Aeroporto Catullo – I tarocchi

 
 

Le carte parlano

A breve si parlerà in Comune, nel consiglio del 17 gennaio, della questione SAVE.

Già nel 2014 il Comune aveva trattato l’argomento, essendo socio della Catullo ed avendo partecipato attivamente con l’allora sindaco, alla partita.

Tra le delibere che abbiamo recuperato dal sito del Comune ce ne sono un paio degne di nota. Confermano quanto scritto da noi fino ad oggi.

La prima, la delibera n. 29 del 2014.

Ampio dibattito in Consiglio comunale, con relazione dell’Avv. Toffali, allora assessore alle partecipate.

Ciò che si rileva è che addirittura i pareri del Prof. Di porto furono 3.

Il primo del tavolo di lavoro del 28.10.13, in cui erano stati indicati precisi vincoli e che il Comune nella relazione aveva a propria volta assorbito, ovvero che la governance (il timone) restasse in mano pubblica, e che la partecipazione solo fino al 5% non prevedesse la gara, e tale gara non si sarebbe fatta se SAVE avesse sottoscritto il Piano Industriale deliberato dall’assemblea (leggere la delibera è illuminante).

Il secondo del 7.4.14, in cui viene rimodellato (addolcito) il punto della governance e dell’ingresso, addirittura arrivando a definirlo “infungibile, e, dunque, eccezionale…a costituire…un’area integrata di trasporto aereo, il “Sistema aeroportuale del Nord-Est” e via discorrendo (pag.8).

Il terzo 5.6.14 in cui si specifica che “l’Operazione in questione non sembrerebbe (uso del condizionale per pararsi … le spalle) comportare modifiche all’assetto soggettivo della gestione nei termini di cui all’art. 5 del d.m. 521/97. Senza considerare che… l’obiettivo di integrazione fra i due aeroporti assume un tale valore strategico, rispetto al quale non può non recedere anche il principio della scelta concorrenziale affermata in giurisprudenza”.

Per i non addetti ai lavori in buona sostanza vuol dire, se il pallino del gioco resta in mano pubblica e il socio mette i quattrini ben venga, in ogni caso (quindi anche se perde il pallino) la gara non si deve fare perché è un valore strategico complessivo.

A nostro parere di strategico c’è solo il nulla, ovvero la castrazione del Catullo.

Venendo ad Aerogest, motivo della delibera esaminata, chi la governa si era assunto l’obbligo orientare gli obiettivi e le strategie in rapporto all’interesse del territorio di riferimento dei soci pubblici (Comune di Verona, Provincia di Trento, Provincia di Verona e CCIAA di Verona).

Ci sembra del tutto disatteso e i diversi annunci del presidente Riello, oltre che quelli del Presidente Arena, confermano la totale mancanza di obiettivi per il territorio, vista l’attuale situazione in cui versa il Catullo.

Sempre nella delibera si legge che “l’Accordo d’investimento” tra SAVE e i soci sarebbe stato illustrato al Consiglio Comunale. Ci domandiamo: quando? E chi parla ora dov’era?

Il Comune per spingere all’approvazione ha scritto: ”…l’ingresso del Gruppo SAVE S.p.A. nella Società Aeroporto Valerio Catullo S.p.A., già valutato positivamente dai soci e rispondente alle linee del Piano Industriale 2013-2022, risulta necessario per il recupero dell’equilibrio economico finanziario della società ed in previsione degli investimenti da attuare”.

Non ci verrà a dire il consigliere Tosi che i suoi indicati Arena e Riello lo hanno turlupinato, promettendogli la conferma del Piano Industriale che aveva approvato da 135 milioni, ed invece sostituendolo con un foglio di carta da 60 milioni che nessuno finora ha visto.

Anche il buon Presidente Arena, che si è fatto dare dal suo C.d.A. l’incarico per trattare in esclusiva con SAVE, non è esente da “censure”. Infatti l’Assemblea dei soci del 5 luglio 2013, anche se confermava positivamente il possibile ingresso di SAVE quale socio di minoranza, aveva invitato il C.d.A. a prendere in considerazione eventuali offerte da altri possibili partners industriali e/o finanziari, in sintonia con le linee guida tracciate dal Piano Industriale…”.

Ma l’evidenza è sotto gli occhi di tutti, ora.

A questo punto nel girare le carte, dovremmo trovare nuovi interpreti che gestiscano la vicenda, per garantire davvero il territorio, e per esso indichiamo da Bolzano a Mantova, e da Brescia a Vicenza.

Domanda che troviamo nel mazzo: ora che faranno?

Altra domanda: ma i soci di Aerogest si fidano del loro presidente? E il buon Riello ha discusso con loro la proposta del Fondo?

Mischiamo le carte e affidiamoci alla Dea bendata…

 
 

1 COMMENTO

  1. Leggendo i quotidiani veneti si legge dei grandi risultati del sistema aeroportuale del nordest ed in particolare del Catullo, segno, a loro dire, dell’ottima performance della gestione Save. A est di Verona non gliene importa nulla dello stato di fatto soporoso e di pre- mortem dell’aeroporto veronese e manco fanno la fatica di capirci qualcosa. Vivono alimentati dalle polpette di Marchi che ha fondato al Marco Polo di Venezia il proprio impero, prosperando sul cannibalismo nei confronti di Verona. Il tutto, è segno di grande menefreghismo nei confronti della realtà veronese e del suo hinterland. Preoccupante e foriero di ulteriori fregature.

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