo che il Comune di Verona deve dotarsi di un piano organico del verde che metta a sistema le aree esistenti e quelle future, dal piccolo parco giochi al grande parco urbano, nella consapevolezza che il sistema del verde è una vera e propria infrastruttura urbana da progettare, implementare e finanziare con razionalità, non a spot con interventi improvvisati.

Le finalità di un tale sistema devono essere chiare e condivise fin dall’inizio: il verde urbano, specialmente quello delle aree boschive urbane, è non solo bello esteticamente ma è anche necessario a contrastare gli effetti nocivi dei fenomeni atmosferici estremi come alluvioni, bolle di calore e siccità, sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici (concetto di resilienza). Il sistema del verde non solo promuove la bellezza dei quartieri ma tutela anche la salute e il patrimonio dei veronesi.

Da dove partire? Presupposto di un sistema del verde è la delimitazione di una cintura verde urbana da sottrarre all’edificabilità e alla speculazione edilizia vincolandola a funzioni prevalentemente ecologiche. E’ il “vecchio” concetto di “città compatta” proposto dal Pat di Zanotto-Uboldi, subito cancellato dal Pat di Tosi-Giacino nel 2007, e mai ripristinato dall’amministrazione Sboarina. Tale cintura corrisponde a nord e ad est con le aree boschive delle Torricelle e della Valsquaranto, mentre a sud è segnata dalle aree agricole oltre l’autostrada. Avanti quindi con la regolamentazione e i piani di gestione del Parco dell’Adige e delle Colline e basta con la cementificazione delle aree agricole, cosa che purtroppo questa amministrazione continua a fare anche in Variante 23…

Sulla riduzione del consumo di suolo ottimi risultati sono stati ottenuti dalle amministrazioni a guida Pd ad esempio a Negrar, dove si raggiungerà l’obiettivo del consumo zero con largo anticipo rispetto alla lasca tempistica regionale.

Le altre azioni da intraprendere riguardano la creazione di nuovi parchi, la forestazione delle aree limitrofe ad autostrade e tangenziali, nuove piantumazioni nei quartieri, collegamenti ciclo-pedonali tra aree verdi… Un lavoro vasto e gravoso che richiede l’individuazione di priorità: come indicato anche da una recente ricerca commissionata da Cisl Verona in cui si sottolinea che il degrado si combatte innanzitutto promuovendo la qualità della vita dei quartieri, anche noi siamo dell’avviso che la priorità deve essere assegnata ai quartieri che stanno peggio. Chi è benestante d’estate porta i bambini in mare o in montagna per un mese o due,  chi non lo è resta nei quartieri che diventano forni d’estate e camere a gas d’inverno.

Il reperimento delle risorse necessarie deve passare per l’istituzione di un ufficio comunale per i fondi europei che sappia intercettare le occasioni offerte dall’Ue di più e meglio di quanto fatto finora. Il segreto in fondo è farsi trovare pronti: difronte alla possibilità data dal governo di usare 36 milioni di euro dell’avanzo di amministrazione 2017 la giunta Sboarina è riuscita a impegnarne risorse solo 16 milioni perché su moltissimi temi tra cui il verde pubblico manca tutta la pianificazione e la progettazione…

L’impegno politico a realizzare un tale disegno, necessariamente a lungo termine, deve trovare riscontro nella creazione di un ente parchi dotato di adeguate professionalità e di un assessorato ad hoc, oltre che di società di gestione specifiche”.

 
 

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