“Il Golem – Come venne al mondo” di Wegener in pre-apertura alla 75° Mostra del Cinema di Venezia

 
 

Sarà una delle pietre miliari del muto, “Il Golem – Come venne al mondo” (1920), scritto e diretto da Paul Wegener, il film di pre-apertura della 75° Mostra del Cinema di Venezia, il 28 agosto prossimo: si tratta della prima mondiale in una nuova copia digitale, ricavata dal negativo originale grazie ad un restauro in 4K della Friedrich-Wilhelm-Murnau-Stiftung di Wiesbaden e della Cinémathèque Royale de Belgique di Bruxelles; il restauro digitale è dell’Immagine Ritrovata di Bologna. Filologicamente, la proiezione sarà accompagnata dalla musica originale di Admir Shkurtaj, eseguita dal Mesimèr Ensemble.

L’attività di Wegener, attore, regista e sceneggiatore tedesco (1874-1948) è storia del cinema; come attore fu scoperto da Max Reinhardt, poi passò alla scrittura, debuttando nel 1913 con il copione del film “Lo studente di Praga” di Stellan Rye (dove interpreta anche il giovane che vende l’anima al diavolo) e alla regia, affascinato dall’espressionismo, dai giochi di luci ed ombre taglienti che ne furono peculiarità.

Nel 1933, l’avvento del nazismo in Germania rallentò l’operato artistico di Wegener, non in sintonia con il nuovo regime, anche se recitò in alcuni film di propaganda del regista Veit Harlan; sostenne economicamente gruppi di resistenza antinazista e, dopo la fine della seconda guerra mondiale, si adoperò per la ricostruzione, divenendo presidente di un’associazione per la distribuzione di beni di prima necessità per i berlinesi; nel 1947, reduce da una grave crisi cardiaca, Wegener si recò in Svizzera per rimettersi, mantenendo il filo con l’arte e recitando nel suo ultimo ruolo cinematografico, “Der Große Mandarin” di Karl-Heinz Stroux (1948). Còlto da un nuovo attacco cardiaco proprio sul palcoscenico, morì due mesi dopo, nel sonno, il 13 settembre 1948.

Il Golem è una figura antropomorfa dell’immaginario mitologico ebraico, messo al centro di un famoso romanzo da Gustav Meyrink (1915), ambientato nella “magica” Praga, e di cui si legge nel Tanàkh – acronimo formato dalle prime lettere delle tre sezioni secondo la tradizionale divisione ebraica della Bibbia – che contiene un salmo (139, 16) facente riferimento ad una “materia grezza, informe”, plasmabile, che nella costruzione leggendaria secolare diventò il “mostro” Golem. Una figura ricca di interpretazioni, suggestioni e rielaborazioni, non ultima quella che si ritrova nel personaggio di Frankenstein.

 
 
Sono nata a Verona sotto il segno dei Pesci; le mie radici sono in Friuli. Ho un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso. Sono giornalista pubblicista dell’ODG Veneto e navigo nel mondo della comunicazione da anni, tra carta, radio, tv, web, uffici stampa. Altro? Leggo, scrivo, cucino, curo l’orto, visito mostre, gioc(av)o a volley. No, non riesco a fare tutto, ma tutto mi piacerebbe fare. Corro contro il tempo, ragazza (di una volta) con la valigia.

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