Furto rame a Ca’ Filissine: esposto contro il sindaco Cadura

 
 

Il M5S: «Il Comune è il custode del sito, non ha ottemperato ai doveri»

Quando ha scoperto il fatto, il furto di quadri elettrici e cavi di rame dalla discarica di Ca’ Filissine, il sindaco di Pescantina, Luigi Cadura, è caduto dalle nuvole, sbraitando contro la Daneco. Sembra dimenticare che, dal 2006, in seguito al provvedimento di sequestro della discarica, è l’amministrazione comunale quindi, ad avere la custodia del sito e a risponderne, di conseguenza, della sicurezza. 

Per questo motivo tre esponenti del Movimento 5 Stelle, i deputati Francesca Businarolo e Alberto Zolezzi e il consigliere regionale Manuel Brusco hanno depositato questa mattina un esposto presso la procura di Verona.

«Quanto accaduto – fa sapere Businarolo – è estremamente grave, non solo per il danno economico al sito. Secondo la relazione di Arpav, datata 26 gennaio, infatti – l’interruzione della corrente elettrica ha fermato l’aspirazione del biogas e il processo di termodistruzione. Si è così aggravato lo storico problema del percolato, che ha ormai raggiunto livelli pericolosissimi in quanto a profondità nel suolo: la stima lo pone tra i 30 e i 40 metri, anziché i 4 che sono il limite massimo stabilito per legge».

La reazione dell’amministrazione comunale di Pescantina sembra essere altrettanto grave. «Di tutta risposta – prosegue Businarolo – il sindaco Cadura si è giustificato dicendo di aver saputo tardi del furto, ben dopo il sopralluogo di Arpav. Il tutto nonostante ricopra la carica da tre anni. Ha scoperto solo ora di essere il custode legale del sito? È chiaro che è venuto meno, come amministratore al principio della minima diligenza».

 
 

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