Consumo di suolo in Veneto: il Comune di Verona supera di 10 volte la media. Perche?

 
 

Mentre la questione urbanistica edificatoria tiene ancora la discussione aperta tra le forze politiche del Comune di Verona, nonostante le “sforbiciate” calate dalla nuova amministrazione, anche se non sufficientemente apprezzate da 5 circoscrizioni su 8, passa sotto traccia la Deliberazione della Giunta Regionale n. 668 del 15 maggio 2018 (BUR n. 51 del 25/05/2018) “Individuazione della quantità massima di consumo di suolo ammesso nel territorio regionale ai sensi dell’articolo 4, comma 2, lettera a) della legge regionale 6 giugno 2017, n. 14. Deliberazione n. 125/CR del 19 dicembre 2017.”

Per chiarezza è opportuno ripercorrere le fasi metodologiche che sostanziano i contenuti operativi e le conseguenti determinazioni assunte con il provvedimento di Giunta n.668/2018.

ll Consiglio regionale a larga maggioranza ha approvato il 29 maggio 2017 – con 26 voti favorevoli della maggioranza e di Marino Zorzato (Ap), 13 contrari di Pd, Mdp, M5s e Cristina Guarda (lista Moretti), l’astensione di Lista Tosi e Andrea Bassi (Centrodestra Veneto) e Franco Ferrari (Moretti) – la nuova legge sul consumo del suolo la Legge Regionale 6 giugno 2017, n. 14: una norma che dovrebbe tutelare il territorio e che pone come obiettivo il suo “consumo zero” entro il 2050 e pone come prioritario il recupero e la rigenerazione urbana, in linea con le direttive europee. La legge promuove un processo di revisione sostanziale della disciplina urbanistica che deve essere ispirata ad una nuova coscienza delle risorse territoriali ed ambientali.

A tal fine l’articolo 4 della legge regionale n. 14/2017 introduce misure di programmazione e di controllo sul contenimento del consumo di suolo, affidando alla Giunta regionale importanti compiti gestionali ed attuativi. Forse eccessivi.

Il primo adempimento, in tal senso, è stata la compilazione, da parte dei Comuni, della “scheda informativa” finalizzata a fornire parte delle informazioni territoriali utili all’emanazione del provvedimento di Giunta regionale.

Le schede informative trasmesse da 541 Comuni (pari la 94% del totale), relativamente alla “Capacità edificatoria prevista dallo strumento urbanistico comunale vigente”, suddivisi in “Destinazione residenziale” e“Destinazione produttiva” hanno riportato i seguenti dati:

– Superficie Territoriale prevista 33.547 ha
– Superficie Territoriale trasformata 12.224 ha

comportando una quantità complessiva di Superficie Territoriale residua ancora disponibile dagli strumenti urbanistici comunali pari a 21.323 ettari.

In considerazione di quanto disposto dalla L.R. 14/2017 tale quantità corrisponde alla quantità massima di consumo di suolo ammessa nel Veneto, fino all’anno 2050:

Q max 2050 = 21.323 ettari (1,15% del territorio Veneto)

In base alla disponibilità dei dati, sono state eseguite le valutazioni relative alle dinamiche negli anni del consumo di suolo in Veneto, riferite ai diversi periodi procedendo, per ogni periodo, al calcolo delle “velocità del consumo di suolo” (v= ettari consumati/anni), velocità che “fotografano” le dinamiche delle trasformazioni e dei processi di antropizzazione del territorio da superficie naturale e/o seminaturale a copertura artificiale.

PERIODO ANNI ETTARI (ha) VELOCITA’ (ha/anno) FONTE
1 11                    (1983-1994)          18.059 1652 Regione Veneto
2 12                      (1994-2006)          15.100 1258 Regione Veneto
3 5                      (2007-2012)            8.480 1696 Regione Veneto
4 4                      (2012-2016)            1.950 490 ISPRA
5 1                      (2015-2016)               563 563 ISPRA

 

A fronte di quanto rappresentato alla quantità massima di consumo di suolo ammessa nel Veneto, fino all’anno 2050, Q max 2050, ancora potenzialmente utilizzabile pari a 21.323 ettari, si è proceduto all’applicazione del correttivo pari al 40% e conseguentemente si è definito che il valore di quantità di consumo di suolo Q max CS ammessa nel Veneto, in prima applicazione, pari a 12.793 ettari.

