Anna Cavallaro, un destino nel cognome..

 
 

Anna Cavallaro, nel suo cognome è certamente scritto il suo destino. Un curriculum, il suo, davvero prestigioso. Tuttavia per non dilungarci troppo è sufficiente ricordare che l’amazzone veronese è stata la prima italiana a vincere la World Cup in una qualsiasi disciplina equestre.

Il primo titolo mondiale arriva nel 2013 alla finale di Braunschweig dove vince l’oro individuale in sella ad Harley e con il suo allenatore Nelson Vidoni.

I suoi successi si moltiplicano e anche il CONI italiano ne comprende le qualità tant’è che nel 2015 riceve una lettera dal presidente Giovanni Malagò che le ufficializza la consegna della medaglia d’oro al valore atletico.

Oramai i suoi successi sono tanti e tali che Anna è considerata la nr. 1 del ranking mondiale nella specialità del volteggio equestre.

Ma chi è veramente Anna Cavallaro? Per scoprirlo siamo venuti a Fieracavalli 2017, Padiglione 1 e l’abbiamo intervistata.

Cara Anna noi ci conosciamo ormai da un po’di tempo ma vuoi raccontare ai nostri lettori di che cosa ti occupi nella vita?

Io faccio volteggio equestre, una ginnastica artistica a cavallo conosciuta per puro caso all’età di 11 anni. Sino ad allora non conoscevo il mondo del cavallo. Mi ero recata casualmente al maneggio dove ho conosciuto il mio allenatore Nelson il quale mi ha invitato a provare e di lì è iniziato il mio amore per questa disciplina. Io provenivo dalla ginnastica artistica per il passaggio diciamo è stato abbastanza semplice”.

Una carriera ricca di successi frutto di allenamenti intensi e sacrifici, ne vuoi parlare?

“È vero, c’è tanto lavoro alle spalle. Lavoriamo sia dal punto di vista fisico, in palestra, sia dal punto di vista coreografico perché nel volteggio equestre la parte artistica ha un ruolo davvero importante. Ed infine anche un notevole lavoro fatto con il cavallo, senza un animale ad altissimi livelli non si arriva da nessuna parte e non si possono certamente raggiungere performance mondiali. È il lavoro che Nelson realizza insieme a Monaco, l’attuale cavallo che ha sostituito Harley quello con cui ho raggiunto i miei primi successi mondiali”.

Che importanza riveste la sinergia/simbiosi tra te e il cavallo visto che siete in due a gareggiare?

È sicuramente importante anche se, a dire il vero, siamo in tre a gareggiare perché bisogna avere fiducia sia nel cavallo che nell’allenatore. È fondamentale che Nelson mi tenga il cavallo sempre allo stesso ritmo, alla stessa andatura con una cadenza regolare per cui la simbiosi a tre deve essere sempre al 100%”.

Un accenno però vorrei farlo riguardo al tuo lavoro con i disabili, l’ippoterapia, specialmente con i bambini, vuoi parlarcene?

Certo, è un’attività che portiamo nel cuore, sia con Nelson che con la mia associazione “La Fenice”. Vogliamo portare in alto il progetto del volteggio equestre dove ci sono diversi ragazzi disabili che lavorano quotidianamente. Un prezioso lavoro che li aiuta dapprima nella loro autostima per renderli, in alcuni casi, anche autonomi. Un aspetto di fondamentale importanza che noi vogliamo portare avanti perché ci crediamo talmente tanto da volerla portare in tutta Italia”.

Un tuo ultimo pensiero a coloro che amano il mondo del cavallo?

Buttatevi a capofitto in questo mondo perché da molte soddisfazioni e se alla base ci sta la passione nessun traguardo è precluso”.

Questa è anche Fieracavalli, la dimostrazione che le eccellenze esistono anche nel nostro territorio. Realtà come quelle di Anna, un’amica che conosco da alcuni anni ma che ogni volta che incontro mi dà sensazioni stupende.

Una ragazza semplice e sempre sorridente che ama il suo lavoro, specialmente quello rivolto ai disabili. Un’atleta completa, un esempio che testimonia come si possano raggiungere altissimi livelli impegnandosi a fondo e con costanza.

Per chi volesse saperne di più su Anna: https://it.wikipedia.org/wiki/Anna_Cavallaro

 
 
Sono di Verona, nato il 15 gennaio, quindi Capricorno. Ho un temperamento deciso ma anche la giusta allegria per le origini senesi del nonno paterno. Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo conseguita con il massimo dei voti. Iscritto All’ODG del Veneto, nel tempo libero sono istruttore minibasket a Lugagnano. Scrivo per il Corriere dello Sport. Credo neello sport per tutti. Nel 2014 la mia passione mi ha portato a Sochi per seguire i Giochi Paralimpici Invernali. Amo il Teatro: Shakespeare in particolare. Mi piace il nuoto e quando posso vado in mountain bike. Sono sincero: dico sempre quello che penso. Sempre di corsa ma mi piace così.

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