Attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti: finalmente costituita la Commissione parlamentare d’inchiesta

 
 

Istituita con Legge 7 agosto 2018, n. 100 (entrata  in vigore il 4 settembre 2018) la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, che opererà per tutta la XVIII legislatura, è stata finalmente costituita il 14 novembre con la formale nomina dei componenti.

La Commissione è composta da quindici senatori (tra cui il veronese Vincenzo D’Arienzo) e da quindici deputati, nominati rispettivamente dal Presidente del Senato della Repubblica e dal Presidente della Camera dei deputati. Il suo funzionamento interno (si legge all’art. 6 della Legge n.100/2018) sarà disciplinato da un regolamento interno approvato dalla Commissione stessa prima dell’inizio dei lavori: possibile lo svolgimento dei diversi compiti attraverso uno o più comitati e avvalendosi di agenti e di ufficiali di polizia giudiziaria, nonché di magistrati collocati fuori ruolo o di interni ed esterni all’amministrazione dello Stato autorizzati, fruendo anche di personale, locali e strumenti operativi messi a disposizione dai Presidenti delle Camere, d’intesa tra loro.
Le spese sono fissate nel limite massimo di 100.000 euro per l’anno 2018 e di 200.000 euro per ciascuno degli anni successivi.

Vediamo la sua composizione, i suoi compiti e gli obblighi che la caratterizzeranno.

La Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali dovrà svolgere indagini atte a fare luce sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, individuare le connessioni tra le attività illecite nel settore dei rifiuti e altre attività economiche e verificare l’eventuale sussistenza di comportamenti illeciti nell’ambito della pubblica amministrazione; inoltre dovrà verificare l’eventuale sussistenza di attività illecite relative ai siti inquinati e alle attività di bonifica compresa la gestione dei rifiuti radioattivi, oltre a verificare la sussistenza di attività illecite nella gestione del servizio idrico integrato e nella gestione e smaltimento dei materiali contenenti amianto (si veda nel dettaglio l’art.1 della Legge n.100/2018). Fra le ulteriori competenze, le indagini legate al fenomeno degli incendi in impianti di deposito, trattamento e smaltimento dei rifiuti o siti abusivi di discarica.
La Commissione ha potere di indagine e limiti analoghi a quelli dell’Autorità giudiziaria e riferisce alle Camere annualmente con singole relazioni o con relazioni generali.

Quanto alle Testimonianze (art.3 della Legge n.100/2018) da rendere alla Commissione, la Legge richiama la disciplina del codice penale (artt. da 366 a 372). L’acquisizione di atti e documenti viene regolata all’art.4 della Legge che permette l’ottenimento di copie di atti e documenti relativi a procedimenti e inchieste in corso, e richiede la garanzia del regime di segretezza fino a quando gli atti e i documenti siano coperti da segreto. L’art.4 regola anche i rapporti con l’autorità giudiziaria la quale può ritardare la trasmissione degli atti richiesti dalla Commissione, con decreto motivato solo per ragioni di natura istruttoria. E’ inoltre possibile per la Commissione stabilire quali atti e documenti non devono essere divulgati, anche in relazione ad esigenze attinenti ad altre istruttorie o inchieste in corso.

Una buona notizia l’istituzione della Commissione dopo oltre un anno dalla conclusione dell’intensa attività che la precedente Commissione ha svolto dal settembre 2014 al giugno 2017: in Parlamento e sul territorio. Oltre 200 tra sedute plenarie e sopralluoghi in giro per l’Italia; più di 670 audizioni svolte; 12 relazioni approvate, tematiche e territoriali. I  filoni di indagine hanno riguardato: le bonifiche nei principali siti di interesse nazionale; i quattro impianti chimici presenti nel Nord del Paese (Ferrara, Ravenna, Mantova e Venezia Porto Marghera); il traffico transfrontaliero dei rifiuti; la gestione dei rifiuti radioattivi; il mercato del riciclo; lo stato dell’attuazione della legge sui reati ambientali; le indagini territoriali della gestione dei rifiuti in Sicilia, Liguria, Veneto, Lazio, Campania e Toscana.

Per chi se la fosse persa è assolutamente da leggere la relazione relativa alla Regione Veneto.

Alberto Speciale

 
 
Classe 1964. Ariete. Marito e padre. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa ed amante della trasparenza. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. Ex triatleta in attesa di un radioso ritorno allo sport.

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