Pertanto, in prima applicazione della L.R. 14/2017, si stabilisce quanto segue:

– La quantità massima di consumo di suolo ammessa nel Veneto, fino all’anno 2050, è pari:
Q max 2050 = 21.323 ettari (1,15% del territorio Veneto)

– La quantità massima di consumo di suolo ammessa nel Veneto, in prima applicazione, è pari:
Q max CS = 12.793 ettari (0,69% del territorio Veneto )

– La quantità di suolo 〉 max CS “disponibile” è pari:
〉 max CS = 8.530 ettari, (pari al 40% della Q max 2050)

La quantità 〉 max CS di suolo “disponibile” consentirà di avere una dotazione di “riserva” di suolo pari a 8.520 ettari per poter avviare il monitoraggio  e le opportune revisioni e rideterminazioni negli anni della quantità massima del consumo di suolo ammesso, avendo avuto cura, altresì, di favorire e promuovere processi di riqualificazione urbana, riqualificazione edilizia e ambientale e rigenerazione urbana sostenibile. Il tutto garantendo al contempo il rispetto stabilito dalla quantità massima Q max 2050 di consumo di suolo ammessa nel Veneto, fino all’anno 2050, in coerenza con l’obiettivo comunitario.

Al fine di poter ripartire la quantità massima del consumo di suolo la L.R. n. 14/2017 dispone che il territorio regionale possa essere suddiviso in Ambiti comunali o sovracomunali omogenei (ASO), anche sulla base del “Documento per la pianificazione paesaggistica” di cui alla DGR n. 427 del 10 aprile 2013.

In tale documento, il territorio del Veneto è stato suddiviso in 14 Ambiti di Paesaggio (ai sensi della L.R. n. 11/2004 e del D.Lgs. n. 42/2004 “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”), in considerazione degli aspetti e delle caratteristiche geomorfologiche del territorio, dei caratteri paesaggistico, dei valori naturali-ambientali e storico-culturali, delle dinamiche di trasformazione del territorio ancorché della suddivisione amministrativa.

L’Ambito paesaggistico di Verona è il “n. 10 Verona, Lago di Garda e Monte Baldo”.

L’articolo 4 della L.R. 14/2017, dispone che la quantità massima di consumo di suolo deve essere ripartita per Ambiti Sovracomunali Omogenei (ASO) e successivamente assegnata ad ogni singolo Comune. Sono stati definiti pertanto 31 Ambiti Sovracomunali Omogenei (ASO), quello di Verona è:

29-VERONA E COMUNI DI CINTURA (13 comuni)
Bussolengo, Buttapietra, Castel d’Azzano, Grezzana, Negrar, Pescantina, San Giovanni Lupatoto, SanMartino Buon Albergo, San Pietro in Cariano, Sommacampagna, Sona, Verona, Villafranca di Verona.

Le trasformazioni urbanistiche che avvieranno i Comuni, andranno dunque indirizzate prioritariamente verso soluzioni che privilegino interventi di recupero, riqualificazione e rigenerazione, ai sensi degli articoli 5, 6 e 7 della L.R. n. 14/2017, con utilizzazione delle aree esterne agli ambiti di urbanizzazione consolidata solo quando non esistano alternative alla riorganizzazione e riqualificazione del tessuto insediativo disponibile con interventi che garantiscano la massima compatibilità ambientale e la riduzione progressiva del consumo di suolo, la rinaturalizzazione del suolo impropriamente occupato, la riqualificazione e la rigenerazione. Per il perseguimento di tali obiettivi la Giunta regionale, con successivi provvedimenti, elaborerà criteri e indicazioni metodologiche.

