Diocesi Verona e bilanci delle parrocchie: manca la trasparenza. Perchè?

 
 

La notizia dell’ex parroco della Parrocchia Tomba Extra di Via Scuderlando a Verona, (Vicariato Foraneo Verona Sud), don Giuseppe Modena, che si sarebbe intascato 900.000 euro chiedendo offerte e prestiti alla gente per necessità della parrocchia mette in evidenza, oltre all’aspetto personale che non tratterò qui, un lato etico-morale oscuro della Curia Veronese ma non solo di Verona. Ovvero la mancanza di trasparenza nella pubblicazione dei “bilanci delle parrocchie” e dei nominativi dei “consiglieri per gli affari economici”.

Ricordo l’analogo caso occorso all’ex parroco di Spinea, Venezia, chiesa di San Vito e Modesto.

Verona News ha effettuato una verifica sui siti web delle parrocchie di Verona (anche se ora riunite in Unità Pastorali), partendo dalla Diocesi, per verificare quali avessero pubblicato il “bilancio annuale” (o rendiconto) e i nominativi dei “consiglieri diocesani per gli affari economici”.

Premettiamo che tutte le parrocchie appartenenti alla diocesi veronese devono inviare al Vescovo, a norma del canone 1284 § 2, p. 8., entro il 31 marzo di ogni anno il Rendiconto economico-finanziario.

Iniziamo dalla Curia vescovile, riscontrando che non brilla di trasparenza a causa della contemporanea mancanza sia del “rendiconto” che dell’elenco dei “consiglieri diocesani per gli affari economici”. Nella sezione web del sito della Diocesi di Verona organismi consultivi l’unica ad essere priva di contenuto è proprio quella afferente alla parte economico-finanziaria.

Non va meglio nelle 81 parrocchie analizzate (Vicariati 1,2,3,4 di Verona), la maggior parte non dispone di un sito web mentre di quelle che ne dispongono ho riscontrato i seguenti dati:

  • Parrocchia S.Giovanni Evangelista: contiene i verbali delle sedute del Consiglio Pastorale Parrocchiale (CPP);
  • Parrocchia S. Cuore di Gesù: contiene i verbali delle sedute del Consiglio Pastorale Parrocchiale (CPP) oltre ai nominativi ed il regolamento dello stesso;
  • Parrocchia Santi Filippo e Giacomo Parona: contiene i verbali delle sedute del Consiglio Pastorale Parrocchiale (CPP) oltre ai nominativi dello stesso;
  • Parrocchia Santi Angeli Custodi: contiene i verbali delle sedute del Consiglio Pastorale Parrocchiale (CPP);
  • Parrocchia S. Michele Arcangelo: contiene i verbali delle sedute del Consiglio Pastorale Parrocchiale (CPP) oltre ai nominativi, il regolamento dello stesso ed il documento CEI per la pastorale 2010-2020.

Menzione a parte per la Parrocchia Gesù Divino Lavoratore-S.Matteo Apostolo che ha pubblicato l’elenco dei componenti del Consiglio Pastorale per gli Affari Economici (CPAE) ed anche i bilanci della parrocchia. Manca stranamente l’elenco dei componenti del CPP.

Vince il premio “Parrocchia Trasparente” la Parrocchia di S.Massimo all’Adige la quale ha pubblicato sul proprio sito web i bilanci parrocchiali, i nominativi dei componenti del CPAE, i verbali del CPP ed i nominativi dei componenti dello stesso.

Il caso, isolato, della parrocchia di S.Massimo all’Adige sembra quasi una scelta controcorrente rispetto a quelle che potrebbero essere lette come “indicazioni informali” della Diocesi veronese alla guida di monsignor Giuseppe Zenti. Al riguardo è doveroso rilevare, con ammirazione (perlomeno la mia), che tra tutte le diocesi venete l’unica ad andare veramente controcorrente è quella di Padova.

In tal senso Sabato 13 ottobre 2018, per il terzo anno consecutivo, la Diocesi di Padova guidata da mons. Claudio Cipolla, ha pubblicato i “numeri” che raccontano la sua attività, le sue scelte, il suo operato, ma che indicano anche direzioni e prospettive. Nel Rapporto annuale 2017 viene presentato il “Bilancio dell’ente Diocesi” (stato patrimoniale, conto economico, nota integrativa) raffrontato con l’anno precedente; i rendiconti delle parrocchie; le assegnazioni dell’8 per mille; i dati aggregati dei bilanci di altri enti diocesani. Suggestivo il titolo dato al rapporto, “Fissò lo sguardo…” in riferimento al testo evangelico del “tale” che se ne va rattristato, dopo aver chiesto a Gesù cosa fare per ereditare la vita eterna e essersi sentito rispondere dal Signore: «va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». 

L’esempio della diocesi di Padova ritengo debba essere seguito dalle altre diocesi senza inutili e vuote scuse. Solo con questo approccio le risorse economiche potranno essere considerate come vera e propria “proprietà”, con correlata responsabilità, di tutti i credenti di quella diocesi o di quella parrocchia e valutate in ogni loro aspetto buono o meno buono.

Vi state chiedendo perché è così determinante per un ente religioso pubblicare il bilancio?

Innanzitutto perché i soldi della Parrocchia non sono del parroco, ma sono di tutti. La parrocchia infatti vive di offerte, liberamente elargite da chi desidera dare un contributo, piccolo o grande che sia, al suo sostentamento.

In secondo luogo si pubblica il bilancio per un vero senso di condivisione nella Comunità ecclesiale, dove convivono opinioni e visioni diverse, tutte comunque arricchenti in termini di idee, che possono diventare proposte concrete su come utilizzare i soldi.

In terzo luogo si pubblica il bilancio semplicemente perché non c’è niente da nascondere. Non ci sono operazioni finanziarie strane, non ci sono “neri” da sbiancare, non ci sono ricchezze da occultare.

Si chiama trasparenza. Che pretendiamo giustamente dagli enti pubblici, ma che la Chiesa è restia ad applicare nonostante i precetti evangelici.

Probabilmente se la comunità parrocchiale di Tomba Extra avesse avuto accesso al bilancio avrebbe potuto porsi anzitempo qualche interrogativo sulla gestione ed impiego dei fondi parrocchiali.

Quando ci si lamenta dei “pettegolezzi” che circolano sulla gestione economica della Diocesi forse non viene in mente che il modo migliore per metterli a tacere è rendere noto a tutti ciò che invece rimane gelosamente custodito nelle sacre stanze. La pubblicità e la trasparenza, nella conoscenza e nella gestione delle risorse, sono la “conditio sine qua non” perché le parole “Chiesa povera e dei poveri” possano concretizzarsi.

Le notizie che si hanno ora sulla gestione delle risorse sono così scarse (o inesistenti) che impediscono di fatto che il messaggio di papa Francesco possa farsi fatto concreto e comunitario, salvo iniziative meritorie ma specifiche e locali di qualche realtà di buona volontà.

Alberto Speciale

 

 

 
 
Classe 1964. Ariete. Marito e padre. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa ed amante della trasparenza. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. Ex triatleta in attesa di un radioso ritorno allo sport.

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