Aeroporto Catullo – La Befana. Cretini col cerino in mano.

 
 

Sfilo io che sfili tu.

Leggiamo, con un po’ di apprensione, le news sul futuro di Breschia-Montichiari.

(https://brescia.corriere.it/notizie/cronaca/19_gennaio_05/d-annunzio-agonia-ultimo-appello-roma-concessione-rivedere-f38f7ca0-10e1-11e9-9c8f-81af4ed4f33b.shtml)

Questo richiamo importante evidenzia diverse situazioni.

1) Chi dice di avere a cuore Verona, in realtà non comprende la necessità e soprattutto l’urgenza di intervenire, anche pubblicamente, per mettere fine allo scempio del Catullo, che per logiche di salotti, è stato consegnato al Doge ormai quasi 5 anni fa.

I “poteri forti”, così si dice di solito, in realtà la cricca degli amici, sta cercando di salvare il salvabile, ovvero chi ha portato SAVE a Verona ed ora cerca di far passsare tutto come un errore scusabile.

2) A chi giova? Non certo a Verona, al suo territorio, alle provincie vicine, al Lago di Garda, a nessuno, se non a quelli che hanno paura del “tintinnar di manette”.

La politica ricicla se stessa, anche se pitturata di nuovo, ma sempre con le medesime logiche. Io do una mano a te, anche se mi volevi morto, e tu poi darai una mano a me, anche se ti vorrei morto. In tutto questo chi dipende dal Catullo è nell’angoscia, perché lo scorporo della concessione di Montichiari da Verona comporterebbe l’inevitabile chiusura di Verona.

3) Perché? Perché con uno sviluppo aeroportuale importante a 43 chilometri dal Catullo, con traffico di qualità, che motivo ha di esistere Verona, con Venezia a 100 chilometri e Bologna e Bergamo a 90?

Gli errori strategici e di sviluppo, messi in campo da Arena e Riello, che si sono inventati di essere navigati gestori economici del territorio, e così dell’aeroporto, e lo hanno, di fatto, depresso e ucciso, consegnandolo a SAVE, legandosi mani e piedi per farsi gettare in laguna, hanno provocato questa disastrosa situazione.

Errori gravi di visione strategica che tutto il territorio pagherà a caro prezzo in futuro.

4) Chi si ingrassa con questa folle strategia è il Doge, perché con la fine di Verona, avrà ottenuto ciò che desiderava, spegnere un competitor e fare cassa (magari) con la cessione di Montichiari. Sì, è vero, abbiamo detto che il 19.12 si sono scontrati in CDA, ma è anche vero che fino ad aprile sarebbero ancora in vita i famigerati patti parasociali che consegnerebbero a SAVE l’80% del Catullo. A noi sembra paradossale che lo scalo di Montichiari sia svenduto dopo aver investito circa 76 milioni di euro fine anni ’90, e costato più di 100 milioni di perdite operative in questi 20 anni.

Che fare ora?

Una bella assemblea straordinaria che certifichi la volontà distruttiva di SAVE e la releghi a mero socio, con l’azzeramento del CDA e la nomina di persone nuove, libere da condizionamenti di opportunità, e così anche l’azzeramento dei controllori del collegio sindacale, che nulla hanno controllato in questi cinque anni, e che hanno permesso il declino e la quasi certa prospettiva di chiusura.

Qui dovrebbero intervenire trasversalmente tutti coloro che hanno a cuore le sorti del territorio intero, e non del proprio campanile. I Bresciani si sono mossi in anticipo.

Auspichiamo che i nostri magnifici 18  rappresentanti del territorio intervengano e sappiano obbligare chi “comanda” a sbrigarsi e non a cincischiare in chiacchiere.

Diamo fuoco a “La Vecia”, il fuoco purificatore e ben augurante!

 
 

2 COMMENTI

  1. Verona non ha la statura politica in grado di determinare alcunché. La Regione ben si guarda dall’interferire: semmai lo fa quando non dovrebbe. Alla Regione interessa solo la Pa.Tre.Ve e non c’è mondo fuor da quelle mura. Verona è esempio preciso di antidemocrazia, salottiera e consociata. Verona è avviata verso un buio declino, senza una classe dirigente illuminata; è impantanata nelle ideologie e di esse ne rimarrà vittima. Colpa anche delle opposizioni, probabilmente anch’esse salottiere e benpensanti: non si spiega altrimenti la tenerezza con cui si muovono. Eppure qualche baldo giovane avrebbe tutto lo spazio per emergere dalla palude in cui la città è precipitata col contributo della stampa locale, “utile idiota” che ben si presta al consociativismo curiale che domina la città. Vedo nero, buio pesto. Vedo noncuranza, sciatteria, sedicenza ed autocelebrazione fuorviante. La città gode veder brusa’ la vecia nel proprio salotto, pensando di meritare di essere capitale di cultura. Ahinoi, ahimè. Fino a quando? Veronanews uber alles !!!!
    Bertucco, Salemi, Benini, DalMoro, eccetera, dove siete? Fossi io al vostro posto, userei il lanciafiamme: se non lo fate, siete anche voi consociati.

  2. Inoltre nessuno parla, nessuno prende una posizione precisa ad eccezione di pochi. Nel frattempo l’Aeroporto si è completamente fermato (prima, per lo meno, gattonava un po’…) e non si vede all’orizzonte alcuna strategia di sviluppo. Per l’estate 2019 avremo, probabilmente, meno destinazioni del 2018.
    Il nuovo terminal? Ma facciamolo costruire all’IKEA, o almeno una prima parte….

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