Appare altresì utile e significativo richiamare l’articolo 2, comma 1, lett. c) che prevede specificatamente che “il calcolo del consumo di suolo si ricava dal bilancio tra l’incremento delle superfici naturali e seminaturali interessate da interventi di impermeabilizzazione e le superfici rinaturalizzate”. Pertanto le quantità di suolo assegnate ad ogni singolo Comune potranno avere eventuali variazioni dovute a interventi di “compensazione ecologica” di cui all’articolo 2, comma 1, lett. e).

Si evidenzia inoltre che sono stati individuati quei Comuni che, presentando valori superiori di almeno due volte il valore medio dell’ASO di appartenenza, si distanziano in maniera significativa dal dato più rappresentativo. Il Comune di Verona ha un valore di superamento della media pari a 10, il più alto in assoluto, seguita da Padova con 9.

A tali Comuni, dunque, fino all’eventuale revisione dei dati trasmessi con la scheda informativa, viene assegnata la quantità massima di consumo di suolo pari al valore medio dell’ASO di appartenenza. Qualora i Comuni chiedano l’assegnazione di una quantità superiore ed in linea con i dati trasmessi con la scheda informativa, dovranno documentare il calcolo a suo tempo effettuato e inserito nella scheda, ovvero rivedere il calcolo e inviare i dati corretti e le informazioni a supporto, verificando preventivamente che tale quantità non sia superiore alla SAU (Superficie Agricola Utilizzata) Trasformabile calcolata in sede di approvazione del PAT, ovvero a quella residua a seguito dell’approvazione del o dei PI, non potendo diversamente considerare applicabile il valore assegnato se superiore. La nuova quantità massima di consumo di suolo potrà essere assegnata solo dopo che il Direttore della Direzione Pianificazione Territoriale avrà verificato la correttezza delle nuove informazioni trasmesse dai Comuni rispetto ai parametri presi a riferimento.

È opportuno chiarire, ai fini applicativi, che per tutti i Comuni dotati di PAT la quantità assegnata non potrà in ogni caso superare il residuo effettivo di Superficie Agricola Utilizzata Trasformabile calcolato come quota rimanente di SAU Trasformabile a seguito delle previsioni operate con i PI e con le varianti ai PI.

All’ASO 29 (VERONA E COMUNI DI CINTURA (13 comuni) risulta attribuito un consumo massimo di suolo pari a 94 ha. Utile ed opportuno sarà individuare quanto attribuito al solo Comune di Verona.

In sintesi: cave, grandi opere, autostrade, piano casa, capannoni, serre agroindustriali, …, saranno attività in deroga sempre concesse. Le deroghe valgono non solo per i piani attuativi, le intese, i permessi già rilasciati e avviati, ma anche per quelli in corso e futuri.  Andando alla sostanza di questa legge è stata attribuita alla sola Giunta la determinazione della quantità massima di consumo di suolo, salvo poi con l’articolo 11 aprire il festival delle deroghe esentando dai vincoli previsti le attività che in Veneto sono causa del maggior consumo di suolo, infine con l’articolo 12, i comuni in attesa del provvedimento della Giunta potranno costruire di tutto e di più in deroga ai divieti generali.

La legge approvata nel 2017 rappresenta un’occasione persa per riformare il modo di edificare in Veneto e per rilanciare l’attività edilizia attraverso pratiche sostenibili, un provvedimento del tutto inadatto ad affrontare l’emergenza sul consumo di suolo che ci vede tra le quattro regioni europee che più hanno cementificato e distrutto per sempre intere campagne.

Concludo ricordando che il Veneto è la seconda regione in Italia per consumo di suolo, il 12,5%, e questa legge consentirà di edificare 90 milioni di metri cubi. La popolazione del Veneto è cresciuta di 377.563 unità in tre lustri (2002-2016) di cui 307.795 grazie ai flussi migratori degli stranieri. 

Alberto Speciale

668_AllegatoA_370297.pdf
668_AllegatoB_370297.pdf
668_AllegatoC_370297.pdf
668_AllegatoD_370297.pdf

 
 
Classe 1964. Ariete. Marito e padre. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa ed amante della trasparenza. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. Ex triatleta in attesa di un radioso ritorno allo sport.

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